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Certi notti, invece capisci che ...


Anche questa notte la mia testa ha fatto le ore piccole. Mi sono addormentata, quando ormai s’intravedano le prime luci dell’alba dalle persiane socchiuse . Stanca del mio malessere psicologico, dopo aver sgranato un rosario, intavolai una conversazione con il Divino.  Devo ammettere che è stato un discorso costruttivo: è riuscito a mettere pace definitivamente nella mia testa, sciogliendomi ogni dubbio.-E’ normale godere dei successi altrui, nonostante non sia invece il mio periodo migliore?-Fu la prima domanda che gli rivolsi.-Certo che è normale! E’ strano invece che tu ti sia posta questa domanda!-Esclamò sbigottito il Divino.-Beh… a dire il vero per me lo era. Solo che il mio entusiasmo è stato smorzato da un tono tagliente che mi ha rimesso subito al posto, sottolineando a caratteri cubitali, che il successo degli altri marcava il mio fallimento (se così si può chiamare poi)-.Il Divino ci pensò un po’ e poi mi domandò:-Quante dita ci sono in una mano?- -Oh ma è facilissimo, sono cinque!- -Brava! E dimmi, sono tutte uguali?--Beh no … perché?--Nonostante le misure siano diverse, io non rinuncerei nemmeno al mio mignolino-Come c’intendevamo bene io e il Divino. La sua metafora mi fu così comprensibile, che per un attimo io non ebbi più nulla da dire.  Dopo un po’, ripartii alla carica chiedendogli un consiglio: -Pensi che sia il caso di mostrarmi un po’ invidiosa, giusto per fare esaltare l’ego dei vincitori?- -Ma no! Non devi mostrare affatto ciò che non provi. E poi ricorda… in questo caso, è il tuo ego che deve esultare; poiché quando tutti pensavano che non avrebbero trionfato, tu eri l’unica a crederci. E ora accoccolati e lasciati cullare con la nenia che abbiamo scritto insieme-.La presceltaLa mora donzella seduta in riva al fiumesfinita e triste si lisciava le piumeUn passero solitario raccolse il suo lamentoe dalle sue lacrime ne bevve il tormentoFortificato dalla cristallina bevutaIn un enorme animale alato esso si tramutaCarica in groppa la mesta fanciullae della sua schiena ne fa una cullaLa lascia sprofondare in sonno fatatotrasportandola in un mondo incantatoSu una soffice nuvola l'adagia dolcementespingendola con un soffio nei giochi della menteLa protegge da ogni infida creaturaper mantenere la sua anima innocente e puraSempre vicino, costante e pazientele tiene la mano teneramentestringendola nella sua zampetta dorataavvolgendola protettivo con la sua spalla alataPer lei, lui è il sole, la luna e le stelleIl mare, la terra e le infinite cose belleDal suo amore perpetuo si lascia guidareIn sentieri intrisi di voglia d'amaredove la passione non è soltanto carnalitàma voglia di vivere la vita nella sua totalitàPer lei ha creato un tappeto d'argentoper farla camminare al centro del firmamentoHa trasformato ogni sua ora normaleper farla sentire ogni giorno specialeL'ha sollevata da ogni fardello pesantee ne ha baciate le sue mani santeLei era la prescelta, l'anima anelatacolei che avrebbe condiviso la sua vita beata.Laura