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Il vecchio mulino. 4


Dopo aver ben sprangato porta e finestre, Louis tornò rapidamente al mulino. Pur essendo di casa in quel ammasso di vecchi ruderi, non si era mai avvicinato alla pala, tanto meno avrebbe mai pensato che qualcuno sarebbe stato in grado di rimetterla nuovamente in funzione. Nonostante quello che aveva detto a Giada, non credeva veramente che il suo aggressore si trovasse ancora nei paraggi, ma la prudenza non era mai troppa. Avvicinandosi ad essa con fare guardingo, si mise carponi e l'esaminò attentamente.In breve tempo, riuscì a capire come aveva fatto quel individuo a rimetterla in moto. Pur arrugginiti infatti, i meccanismi sembravano perfettamente funzionanti, ragion per cui, pensò, l'uomo doveva essere uno del paese e che conosceva molto bene il posto. Quel pensiero non fece altro che aumentare il proprio malumore, ma se voleva scoprire qualcosa doveva fare domande in giro. Le parole di Giada riguardo la polizia gli frullarono nella mente come api impazzite, e a voler ben guardare non aveva tutti i torti. Ma non nutriva nessuna fiducia in loro, spesso lo deridevano e, a volte, sapevano essere anche crudeli.No, avrebbe indagato per proprio conto, ma solo dopo che Giada si fosse rimessa, non si fidava a lasciarla sola e, con quel pensiero in testa, si affrettò a tornare verso casa. Dopo essersi disfatto in fretta e furia del costume, l'uomo tornò in paese e si rinchiuse in casa. L'arrivo di quel bestione aveva rovinato tutto, ma già meditava come avrebbe potuto prendersi la rivincita. Quella stronzetta gli era scappata per un soffio, e il bruciore alla guancia era li a ricordarglielo. Protetta da quel mezzo scemo, sarebbe stato difficile avvicinarla, avrebbe dovuto creare un diversivo, distogliere l'attenzione, e aveva già in mente come farlo. Decisamente preoccupata, la signora Filomena compose il numero di Giada e rimase in attesa. Uno, cinque, dieci squilli, nulla. Era già accaduto, in passato, che non si fosse presentata, ma si era sempre premunita d'avvisarla, per lo meno. Rimettendo a posto la cornetta, si chiese se fosse il caso di chiamare la polizia, ma poi decise che forse stava esagerando. Avrebbe atteso ancora qualche ora, ecco cosa avrebbe fatto poi, se non avesse avuto notizie, si sarebbe rivolta agli agenti. Un leggero bussare alla porta la distolse da quei pensieri.-Avanti!- disse a voce alta. Non aveva mai chiuso a chiave, non aveva mai ritenuto che fosse necessario, nonostante Giada avesse più volte tentato di convincerla del contrario.Un uomo si stagliò sulla soglia.-Buongiorno, signora, vengo da parte di Giada. Ha avuto un piccolo incidente, nulla di preoccupante stia tranquilla, ma è in pensiero per lei, e mi ha mandato a vedere se avesse per caso bisogno di qualcosa-Sistemandosi gli occhiali, Filomena cercò di mettere bene a fuoco colui che si trovava davanti.-E lei chi è?- chiese sospettosa. Aveva parlato d'istinto ma qualcosa, nei suoi lineamenti, gli ricordava qualcuno.-Ho appena chiamato Giada a casa, non è che si trova in ospedale?- disse avvicinandosi.-Ma...ma tu sei...-Senza darle il tempo di proseguire, l'uomo scattò come un serpente afferrandola per il collo. Debole e segnata dall'artrite, la povera donna non ebbe neppure il tempo di gridare.Gli occhiali volarono sul pavimento mentre, con violenza, l'uomo le premette con forza un fazzoletto bagnato sulle labbra. L'odore di cloroformio le invase le narici poi, dopo qualche secondo, tutto si fece buio. Louis trovò Giada seduta in poltrona.-Bene, vedo che fai in fretta a recuperare- disse con un sorriso.Seppur ancora pallida, la ragazza inclinò la testa di lato e lo ricambiò.-Dove sei stato? Non dirmi che sei tornato in quel posto orribile!-Chinando il capo, Louis annuì.-Volevo vedere se...se...-Alzandosi, Giada gli si fece incontro e gli mise una mano sulla spalla.-Ascolta, Louis. Sto' molto meglio e sono in grado di camminare. Dobbiamo andare immediatamente alla polizia e raccontare tutto quello che è successo. E poi...mio Dio!- come se solo in quel momento avesse ricordato qualcosa.-La signora Filomena! Mi era completamente passato di mente. Chissà come sarà in angoscia!-Louis sembrò spaventato da tanta veemenza.-Forza, andiamo. Prima di recarci in paese dobbiamo passare da lei, voglio rassicurarla-E senza aspettare oltre, si diresse verso la porta.Danio e Laura.