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Un'altra immersione all'Elefante Bianco


"Chicchirichì!! Mi sveglio di soprassalto cercando di capire perché un gallo sta cantando nella mia camera da letto di mattina presto, ma dopo una frazione di secondo mi rendo conto che si tratta della sveglia del cellulare, quindi cerco a tastoni il telefono e spengo l'animale. Resto qualche minuto al buio in uno stato di semi incoscienza, poi finalmente mi decido ad alzarmi dal letto. Apro le finestre e rabbrividisco con l'aria fresca del mattino. Sbadiglio e mi avvio verso la cucina: necessito di caffè!Dopo una buona dose di caffeina, scendo in garage e carico l'auto con tutta l'attrezzatura di cui avrò bisogno e mi dirigo verso casa di Claudio. L'appuntamento è li per le otto. Arriva anche un altro ragazzo, un suo allievo del corso speleo, ci presentiamo e cerchiamo di far stare tutte le attrezzature nella povera Pegeout che sembra esplodere da un momento all'altro. Scambiamo qualche parola lungo la strada, più che altro discutiamo di progetti futuri e di luoghi che ci piacerebbe visitare. Poi ognuno si immerge nei propri pensieri, osservo le montagne che ormai mi sono familiari così come i prati e le case li attorno. Il tempo peggiora un po' e dei nuvoloni si fanno largo minacciosi nel cielo terso. Subito mi assalgono brutti ricordi legati a quel luogo e alla pioggia, ma li allontano velocemente con una scrollata di spalle. Aspetto questo giorno da mesi e voglio godermi l'immersione senza paranoie di nessun tipo.Finalmente arriviamo e li c'è già l'altro allievo di Claudio che ci aspetta, fatte le dovute presentazioni mi infilo gli scarponi da montagna, mi carico il bibo sulla schiena e mi avvio a passo spedito lungo il sentiero. Quando sono ai piedi del laghetto mi rendo conto che l'acqua è a dir poco spettacolare e riesco persino a vedere la sagola dalla riva, ma il livello è piuttosto alto e la spiaggetta è completamente sommersa. Trovo un posticino che sembra comodo per l'ingresso e appoggio li le bombole. Dopo tre giri sono pronta ad entrare in acqua. Claudio avrà da fare con il suo corso perciò formeremo due gruppi indipendenti: lui farà l'immersione con i suoi allievi e io... per conto mio! Mentre i ragazzi del corso discutono dei dettagli io faccio gli ultimi controlli. Caschetto ok, valvola di carico della stagna ok, erogatori ok, torcia ok, decompressiva... ni... la porterò dalla parte destra, non ci sono abituata ma mi ritrovo con una frusta che non è abbastanza lunga da passare attorno al collo e quindi non posso fare diversamente. In più sono tutta sbilanciata da una parte per via dei piombi extra da mollare lungo la sagola, ho cambiato sottomuta e non vorrei trovarmi troppo positiva al rientro. Aspetto che gli altri siano pronti, rapido scambio di ok e scendiamo insieme. Mi libero velocemente dei piombi e subito riacquisto un assetto pressoché decente, nel frattempo gli altri sono andati avanti. Pinneggio con calma per prendere un po' di confidenza con la decompressiva che ho agganciata sulla destra, ma quasi non la sento... in effetti l'alluminio ha i suoi vantaggi... Me la prendo comoda nel laghetto, arrivo all'ingresso e ho un brivido lungo la schiena... finalmente ci siamo! Accendo le torce sul casco e quella principale, cambio erogatore e metto in bocca il jetstream... si parte!!! Supero il dente e mi lascio avvolgere dal buio, tutto ciò che vedo è la sagola bianca che corre nel nero e le deboli luci dei miei amici in lontananza. Gironzolo intorno ai 35m alla ricerca dell'"ananas" che però non riesco a trovare. Illumino con la torcia la roccia e ascolto il gorgoglio delle mie bolle che sbattono contro la volta e corrono fuori. La visibilità è perfetta. Non resisto alla tentazione di spegnere le luci sul casco e di oscurare la torcia principale, ora sono davvero inghiottita dal buio. Mi giro verso dietro e l'ingresso sta proprio li, un'enorme spaccatura verde smeraldo che segna l'entrata di un mondo magico e misterioso. Sorrido e riaccendo le torce sul casco. Controllo gli strumenti e mi rendo conto che manca poco all'uscita dalla curva e non mi va di fare decompressione da sola perciò risalgo di qualche metro. Con l'ingresso a due colpi di pinna mi allontano dalla sagola e nuoto lungo il lato opposto. Fa sempre uno strano effetto l'ingresso visto da questa angolazione: ora una roccia divide l'apertura a metà dandole la forma di due occhi minacciosi... scatto qualche foto e vedo gli altri ragazzi uscire e avviarsi verso la superficie. Io ancora non voglio andarmene perciò gironzolo li intorno alla ricerca di angoli nuovi da scoprire, nuoto a "delfino", inseguo le trote, gioco tra i massi, ma quando ne supero uno per poi mettermi a testa in giù ecco che mi entra un po' d'acqua nella maschera che mi va a finire dritta nel naso. Sbuffo e la svuoto pensando che devo assolutamente sistemare la chiusura del caschetto... a circa 20mt inizio a respirare dalla bombola decompressiva, mi metto pancia all'aria e mi godo lo spettacolo degli alberi che riesco perfettamente a vedere anche da laggiù... mamma mia che acqua!!! Ne approfitto per fare qualche altra foto e infine mi decido a risalire con calma. Recupero i piombi che avevo lasciato a 12mt, di cui comunque non avrò bisogno. Per far trascorrere i minuti di sosta a sei metri mi allontano dalla parete e inizio a nuotare in libera lasciandomi inghiottire dall'azzurro dell'acqua. Da quassù riesco a vedere perfettamente il fondo. È raro trovare un'acqua così bella, è stato proprio un gran colpo di fortuna!! Quando alla fine esco, gli altri hanno già portato la loro attrezzatura alle auto... ma fortunatamente mi danno una mano con la mia, soltanto due giri e finalmente mi tolgo la muta e mi infilo abiti asciutti. Mi siedo esausta sulla panchina del parcheggio... sono proprio stanchissima... ma al settimo cielo! Era da un sacco di tempo che non me la godevo così sott'acqua... il posto più magico del mondo...