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Colpevole o innocente? (La guardia


"Ho deciso di riprendere la scrittura di colpevole o innocente. Ancora unavolta approfitterò della preziosa collaborazione di Danio".    Prima di varcare la soglia della cella, ebbi il tempo di osservarmi allo specchio. Le occhiaie, scure come pece, testimoniavano la nottata appena trascorsa in quei pochi metri quadrati.Una branda malridotta su cui, come un sudario, giacevano disfatte le lenzuola tutt'altro che bianche.Con un gesto per me naturale, e con l'aiuto di una molletta rossa, mi appuntai i capelli in una crocchia. Un tocco colorato in tutto quel grigiore.Finalmente, mi voltai verso la guardia, in nervosa quanto malcelata attesa.-Possiamo andare, “signora”?-Ignorando volutamente il sarcasmo che trasudava da quel invito, gli mostrai i polsi.Il clic della chiave che chiudeva le manette mi fece sussultare.Del tutto fuori luogo, un pensiero mi attraversò la mente.Possibile che quel gesto, ripetuto migliaia e migliaia di volte, lo lasciasse del tutto indifferente?Osservandolo meglio, riuscii a percepire quale fosse la sua vita una volta fuori da quel luogo pregno di disperazione.Piatta e anonima, fatta di alcool e solitudine malamente repressa.Un mutuo sulle spalle, una moglie sciatta e petulante che lo assillava di continuo.Cosa poteva importare, a un individuo del genere, l'innocenza o la colpevolezza di qualcuno?Senza nemmeno rendermene conto, un fugace sorriso si disegnò sulle mie labbra.E questo lo fece oltremodo innervosire.-Ehi, che hai da fissarmi? Muoviti dai, il tuo avvocato ti sta aspettando, “signora”- Laura e Danio