ricomincio da qui

Pinocchio 2.0 (sesto capitolo)


-Cos’hanno in comune un corvo e uno scrittoio?- ripeté Pinocchio.Gatto e Volpe si scambiarono un’occhiata, o meglio, fu Volpe a farlo.-Ma chi l’ha inventato, non ha senso!- disse Gatto.-E nemmeno una soluzione!- ribatté Volpe.Totalmente intento a fissare la porta, Pinocchio non rispose.-Il papà di Alice, l’ha inventato, e una soluzione ci dev’essere per forza- rispose Lepre Marzolina.-Alice, e chi è Alice?- esclamarono in coro i due compari.Lepre alzò gli occhi al cielo e allargò le zampette.-Se non sapete chi è Alice…sparatevi! Nessuno vi ha mai letto le fiabe, da piccoli?--Ci sono!-Colti di sorpresa, i tre sobbalzarono e si voltarono verso l’ex burattino.-È molto più semplice di quanto si possa credere, strano che nessuno l’abbia mai risolto- disse con un ghigno.-Dai, non tenerci sulle spine, parla!- l’esortò Volpe.Facendo un po il prezioso, Pinocchio si avvicinò ancor di più alla porta.-Cosa usano i corvi per volare?--Le ali!- disse Lepre.-E di cosa sono ricoperte?--Di piume!- intervenne Gatto.-Fuochino--Di penne!- disse Volpe quasi strozzandosi.-Esatto, e cosa si trova solitamente su uno scrittoio?--Le penne!- esclamarono all’unisono.Sorridendo, Pinocchio guardò Lepre.-Cosa devo fare adesso?--Nulla di più semplice. Devi solo appoggiare i palmi sulla porta, farti la domanda completa e poi rispondere, dovrebbe funzionare-Con una certa apprensione, Pinocchio fece ciò che gli era stato detto e chiuse gli occhi.-Cos’hanno in comune un corvo e uno scrittoio?….le penne!- scandì a voce alta.Per un istante non accadde nulla poi, con un leggero scricchiolio, la porta iniziò ad aprirsi.-Ce l’abbiamo fatta!- urlò Volpe.-Bravo pezzo di legno!- gli fece eco Gatto-Silenzio, ora viene la parte più pericolosa, dobbiamo rimanere uniti e in silenzio- li ammonì Lepre.Detto questo, si avvicinò alla porta che, nel frattempo, si era aperta del tutto.-Si tratta anche per me della prima volta, però se vado avanti posso orientarmi, sei d’accordo?-Pinocchio annuì, quindi si volse verso gli altri due.-Volpe, tieni quel gattaccio per mano e cercate di stare zitti, per una volta. Lepre farà strada, voi starete in mezzo e io chiuderò le fila, siamo d’accordo?-Volpe aprì la bocca per dire qualcosa, ma Pinocchio alzò un dito, minaccioso.-Ho detto silenzio, da adesso!-Il corridoio per cui si incamminarono, era talmente stretto e basso che Pinocchio dovette abbassarsi per poter procedere. Per fortuna Lepre aveva con se dei fiammiferi che usò per fare luce, altrimenti avrebbero dovuto avanzare al buio.-Non dovrebbe essere molto lungo, e dovremmo sbucare proprio dietro le segrete- sussurrò Lepre.-E i soldati?- domandò Pinocchio.-A quelli penseremo una volta arrivati, dovremo escogitare qualcosa-Dopo altri cinque minuti di cammino, arrivarono a un’altra porta.-Oh no, un altro indovinello?- esclamò Volpe a voce troppo alta, tanto che Pinocchio la fulminò con lo sguardo.-No, qui più che altro servirebbe qualcosa con cui scassinarla- rispose Lepre.-Ci penso io. Volpe, accompagnami accanto alla porta- intervenne Gatto.Quando vi fu vicino, alzò il bastone e lo fece roteare.-Se qualcuno mi da una mano, ha la punta in ferro ed è molto robusto--Dai qua- disse Pinocchio strappandoglielo di mano.In breve, infilò la punta tra stipite e legno e fece forza. Dopo due o tre tentativi, si udì uno schiocco secco e la porta cedette.E in quel momento accadde il finimondo.Con urla selvagge, una decina di soldati si infilarono nell’angusto passaggio e li circondarono. Erano dei colossi, indossavano pesanti armature e brandivano spade minacciose.Volpe cercò di fuggire ma uno di loro, velocissimo nonostante la mole, lo rincorse e lo stese con una violenta spinta, quindi gli puntò la spada alla gola.-NO!-Il soldato si fermò di colpo, agguantò Volpe per il collo e lo riportò dagli altri.-La regina li vuole vivi, te ne sei forse scordato?-Togliendosi l’elmo che gli ricopriva il volto, l’uomo che aveva impartito l’ordine si profuse in un profondo inchino.-Benvenuti nel regno della regina di Cuori, signori, vi stavamo aspettando- biondiccio, un viso non bello ma gradevole, Rocco li guardò uno a uno.-Non so chi di voi abbia risolto l’indovinello, ha tutta la mia ammirazione. Peccato ci fosse un allarme, che io stesso ho installato-Riavutosi dallo shock, Pinocchio fece un passo in avanti.-Sono stato io, con chi ho il piacere?- disse cercando di dissimulare il tremito.-Non avevo dubbi in proposito, quei due sembrano abbastanza rincoglioniti…- disse indicando Gatto e Volpe.-Mentre quella traditrice di Lepre l’avrebbe fatto prima, se solo ne fosse stata in grado, non è vero?-La poveretta si rannicchiò contro la parete e chinò il capo.-Ma di questo ne dovrai rispondere alla regina, e sai quali sono le pene. Ah, scusatemi, non mi sono ancora presentato. Sono Rocco, convivente della Regina e suo futuro sposo, per servirvi-Pinocchio deglutì. Finalmente lo vedeva di persona, ma non si trattava certo dell’occasione più propizia. Cos’aveva in serbo per loro?Danio Mariani