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Il patrimonio da custodire


Visitare luoghi storici è sempre una bellissima esperienza, che arricchisce spiritualmente e culturalmente; ma non sono solo le mura, gli alberi, i monumenti e i luoghi secolari a destare curiosità e interesse in me, ma anche le persone che hanno raggiunto un numero abbastanza alto di anni.Mentre osservo mia madre con dolcezza e curiosità, mi domando perché si ostina a usare le calze di nylon e le gonne a tubino, nonostante l’età avanzata e la difficoltà a indossare codesti indumenti.  Lei è una donna di altri tempi, quando a indossare i pantaloni, erano solo i maschi. La guardo attraverso le vecchie foto,  è sempre ben vestita,  ordinata, pulita; i morbidi riccioli raccolti in una crocchia alla nuca, mettono in risalto i suoi lineamenti minuti; lo sguardo angelico comunica la mitezza e la dolcezza di carattere, mentre la schiena dritta rivela la fierezza e la dignità che l’ha sempre contraddistinta.  Anche ora che ha raggiunto un’età in cui nessuno si preoccupa più di com’è vestita, non vuole sembrare scialba infilandosi pratici e informi pantaloni, rifiutando persino categoricamente i larghi camicioni di cotone; lei lo fa per se stessa. Ed io, nonostante trovi maggiore difficolta a vestirla la mattina, assecondo pazientemente la sua volontà. Lei per me rappresenta il bene patrimoniale da custodire gelosamente; la sua vita non ha prezzo. E’ una donna straordinaria che ha messo al mondo sedici figli –solo undici di questi, sono riusciti a sopravvivere- ha vissuto la seconda guerra mondiale e ha sposato un uomo autoritario e geloso. Si è sposata giovanissima, e ha sempre rispettato mio padre. Spesso e volentieri mi faccio narrare la sua vita da ragazza; oltre a essere mite, era bella e contesa da parecchi giovani dell’epoca. Aveva ricevuto una proposta di fidanzamento persino da un tedesco che sorvegliava la casa ai tempi della guerra; che dopo una serie di escursioni immotivate, si è deciso a chiedere la mano di mia madre a mio nonno. Mia madre rifiutò categoricamente la richiesta dell’aitante soldato, per accogliere con gioia la proposta di mio padre.