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L'amore in un libro(23esima parte)


-Mi dispiace, mi dispiace tanto, Virginia-Visibilmente a disagio, il professor Stewart lasciò la stanza lasciandola sola con Lucas.-Io...io non ci credo- mormorò la ragazza.Togliendole il giornale dalle mani, il fisioterapista lo appoggiò sul comodino.-Una vera tragedia, ma tu adesso devi pensare solo a guarire-Asciugandosi le lacrime dal viso, Virginia scosse piano la testa.-Sono io la causa, stanno morendo tutti per colpa mia--Ma non dire sciocchezze!- s'inalberò Lucas.-Sei impossibilitata a muoverti, hai subito grossi traumi, come potresti essere tu la causa?-Rendendosi conto di aver alzato troppo la voce, il giovane le prese la mano.-Scusami,non era mia intenzione--Spero solo non abbiano sofferto- proseguì Virginia come se non l'avesse udito.-Nell'articolo,c'è scritto che sono state le esalazioni a ucciderli, non hanno sofferto, stai tranquilla- continuò Lucas.-Adesso cerca di riposare, tornerò tra un paio d'ore-Rimasta sola, Virginia riprese il giornale e rilesse nuovamente l'articolo.Tragedia in un condominio popolare in pieno centro cittadino.Nella notte di ieri, un violento incendiosi è sviluppato in un appartamentodel secondo piano. La causa più probabile,secondo il comandante dei vigili del fuoco,potrebbe essere un corto circuito,ma ogni possibilità non è stata ancora esclusa.A perdere la vita nel rogo, i componenti diun'intera famiglia, padre, madre e l'unico figlio.Virginia lanciò il giornale a terra. L'immagine degli zii e del cugino, arsi vivi, le passò di continuo dinanzi agli occhi. Si sentì in colpa per come li aveva trattati, provò un rimorso tremendo, non poté farne a meno. Ma Lucas aveva ragione, come poteva essere responsabile di tutto ciò?-Siamo a metà dell'opera mia cara, sta andando tutto bene-Virginia riconobbe immediatamente la voce ma, nonostante questo, si rifiutò di aprire gli occhi, non voleva vederla.-Vattene,non voglio più vederti!--E infatti non puoi vedermi, ma sentirmi si- rispose la voce.Automaticamente,Virginia dischiuse le palpebre e si guardò attorno. La stanza era vuota, non c'era alcun dubbio.-Dove sei?- disse con voce roca.-Non ha importanza, quello che conta è che tu abbia bene in mente ciò che sta avvenendo-Impaurita,ma ben decisa a non farsi sopraffare, Virginia si mise a sedere sul letto.-Tu non esisti, sei solo il frutto della mia mente malata!- disse avoce alta.-Non la pensavi così, sino a poco tempo fa-Appoggiandosi al deambulatore, Virginia scese dal letto.-Sei solo il personaggio di un libro, una detenuta che ha commesso un reato ed è stata liberata, nulla più!--Sei una sciocca se pensi di offendermi con queste cose, tu mi hai evocato, tu hai voluto il mio aiuto, ed ora vorresti rinnegarmi. Non funziona così, Virginia- rispose la voce.Sudata e ansante per lo sforzo, la ragazza iniziò a girare per la stanza.A me piaceva il libro, e il tuo personaggio mi aveva affascinato, ma non mai pensato di evocarti, cosa cazzo vuoi da me!-Silenzio.-Cosa cazzo vuoi da me!- ripeté Virginia con più energia.-Sto'solo aiutandoti a realizzare ciò che hai sempre voluto-Virginia scoppiò in una risata isterica.-E cosa avrei sempre voluto? Sterminare tutta la mia famiglia?--Esatto,Virginia. Tu sei malata, e nella tua pazzia stai riuscendo nel tuo intento, grazie al mio aiuto-Le gambe le cedettero, mentre la presa sul deambulatore divenne improvvisamente incerta.Nel crollare sul pavimento, con la coda dell'occhio riuscì a scorgere una sagoma alla sua destra.-E non è ancora finita, Virginia-