ricomincio da qui

Aida


 E’ piacevole svegliarsi al mattino con il desiderio di avvolgersi tra le lenzuola calde. Nonostante il sollievo di non dover più soffrire per la calura opprimente, non potrei mai fare a meno di provare nostalgia per la stagione appena trascorsa.L’estate è sempre stata la mia preferita, aumenta l’opportunità di conoscere nuova gente e di fare lunghe passeggiate e gite lontano da casa. E poi c’è il mare.La casa che Marco aveva acquistato per la stagione estiva era situata a due passi dalla costa. Talmente vicina che potevo tranquillamente scendere a piedi sino alla spiaggia.Ed è stato proprio in una di quelle occasioni che conobbi Ovidio Strani. Un uomo dal fascino esotico e dal carisma impressionante. Con innata maestria, sapeva intrattenere amabilmente amici e conoscenti, uomini donne o bambini che fossero. Galante sino all’inverosimile, aveva il potere di far sentire una donna unica al mondo, anche quelle meno dotate.E la nostra amicizia era arrivata a tal punto che, quasi senza rendermene conto, lo obbligai a narrarmi parte delle sue avventure.Non nego che anche Marco era stato conquistato dalla sua dialettica e simpatia. Abbiamo trascorso molto tempo insieme e spesso, alla compagnia, si aggiungeva sua nipote Giulia. Una ragazza avvenente e disinibita, forse troppo per i miei gusti. In più d'una occasione, l'ho sorpresa a strusciarsi contro mio marito vezzeggiandolo con le più sofisticate moine. Zio Marco, lo chiamava con voce suadente. Lui, dal canto suo, sembrava gradire particolarmente quelle attenzioni, anche se credeva che gli altri non se ne accorgessero.Io e Marco eravamo sposati da vent’anni e, da qualche tempo, sembrava essere ringiovanito. I capelli brizzolati gli davano un aspetto seducente, e i suoi occhi grigio verdi sembravano ipnotizzare ogni giovane donna.Ovidio aveva notato il mio disagio quando Marco era in compagnia della nipote, eppure non aveva mai rinunciato a portarsela dietro anzi, negli ultimi tempi aveva aumentato le visite. Mi alzai dal letto e mi diressi verso la toletta. Versai l’acqua dalla brocca di porcellana nella bacinella e mi lavai mani e faccia. Mi asciugai con la tovaglietta di lino e mi spazzolai i lunghi capelli dello stesso colore dell’oro. Ammirai la mia snella figura allo specchio, e lasciai scivolare la larga camicia da notte sulle spalle. Mi scoprii totalmente, e rabbrividii di piacere al ricordo di quella volta che Ovidio mi aveva sorpreso a fare il bagno nuda al mare. Com'ero solita fare, mi ero recata in spiaggia molto presto, quando la battigia era deserta e affascinante. Era stata una notte calda e afosa, e il desiderio di un bagno fresco era stato impellente. Cosi, arrivata in spiaggia, mi tolsi velocemente l’abito lungo di cotone azzurro e mi tuffai nelle acque cristalline.Quando uscii dall’acqua, mi sdraiai sulla sabbia per asciugarmi e chiusi le palpebre per un istante. Quando li riaprii, trovai Ovidio che indugiava sfacciatamente sulla morbidezza delle mie curve, sembrava volesse divorarmi con gli occhi.Non so per quale arcano motivo, non feci nulla per nascondere la mia nudità. Rimasi immobile nella mia posizione, non trovando nulla da cui discolparmi.I nostri occhi s’incontrarono, e il desiderio sembrava aver colto inaspettatamente entrambi. La sua mascella contratta me ne diede conferma. Sembrava sul punto di piombare su di me e toccarmi. Non lo fece, mentre io desideravo ardentemente che osasse. Poi, improvvisamente, si girò dall’altra parte. Con voce dura, mi urlò di rivestirmi altrimenti non avrebbe potuto più rispondere delle proprie azioni.Imbarazzata, ubbidii senza farmelo dire due volte. Dopo aver indossato il vestito, gli dissi che poteva girarsi. Lui lo fece, ma il suo viso paonazzo e i suoi occhi neri lucidi, tradivano il suo crescente desiderio. Mi confidò che aveva una gran voglia di stringermi tra le braccia. Mi sentivo confusa ed eccitata, e una morsa mi attanagliava lo stomaco. Poiché non ero in grado di gestire le diverse sensazioni che mi avevano colto, scappai verso casa. Lui m’inseguì e mi abbracciò da dietro stringendomi forte per la vita. Il suo respiro caldo mi accarezzava il collo mentre mi sussurrava di non rifare mai più il bagno nuda, aggiungendo che non sopportava l’idea che altri avrebbero potuto trovarsi inavvertitamente al posto suo.-Aida, nonostante tu sia felicemente sposata, mi appartieni! Sei mia amica e ti voglio un bene dell’anima ma, a parte tuo marito, non tollero che qualcun altro posi gli occhi su di te- aveva detto col viso stravolto.Non riuscivo a capire quella gelosia improvvisa. Aveva sempre avuto tante donne ai suoi piedi, più giovani e belle di me.A fatica si sciolse dall'abbraccio, lasciandomi proseguire da sola verso casa. Da allora, le cose tra di noi cambiarono. Quando c’incontravamo o veniva a casa mia, a parte la fastidiosa compagnia di Giulia si presentava con donne sempre più giovani che sembravano pendere dalle sue labbra.Fu un’estate molto strana quella, poiché sia mio marito che Ovidio, sembravano preferire la compagnia delle ragazze a quelle di noi signore più mature.Dal canto mio, infastidita e amareggiata per quel loro insultante comportamento, mi rifugiai nella pittura. Non avevo nessuna intenzione di finire come le mie amiche, frustrate e gelose perché tradite dal proprio consorte con ragazzine. Avevo una mia dignità, e non mi sarei certo lasciata smontare da certi atteggiamenti idioti e infantili.Comunque l’estate era ormai agli sgoccioli e, molto presto, Marco e io avremmo lasciato la località balneare per recarci nella nostra residenza invernale in città. Avrei potuto finalmente riprendere i miei impegni di volontariato presso gli orfanotrofi e dedicarmi alla beneficenza. Mi piaceva occuparmi di bambini, e i miei figli, Salvatore e Antonio, dopo essersi entrambi sposati, erano andati a vivere oltreoceano lasciandomi sola e con tanto tempo libero a disposizione.Laura e Danio