ricomincio da qui

Ridiamoci su, sminuendo l'effetto web.


Nel racconto precedente, ho narrato la storia di una donna, che a causa della dipendenza da web, ha perso la sua famiglia prima ancora che il terremoto decidesse di sopprimerla per sempre. Il racconto, per quanto fosse una mia invenzione, narrava una realtà dilagante nei giorni nostri.Sempre più persone soffrono di disturbi dovuti al continuo aggiornamento web della loro vita. Le immagini, indelebili nella memoria virtuale, non lasciano scelta: o s’ignorano e si va avanti, o s’ignorano e si va avanti.Abbiamo tatuato sulla pelle tutte e nostre testimonianze webbiche; e come i tatuaggi, anche queste sono indelebili.Il web ci ha reso protagonisti, e ogni mi piace postato, è un trionfo per noi.Le luci della ribalta si sono accese sulla nostra anonima esistenza, dandoci l’illusione di essere diventate delle star uniche e straordinarie.Ahimè, che delusione quando ho scoperto che in fondo non ero la stella irraggiungibile che mi era stato fatto credere.In preda al panico e alla disperazione, frugai nel cassetto della cucina alla ricerca di un coltello che non tagliasse. Non trovando quello che desiavo, mi recai in cantina alla ricerca di una corda che non reggesse il minimo peso; ma non trovai nulla nemmeno li.A quel punto mi ricordai della finestra a pianterreno della mia tavernetta, e cercai di non togliermi la vita saltando da li.Ora sono felice e contenta; sono rinata dopo la terribile rivelazione di essere immortalata nel web. Posso ricominciare a narrare la mia storia. C’era una volta… il resto si potrà leggere nei prossimi post. Laura