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L'amore in un libro: parte tredicesima.


-L'intervento è riuscito, ma solo tra qualche tempo sapremo con certezza se ha perso del tutto l'uso delle gambe-Suo malgrado, l'infermiera non poté evitare di portarsi le mani alla bocca.-Così giovane- riuscì solo a dire. Nonostante l'esperienza maturata in anni di terapia intensiva, le parole del dottor Morandi l'avevano sconvolta. Il chirurgo allargò le braccia, sembrava abbastanza ottimista dopo tutto.-Purtroppo la lesione alla spina dorsale si è rivelata molto grave, ma confido sulla giovane età e la voglia di vivere, a volte ho visto veri e propri miracoli-L'infermiera parve parzialmente rincuorata da quelle parole.-Sono appena stata da lei, era ancora sotto l'effetto dell'anestesia e l'ho lasciata riposare, penso sia meglio andare a darle un'occhiata- Quando medico e infermiera entrarono nella stanza, Virginia li guardò come se avesse appena visto dei fantasmi. Pallida e sudata, cercò di mettersi a sedere con l'aiuto delle braccia.-Cos'è successo alle mie gambe? Perché non riesco a muoverle? Resterò paralizzata, non è vero?- urlò istericamente. Un fuoco di fila di domande che sconcertò sopratutto il giovane medico.-Ma non era ancora sotto l'effetto dell'anestesia?- riuscì a dire prima che l'infermiera, riavutasi da quella sorta d'aggressione verbale, corse al suo capezzale.-Calmati, cara, calmati- le sussurrò con tono gentile mentre prendeva una pillola dalla tasca del camice.-Gemma, ti prego, dimmelo tu, resterò paralizzata vero?-Nel frattempo, anche il dottor Morandi si era avvicinato, sembrava perplesso.-Gemma?- disse guardando l'infermiera.Aiutandola con un braccio, quest'ultima le sollevò la nuca e le infilò la pillola in bocca.-Adesso bevi e stai tranquilla, è tutto a posto-disse avvicinandole un bicchiere di plastica alle labbra.Virginia mandò giù una sorsata d'acqua, quindi fissò il cartellino appeso al camice dell'infermiera.-Cristina? Ma io ho parlato con Gemma poco fa...tu sei Gemma!-Medico e infermiera si scambiarono un'occhiata, quindi il chirurgo cercò di prendere in mano la situazione.-Ascolta, Virginia. Hai avuto un brutto incidente e sei appena uscita dalla sala operatoria...-La giovane sgranò gli occhi, dove aveva già sentito quelle parole?-...e solo tra diversi giorni sapremo con esattezza l'entità del danno- stava dicendo Morandi.-Agata!- esclamò di colpo.-Dov'è Agata? Te ne ho parlato prima...- ignorando il medico e rivolgendosi nuovamente all'infermiera -...così come ti ho chiesto dei miei zii....Gemma!-Accarezzandole un braccio, Cristina continuò rivolgersi a lei con estrema calma.-Ti sei appena svegliata dall'anestesia, Virginia. E' la prima volta che parliamo da quando sei stata operata, hai solo sognato, è assolutamente normale-Virginia aprì la bocca per dire qualcosa, quindi scosse la testa con violenza, col solo risultato di aumentare a dismisura le fitte di dolore.-No! Agata era qua con me e abbiamo parlato, così come ho fatto con te...non sono pazza!-Provata da quello sforzo, si lasciò quindi andare sul cuscino per poi scoppiare in un pianto irrefrenabile.-Le somministri un calmante, tornerò a vederla più tardi- intervenne Morandi con decisione. Dopo pochi istanti, Virginia si sentì pervadere da un piacevole benessere. Il dolore sparì quasi del tutto, mentre le palpebre faticavano sempre più a rimanere aperte.“Agata...Gemma...Cristina...”Quei nomi le rimbombarono a lungo nel cervello, accavallandosi uno sull'altro così come il volto severo del dottor...oddio....non se lo ricordava proprio...-E' un bravo chirurgo, e ha fatto di tutto per salvarti le gambe, non devi avercela con lui-Pur nel torpore, riconobbe subito la voce.-Agata...--Si, cara, sono qui. Ti ho detto che non ti avrei lasciata sola, ma adesso devi riposare, ed io veglierò su di te-Pur non riuscendo a scorgerne la figura, Virginia sentì le dita di Agata intrecciarsi con le proprie.-Devi solo avere pazienza. Una volta a casa sarà tutto diverso, te lo prometto-Virginia avrebbe voluto parlarle, chiederle chi fosse, perché somigliasse tanto alla protagonista del suo libro preferito. Ma la sonnolenza stava per avere la meglio e, chiudendo gli occhi, strinse ancor di più la mano della donna che aveva al fianco.Danio e Laura