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La curiosità di Rosalinda,


 Quando tornarono i miei genitori, accampai un mal di testa furioso e mi rifugiai in camera. Il solo pensiero del cibo mi faceva venire il voltastomaco, e non volevo mi vedessero così sconvolta.Cosa dovevo fare adesso? Parlare coi miei era fuori discussione, così come avevo già scartato l'idea di denunciare Livio. In fin dei conti non mi aveva toccato, ma se non l'avessi minacciato cosa sarebbe successo?Al solo pensiero sentii la nausea risalirmi dallo stomaco, la testa mi girò e per poco non persi i sensi.“Ma non finisce qui stronza. Giuro che non finisce qui!”Le parole di Livio sembravano non volere abbandonare il mio cervello. Mi addormentai e risvegliai diverse volte quella notte, sino a quando, ormai all'alba, un'idea folle quanto incauta mi balenò nella mente.Avrei detto tutto a Igor.Avevo un tremendo bisogno di sfogarmi, e lui era l'unica persona di cui potevo fidarmi, ne ero certa.Con quella prospettiva, mi alzai e mi preparai. Volevo uscire prima del solito, non mi sentivo ancora pronta ad affrontare mamma e papà. Ma, proprio mentre stavo per girare la maniglia, mi sentii chiamare.Mio padre, con indosso il suo solito pigiama di flanella, mi stava osservando stupito.-Ieri sera non hai cenato, e stamattina te ne stai fuggendo come una ladra. C'è qualcosa che dovrei sapere Rosalinda?- disse calmo.Mi sentii avvampare. Non mi era mai piaciuto mentire, specialmente a lui ma, se avessi parlato, sarebbe andato a prendere Livio in pigiama.-Ho un'interrogazione alla prima ora papà. Ho studiato tutta notte e vorrei prendere un po d'aria. Vado a scuola a piedi anziché con l'autobus-Mi squadrò a lungo, dubbioso. Io cercai di mantenere un'aria tranquilla e indifferente, ma dentro stavo tremando.-Qualcosa mi dice che non è tutto. Ma per il momento va bene così. Stasera a cena faremo una bella chiacchierata ok?- disse infine.Annuii, forse troppo frettolosamente, quindi richiusi la porta e m'incamminai.In fondo non avevo mentito del tutto. Andai veramente a piedi e, durante il tragitto, ripassai mentalmente ciò che avrei dovuto dire a Igor. Non avevo la minima idea di quale sarebbe stata la sua reazione, ma la voglia di sfogarmi aumentava di pari passo col mio incedere.Una volta arrivata, mi sedetti sopra una panchina davanti alla scuola e attesi.Quando lo vidi arrivare, il mio cuore ebbe un sussulto. La decisione maturata sino a quel momento sembrò perdere consistenza, mi sentivo stupida.-Igor!-Non mi ero nemmeno accorta di parlare ad alta voce. Lui mi sentì e si voltò nella mia direzione, appariva sorpreso più che seccato. Attraversò velocemente la strada e mi raggiunse.-Cosa fai qua a quest'ora? Di solito sei una delle ultime ad arrivare- disse guardandosi attorno.Io mi alzai e mi afferrai le spalle, quindi scoppiai in un pianto disperato. Laura