ricomincio da qui

Fanciullesche memorie.


 Mi abbandonai sulla poltrona, con lo sguardo fisso sulla fiamma che guizzava leggiadra tra gli ardenti ciocchi nel caminetto. A volte lo osservavo per ore, senza fare altro. Era un modo singolare di comunicare a me stessa i propri dilemmi,  immaginando  che gli scoppiettanti messaggi, fossero la risposta del fuoco.La pelle leggermente arrossata delle ginocchia, mi avvisava che se non mi fossi allontanata in tempo, avrei potuto ustionarmi. E invece di seguire il tacito segnale, lasciai che le gambe assumessero un colore pigmentato di rosa, qualcosa di simile all’aspetto della mortadella.La leggera brezza invernale dondolava dolcemente le fronde dei giganteschi alberi, disegnando ombre sinuose sulle bianche pareti della sala,Adoravo quella calda atmosfera Natalizia che m’induceva ad  accoccolarmi, rannicchiandomi in cantuccio sulla poltrona, fino a toccare il mento con le gambe.Il gradevole tepore della pelle, invitava le mie labbra a depositare una serie di timidi baci sulle ginocchia arrossate.Non c’era solitudine in quella casa avvolta nel silenzio. persino gli oggetti  sembravano prendere la parola; mentre l’enorme albero di Natale, con la punta che toccava il soffitto, sembrava eseguire la danza del ventre, a causa delle fiamme guizzanti che si specchiavano negli argentei decori.L’ignaro passante che spiava da dietro le finestre poco illuminate, non avrebbe mai potuto immaginare l’armonia e la pace che regnava in quella casa solitaria, dalle grigie pareti esterne.Solo chi possedeva una fervida fantasia come la mia, poteva intuire cosa si celava dietro il fermo immagine immortalato da un bravo fotografo.Memorie che il tempo aveva sapientemente conservato nella mente fanciullesca.