ricomincio da qui

Pensar bene, fa bene


 La primavera era inoltrata da un pezzo e le giornate iniziavano ad allungarsi. Con l’estate alle porte i progetti per le vacanze erano tanti -che poi erano legati solo al mare, che tra l’altro si trovava a due passi da casa nostra- in ogni caso non mancava mai di entusiasmare noi bambini. Eravamo appena agli inizi degli anni ottanta, che già il duemila iniziava già a far parlare di sé.  Hanno iniziato a tirar fuori tutte le profezie, e a proclamare l’imminente fine del mondo. Io mi ero fatta i calcoli, e mi mancavano 28 anni prima di morire; e a me sembravano davvero tanti - anche se in quella giornata grigia, dove le gonfie nuvole minacciavano di scaricare la pioggia da un momento all’altro- la fine del mondo sembrava imminente.Da allora ho iniziato a odiare le profezie funeree. Sono sempre stata una gran fifona, e ho temuto l’arcano sin dall’età della ragione. Me ne sono sempre stata alla larga da maghi e fattucchieri, da superstiziosi e scaramantici. Ho sempre vissuto i miei giorni fantasticando sul futuro, e non ho mai lasciato spazio alle negatività. Ho sempre pensato che predisporsi al bene, fa bene allo spirito e al corpo. A nulla serve immaginare un pessimo futuro -farsi male due volte, prima nel sogno poi nel reale, non diminuirà di certo il dolore e la delusione che andremmo a provare nei momenti di sconforto. Le persone, e le tristi previsioni, fanno male solo se gli consenti di occupare la tua mente. Lo dico per esperienza –più do importanza alle sensazioni e alle persone malefiche, più consento loro di annullarmi.A volte si fa una gran fatica a liberare la mente dai brutti pensieri; e ci vuole una dose massiccia di buona volontà per spazzare via le nuvole nere che offuscano la mente. Ci sono dolori reali che non si possono cancellare, che hanno bisogno del loro tempo per essere elaborati. In questo caso è necessario farsi forza e cercare di trovare un qualsiasi pretesto per ritornare a sorridere. Resto sempre del parere che la migliore medicina per guarire da una grave perdita, sia il calore e l’affetto della famiglia e degli amici.