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Tra sogno e realtà: 5


Una sala del locale, avevo voluto fosse destinata alla lettura. L’avevo fatta arredare in maniera sobria e funzionale; comode poltrone di cotone arancio e oro, erano sparsi ovunque; tavolini in cristallo, bassi e ampi, stracolmi di libri di ogni genere. Enormi librerie sovrastavano le pareti; mentre uno scaffale, riportava la scritta in oro con il mio nome “Leila Dusso”; inutile precisare che era riempito solo dai miei libri-. Tra l’altro, lo stesso locale riportava il mio nome “In vacanza da Leila”. Non avevo voluto tende per le ampie vetrate -solo delle scure che impedivano l’entrata dei raggi fastidiosi nelle ore più calde-; per il resto del giorno e della notte, avevo preteso che la gente ammirasse lo spettacolo più bello che la natura potesse offrirle: da un lato, albe sulle colline; e dall’altro, romantici tramonti sull’ampia distesa del mare. La massiccia struttura, costruita in pietra di tufo; era limitata da un lato, da piante di fichi d’india; e dall’altro da aiuole colorate; il tutto rendeva il luogo ancora più suggestivo -soprattutto di notte, quando era illuminato fiocamente da vecchie lampade a petrolio- quali erano appesi ai muri; quali delimitavano il viale sostenuti da un gambo di ferro antico-.Il piano bar era situato nella sala, dove dall’ampia terrazza, si aveva accesso direttamente dalla spiaggia –il che consentiva l’afflusso di più gente anche nelle ore diurne -. La mia abitazione invece, l’avevo voluta nel centro abitato; moderna e funzionale; piccola ma comoda. Un luogo accogliente arredato con pochi mobili; il pavimento di legno –poiché adoro camminare scalza-. Il mio regno, era la mia bella cucina; gli stipiti, con le ante in noce scure: incassati al muro e incorniciate da bianche piastrelle  ravvivate da disegni orientali, blu e verdi. La cucina è la stanza più grande della casa; dove tutti gli utensili fanno bella mostra di se, e allo stesso tempo, mi consentono di avere tutto a portata di mano: senza frugare in stipiti e cassetti.Gli amici e i parenti, avrei potuto benissimo invitarli al mio ristorante –ma preferivo cucinare personalmente per loro- accogliendoli con il dovuto affetto e rispetto nella mia casa.“Uno dei motivi che non mi ha mai fatto rimpiangere di aver lasciato mio marito, è proprio perché –mentre io cercavo mille motivi per mantenere pace- lui cercava continui pretesti per litigare; sia con gli amici, che con i parenti; e soprattutto, con me!” Laura