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L'apoteosi di un viaggio. Parte quinta " si cambia rotta".


La nave stava cambiando rotta: io e la mia flotta, navigavamo in religioso silenzio. Sentivo che questa volta il vento ci avrebbe condotto in una destinazione migliore; ma l’oneroso bagaglio che ci stavamo portando dietro debilitava le nostre forze e il nostro spirito.  Nonostante tutto, la piccola fiammella che ardeva in noi, non smetteva di illuminare le nostre speranze. Osservai la truppa scavando tra le loro rughe e squarciando il velo che ricopriva il loro sguardo. Cercai invano di capire se erano loro che avevano scelto me; o io che avevo scelto loro? Poi, mi venne spontaneo domandarmi chi fossi realmente io!Io ero il diario di bordo; quello che il capitano teneva segregato tra le sue cose più intime. Avevo raccolto le confidenze di ognuno e li avevo miscelati nella clessidra del tempo: la, dove  ognuno pativa per la disgrazia dell’altro e gioiva per la sua fortuna.Non mi sorprendeva, che nonostante la vita avesse provato più volte a dividerci, eravamo ancora tutti assieme. E non mi dispiaceva nemmeno l’idea che altre persone avessero cercato di far parte della nostra flotta e seguirci. Beh! A questo punto ritorna a far capolino l’ennesima domanda: erano loro ad aver scelto noi; o noi ad aver scelto loro?Tutto sommato, aveva poco importanza; anche perché avevano sostituito quelli che: o per propria scelta o perché costretti, avevano abbandonato la nave.Mi sporsi dalla balaustra per osservare meglio l’immensità del mare; grazie al cielo sereno e al clima mite, era davvero spettacolare con quel blu intenso costellato da una miriade di lapislazzuli argentati.Laura