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Il dono dell'insegnamento


Parlare della mia infanzia non mi provoca alcuna sofferenza, al contrario, sotto certi aspetti ritengo di essere stata molto più fortunata di altre. La vita passata in collegio ha avuto lo stesso effetto del chiaro scuro, quelle poche settimane trascorse a casa durante le feste erano diventate delle bellissime vacanze da vivere con il fiato sospeso; ogni attimo era importante e intenso. Chi sta sempre nella famiglia da tutto per scontato e non si rende conto della fortuna che ha di averla sempre accanto; mentre chi non possiede questa possibilità sin dall’infanzia, inizia sin da subito ad apprezzarne i valori.So bene che non è per tutti così, e qualche membro della mia stessa famiglia ci ha dato del filo da torcere; ma alcune persone sembrano essere nate sotto il segno del male, avendo persino la creatività di costruirselo giorno per giorno, e  il tempo anziché migliorarle, le incattivisce di più.Ritornando alla mia infanzia, passato il primo anno da incubo con la maestra delle elementari che era una vera e propria arpia e meritava essere esonerata dall’albo degli insegnanti, il secondo anno ebbi la fortuna di essere seguita da un insegnante straordinaria che ancora oggi ritiene il primato assoluto per me. Aveva un dono straordinario di spiegare la geografia e la storia come se fosse un gioco; con i libri aperti e la cartina geografica in bella vista, c’insegnava il sogno di fare un viaggio virtuale: potevi respirarne la magia dei luoghi spettacolari, e l’adrenalina pura quando scalavi le vette più alte; riuscivi a immaginare il sapore dei cibi originari del luogo, e specchiarti nelle acque dei loro laghi; e poi si tornava con i piedi per terra cercando di far funzionare l’economia del paese sfruttando le risorse principali.Ricordo ancora il regalo che la maestra mi fece il giorno della mia prima comunione, tre bellissimi libri dalla copertina lucida e colorata. Li lessi tutti d’un fiato, e li conservai per anni gelosamente.