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La curiosità di Rosalinda,


Lidia, improvvisamente, tacque. Ma non smise un secondo di fissarmi coi suoi bellissimi occhi.Il mio cervello, nel frattempo, lavorava a un ritmo frenetico. Disperatamente, cercai di elaborare una risposta sensata a ciò che avevo appena ascoltato. Ma, nonostante gli sforzi, non mi venne in mente nulla.-Allora. Lo pensava davvero?- m'incalzò Lidia sporgendosi in avanti, un'espressione ironica dipinta sul volto.Forse, fu proprio quel gesto a scatenare la mia reazione. Rabbia e impotenza mi investirono come una furia, mi alzai di scatto.-Adesso basta Lidia!- urlai.-Ho accettato di vederla, perché convinta che si trattasse di qualcosa di serio. Invece non ha fatto altro che sputare veleno su suo marito e su di me! Non so nulla di amanti o presunte tali, per cui la invito a lasciare subito il mio studio, ho già perso sin troppo tempo con lei-Lei non parve affatto sorpresa dalla mia reazione. Con calma, si alzò squadrandomi da capo a piedi.-Come psicologa, lei sa benissimo che spesso i pazienti mentono. Per paura, per vergogna o per qualsiasi altro motivo. Ebbene, devo dire che qualcosa da loro ha imparato. Solo che mentire è un'arte, e lei non è affatto portata per questo- disse con estrema calma.Voltandosi, si avviò con passo deciso verso la porta, per poi girarsi nuovamente una volta che l'ebbe aperta.-Non credo ci rivedremo, ne da sole ne tanto meno con Igor. Con lui, la risolvo io la situazione-Un attimo dopo, richiuse la porta lasciandomi sola.Tornando a sedermi, presi un respiro profondo, quindi venni scossa da violenti singhiozzi.Non feci nulla per fermare le lacrime che, copiose, mi rigarono il volto andando a bagnare i fogli sparsi sulla scrivania.In particolare, l'ultima frase pronunciata da Lidia, mi aveva provocato una sensazione strana, di pericolo. Pur non comprendendone appieno il motivo, mi convinsi che avrei dovuto chiamare immediatamente Igor.Afferrato il cellulare, composi il suo numero con dita tremanti. La linea era libera. Uno, cinque, dieci squilli. Ma perché non rispondeva? Con un motto di stizza, riprovai per un paio di volte quindi, frustrata, gettai il telefono sul ripiano. Decisi così di andare a casa, l'avrei richiamato più tardi. Sotto la doccia, Igor ripensò all'incontro con Rosalinda e all'imbarazzo che aveva provato. Tra poco, Lidia sarebbe tornata dall'incontro con le amiche, come avrebbe potuto affrontare la situazione?La calma apparente di quella mattina, dopo la sfuriata della sera precedente, non l'aveva per nulla convinto. Conosceva troppo bene sua moglie. Stava escogitando qualcosa, ne era certo, e ciò non gli piacque per nulla. Prima di tornare a casa, Lidia fece una deviazione verso la periferia. Raggiunta una strada poco illuminata, parcheggiò e scese dalla macchina.Fatti pochi passi, entrò in un vecchio portone retto a malapena dai cardini arrugginiti.Ne uscì pochi istanti più tardi. Sul volto, un'espressione indecifrabile.Danio.