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Le mie idee appartengono a un tempo moderno; un tempo che con gran fatica mi vede impegnata alla spasmodica ricerca di un profitto spirituale e materiale.  Nel precedente post parlo di responsabilità, consapevolezza e tolleranza: necessarie per poter sostenere la mia idea e per poterla saldamente congiungere a quella degli altri.Le persone tendono, in base al ruolo occupato o alle competenze acquisite, di prevaricare chi apparentemente è più debole: arroganti e spocchiosi con i subordinati; agnelli mansueti con i superiori.   La mia natura mi ha sempre impedito di manifestare servilismo verso chi apparentemente ha più potere.Il mio comportamento è guidato dalla responsabilità. Se m’impegno a fare qualcosa bene non è per graziarmi i superiori, bensì per trarne il massimo profitto personale e collettivo.  La consapevolezza mi consente di riconoscere quelle che sono le mie competenze e le mie attitudini. Cercare di migliorarle e di adattarle ai tempi che cambiano fa parte della consapevolezza.La tolleranza, necessaria per solidificare i rapporti e sposare un’idea diversa dalla mia, mi consente di affiancare qualsiasi tipo di persona caratterialmente differente; poiché non tutte quelle che mi circondano mi aggradano e compiacciono. La tolleranza, unita alla consapevolezza e alla responsabilità, mi consente di adattarmi al gruppo per il raggiungimento dell’obiettivo.Se non si osservano e applicano queste tre regole, a nulla serve cambiare continuamente partner. Se non si è capaci d’impegnarsi e di adattarsi alle peculiarità caratteriali differenti amalgamandoli tra loro in modo da ottenerne un impasto soffice e lievitato, cercare di cambiare farina è tempo perso.  A proposito di farina facciamo un esempio culinario: scegliamo diversi tipi di farina per ottenere un pane speciale, qualcosa che sia in grado di stuzzicare la curiosità del palato, e le misceliamo per ottenere un unico impasto.  Procediamo nell' amalgamare le farine aggiugendo acqua e lievito ben dosati ; impastiamo con forza fino a rendere il composto spugnoso e malleabile. Lasciamo lievitare l’impasto fino a ottenerne il raddoppio. Una volta giunto al termine della lievitazione viene modellato, infornato e posto alla critica del palato.  Ora analizziamo gli ingredienti: la farina è rappresentata dai subordinati (questi possono essere operai, alunni o figli); il lievito è il leader (che può essere genitore, maestro o capo); l’acqua è la risorsa necessaria che si può ben paragonare alla tolleranza - proprio per la facoltà che ha di assemblare perfettamente il tutto.Come abbiamo potuto vedere da questo esempio, tutto è necessario per la riuscita di un buon pane.  Il risultato di ogni buona convivenza è il profitto, non la diversità caratteriale e sociale.