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OMBRE DAL PASSATO 9


Guido Torri osservò l'abitazione del professor Centi a lungo. Le persiane erano serrate, il cancello sprangato e mucchi di foglie ricoprivano il vialetto d'accesso. Segni evidenti che la casa era disabitata, e da diverso tempo anche. Scese dall'automobile e si guardò attorno, la via era deserta e silenziosa. Senza indugiare si avvicinò al cancello quindi, dopo essersi dato un'ultima occhiata alle spalle, lo scavalcò senza troppa difficoltà.La porta d'ingresso era in legno massiccio, sfondarla sarebbe stato impensabile. Per forzarla poi, avrebbe avuto bisogno di attrezzi che, vista l'improvvisazione, non aveva pensato di portare con se. L'unica soluzione, sarebbe stata quella di trovare una finestra aperta, o anche solo accostata. Rompere un vetro sarebbe stato un gioco da ragazzi, e l'unico problema poteva essere rappresentato da un eventuale sistema d'allarme. Ma a quello ci avrebbe pensato successivamente, l'importante era riuscire ad entrare. Allontanandosi dall'ingresso principale, iniziò a costeggiare il muro rimanendo leggermente piegato in avanti. Alberi e siepi gli offrivano una discreta copertura ma un casuale passante, fermandosi, avrebbe potuto notarlo.Infine la trovò proprio sul retro, al riparo da sguardi indiscreti e possibili pericoli. Le persiane erano in parte aperte e, scostandole ancora di qualche centimetro, riuscì a sbirciare all'interno.Si trattava della cucina. La dispensa e il piano di lavoro, alla sua sinistra, erano ben visibili. Al centro, un grande tavolo completamente sgombro attorniato da quattro sedie. Sulla parte destra, che non poteva vedere, si trovavano probabilmente il frigorifero e il lavello. Guardando verso gli infissi, cercò di capire se vi fosse collegato un sistema d'allarme ma, a prima vista, non notò ne telecamere ne strani cavi. I vetri sembravano doppi, ma quello non sarebbe stato un problema. Rinfrancato, raccolse da terra un grosso sasso appuntito quindi, senza esitare oltre, lo scagliò con forza contro il vetro.********Martin cercò di destreggiarsi nel traffico caotico.-La villa di Centi si trova dall'altra parte della città- disse quasi a giustificarsi.Al suo fianco, Giusy gli mise una mano sul braccio.-Non preoccuparti, non c'è bisogno di provocare un incidente. Sono certa che non lo troveremo, ma tentar non nuoce, giusto?-King annuì, quindi sorpassò un paio di automobili che stavano andando a rilento. L'intenzione della giornalista di non avvisare la polizia sul momento non l'aveva convinto ma, ripensandoci, Giusy aveva ragione. Senza prove, e basandosi solo su supposizioni, accusare il professore di una cosa simile poteva essere molto pericoloso.-E in questo caso cosa vorresti fare, entrare abusivamente forse?-La giovane donna sembrò pensarci per un istante.-E perché no? Non sarebbe certo la prima volta- rispose con un sorriso.Rischiando seriamente di tamponare un furgone che li precedeva, Martin voltò la testa di scatto.-Tu mi farai finire in galera, lo sai vero?-Giusy scoppiò in una fragorosa risata.-Per così poco? Non preoccuparti, ho tutto il necessario per entrare e non lasciare nessuna traccia- nel dirlo, aprì la borsetta e ne fece uscire qualcosa. Sulle prime poteva sembrare un normalissimo portachiavi ma, a una più attenta osservazione, si poteva notare che al posto delle chiavi si trovavano oggetti utili allo scasso. Vedendo l'espressione meravigliata del compagno, si affrettò a rassicurarlo ulteriormente.-Come ti ho detto, l'ho già fatto altre volte e non è mai accaduto nulla. Basterà che tu mi copra le spalle, al resto penserò io-Martin alzò gli occhi al cielo, la determinazione di quella donna non finiva mai di stupirlo.-Saremo sul posto tra una decina di minuti, che Dio ce la mandi buona- si limitò a dire.*******Dopo essersi calmato, il professor Centi s'incamminò in cerca di un taxi. La situazione gli aveva preso la mano, gli eventi erano precipitati e la necessità di far perdere le proprie tracce era diventata la sua priorità. Ma aveva bisogno di quei soldi, e per farlo aveva assoluto bisogno di parlare col direttore. Unica consolazione, il fatto che la polizia non l'aveva ancora contattato e quello, senza dubbio, gli dava ancora un certo margine di movimento. Trovato il taxi, salì sul sedile posteriore e diede l'indirizzo all'autista. Tornare alla villa sarebbe stato un rischio, ma doveva assolutamente recuperare alcune cose. Documenti e altre carte si trovavano in cassaforte, non si era fidato a portarle con se quando, alcuni giorni prima, si era trasferito in un piccolo appartamento preso in affitto. Tastandosi il taschino interno della giacca, si assicurò che il biglietto aereo fosse ancora al suo posto, quindi si lasciò andare sullo schienale.Danio e Laura