ricomincio da qui

Tema "Una storia d'amore per San Valentino" . Qui inizia al'avventura.


La mia amicizia con Serena ebbe inizio una calda domenica di maggio. Era una bella giornata soleggiata, e la scuola aveva organizzato una gara podistica con tutta la classe; all’epoca frequentavo la seconda media.Durante la gara, colta da un leggero malessere che mi fece perdere i sensi; vengo trasportata con l’autoambulanza al pronto soccorso: dove mi ricoverano in reparto per una serie di accertamenti. Non avevo nulla di serio: soltanto debolezza fisica causata dalla scarsa alimentazione.  La mia magrezza era uno dei miei crucci più grandi; naturalmente dopo la massa informe dei capelli ricci e rossi come il fuoco. Ogni mattina facevo una gran fatica a tenerli a bada; anche perché mia madre aveva la cattiva abitudine di farmeli portare corti: e questi diventavano ingestibili. Così, dopo un’infinità di preghiere, riuscì a convincerla a farmeli crescere. Fino a che raggiunsero una lunghezza più modellabile dovetti patire molto pene, e anche molte umiliazioni da parte dei compagni di classe che solevano paragonarmi a uno spettro: fingendo più volte di esserne persino spaventati. E non mancò che la loro perfidia mi colpisse anche quando la classe venne a trovarmi in reparto il giorno successivo all’increscioso incidente.Seduta su quel letto di ospedale, con addosso solo una camiciola di cotone bianco: davo l’idea di un fantasma.  E loro, come sempre, non mancarono di farmelo notare. Intervenne Serena, seriamente dispiaciuta per lo spiacevole episodio, ammonendoli e invitandoli a vergognarsi per la loro indelicatezza. Dopo qualche minuto di permanenza, il resto della classe andò via, visibilmente imbarazzati per la loro insensibilità. Rimase solo Serena a farmi compagnia. Quella mattina, parlammo di tutto; confidandoci tutti i nostri più intimi segreti.Ci frequentammo con una certa assiduità, anche dopo che fui dimessa dall’ospedale: passando molto tempo l’una a casa dell’altra.Gli anni passarono, e noi iniziammo a diventare delle signorinelle. Un bel giorno Marisa, sorella di Serena, al rientro di uno dei suoi tanti viaggi, finalmente fa conoscere ai suoi genitori il fidanzato Paolo –un manager affermato e pittore nel tempo libero-.  E’ inutile dire che fu amore a prima a vista. Paolo, per via della sua passione per la pittura, frequentava assiduamente la casa di Serena: in quanto a lui piaceva disegnare sul loro terrazzo. Passavo ore e ore a osservarlo mentre dipingeva, ammirando le sue mani lunghe e affusolate. Più volte le avevo immaginate mentre solcavano i confini del mio piacere; vergognandomene profondamente per averlo solo pensato. Lui era il fidanzato della sorella della mia migliore amica: è questo era sufficiente a farmi sentire in colpa nei suoi confronti.Ahimè! Nonostante tutto, non riuscivo a togliermelo dalla testa. Ogni scusa era buona per passare più tempo possibile a casa di Serena: specie negli orari in cui lui, era solito frequentare la sua famiglia.Un giorno, mentre passeggiavo sul terrazzo, passando vicino a una delle gigantesche piante coltivate da Gisella -mamma di Serena- vedo il volto di Paolo illuminarsi improvvisamente. Sconcertata e con il cuore che mi batteva all’impazzata, iniziai a domandarmi cosa gli era successo per guardarmi in quel modo.Non potrò mai dimenticare l’intensità del suo sguardo mentre, si avvicinava protendendo le mani verso di me.- Ferma così Giada… non ti muovere! Mio Dio! Sei straordinaria con questa luce sul viso. E poi la tonalità del tuo vestito mette in risalto il verde dei tuoi occchi e il rosso dei capelli -.Guardai il verde brillante del vestitino di cotone leggero che avevo addosso: non notando nulla di particolare; ma, le sue mani che stringevano dolcemente le mie braccia avevano davvero qualcosa di straordinario! Fui pervasa da una serie di fremiti che aumentarono lo sfarfallio allo stomaco. Con voce rotta dall’emozione, riuscì a malapena a farfugliare qualche parola, perdendomi nell’abisso delle sue pagliuzze dorate. Le gambe mi tremarono dalla commozione, e in un attimo di cedimento, appoggiai le mie mani sul suo petto villoso, lasciato  a malapena scoperto dalla bianca camicia sbottonata. Al tocco delle mie mani anche lui ebbe un sussulto; quasi come se avesse percepito tutto l’amore che provavo per lui. Per un attimo i nostri sguardi s’incrociarono cercando una risposta a quelle sensazioni che ci stavano travolgendo.Laura