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Rivelazioni d'autore: la voce del sentimento


 Le strade coperte da una spessa coltre di neve sembravano tutte uguali. Il paese, agli occhi di Giada, quella mattina appariva magico e suggestivo: con le sue  case dai tetti spioventi spolverati di bianco, le luci  a intemittenza colorate che disegnavano i contorni delle finestre e dei balconi; con il verde brillante delle ghirlande appese alla porta e i pupazzi di neve con tanto di cappello di babbo Natale piantonati nei cortili.Giada camminava da più di un’ora senza mai decidersi di bussare a quella porta. Joy era in casa, di questo ne era certa; la luce fioca e danzate del camino non lasciava dubbi.Il cuore le batteva a mille, e i crampi le stringevano lo stomaco in una morsa di ferro; e se non si sbrigava a fare una scelta sicuramente le sarebbe venuto un infarto.Più volte aveva immaginato quell’incontro; e infinite volte si era maledetta per non essersi lasciata andare.L’idea di dover essere solo una delle tante non le garbava affatto. Se avesse ceduto, non avrebbe mai potuto fare a meno di lui; e allora sarebbe diventata come le altre … solo una pagina da leggere al momento del bisogno.Lei voleva essere il libro; il suo diario di bordo. Lei voleva essere l’unica donna del capitano; non la sguattera del marinaio.La voce della ragione le consigliava di tornare indietro e di allontanarsi da lui al più presto possibile; mentre la voce dell’anima la supplicava di suonare il campanello di Joy.C’erano dei momenti in cui le sembrava che il desiderio di Joy fosse così forte da comunicare con lei telepaticamente; se chiudeva gli occhi riusciva anche a percepire il respiro di lui sulla sua pelle.Il ricordo della passione che ormai da tempo covava per lui, in quel momento era divampata in un vero proprio incendio che la stava bruciando viva.Aveva sete… voleva dissetarsi dalle sue labbra tumide e piene. Chi guidò le sue gambe fino a casa di Joy, non fu la ragione, bensì il sentimento. La sua mano tremante premette il bottone del campanello, e rimase attaccata fino a che una voce infastidita dall’altro della porta la costrinse a ritrarla:-       - Chi diamine è che suona in questo modo. Non sono mica sordo!-Quando Joy aprì la porta rimase sbigottito.Confuso ed emozionato allo stesso tempo riuscì a malapena a balbettare un tremante invito a farla entrare.I loro occhi s’incrociarono per un tempo indefinito, si confidarono senza che la bocca pronunciasse parola; … poi … i loro corpi si congiunsero in un lungo abbraccio.Era arrivato il momento di accendere le luci all’albero di Natale.