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Un'altra immersione all'Elefante Bianco

Post n°5 pubblicato il 13 Novembre 2010 da blue_scubaworld
Foto di blue_scubaworld

"Chicchirichì!! Mi sveglio di soprassalto cercando di capire perché un gallo sta cantando nella mia camera da letto di mattina presto, ma dopo una frazione di secondo mi rendo conto che si tratta della sveglia del cellulare, quindi cerco a tastoni il telefono e spengo l'animale. Resto qualche minuto al buio in uno stato di semi incoscienza, poi finalmente mi decido ad alzarmi dal letto. Apro le finestre e rabbrividisco con l'aria fresca del mattino. Sbadiglio e mi avvio verso la cucina: necessito di caffè!
Dopo una buona dose di caffeina, scendo in garage e carico l'auto con tutta l'attrezzatura di cui avrò bisogno e mi dirigo verso casa di Claudio. L'appuntamento è li per le otto. Arriva anche un altro ragazzo, un suo allievo del corso speleo, ci presentiamo e cerchiamo di far stare tutte le attrezzature nella povera Pegeout che sembra esplodere da un momento all'altro. Scambiamo qualche parola lungo la strada, più che altro discutiamo di progetti futuri e di luoghi che ci piacerebbe visitare. Poi ognuno si immerge nei propri pensieri, osservo le montagne che ormai mi sono familiari così come i prati e le case li attorno. Il tempo peggiora un po' e dei nuvoloni si fanno largo minacciosi nel cielo terso. Subito mi assalgono brutti ricordi legati a quel luogo e alla pioggia, ma li allontano velocemente con una scrollata di spalle. Aspetto questo giorno da mesi e voglio godermi l'immersione senza paranoie di nessun tipo.
Finalmente arriviamo e li c'è già l'altro allievo di Claudio che ci aspetta, fatte le dovute presentazioni mi infilo gli scarponi da montagna, mi carico il bibo sulla schiena e mi avvio a passo spedito lungo il sentiero. Quando sono ai piedi del laghetto mi rendo conto che l'acqua è a dir poco spettacolare e riesco persino a vedere la sagola dalla riva, ma il livello è piuttosto alto e la spiaggetta è completamente sommersa. Trovo un posticino che sembra comodo per l'ingresso e appoggio li le bombole. Dopo tre giri sono pronta ad entrare in acqua. Claudio avrà da fare con il suo corso perciò formeremo due gruppi indipendenti: lui farà l'immersione con i suoi allievi e io... per conto mio! Mentre i ragazzi del corso discutono dei dettagli io faccio gli ultimi controlli. Caschetto ok, valvola di carico della stagna ok, erogatori ok, torcia ok, decompressiva... ni... la porterò dalla parte destra, non ci sono abituata ma mi ritrovo con una frusta che non è abbastanza lunga da passare attorno al collo e quindi non posso fare diversamente. In più sono tutta sbilanciata da una parte per via dei piombi extra da mollare lungo la sagola, ho cambiato sottomuta e non vorrei trovarmi troppo positiva al rientro. Aspetto che gli altri siano pronti, rapido scambio di ok e scendiamo insieme. Mi libero velocemente dei piombi e subito riacquisto un assetto pressoché decente, nel frattempo gli altri sono andati avanti. Pinneggio con calma per prendere un po' di confidenza con la decompressiva che ho agganciata sulla destra, ma quasi non la sento... in effetti l'alluminio ha i suoi vantaggi... Me la prendo comoda nel laghetto, arrivo all'ingresso e ho un brivido lungo la schiena... finalmente ci siamo! Accendo le torce sul casco e quella principale, cambio erogatore e metto in bocca il jetstream... si parte!!! Supero il dente e mi lascio avvolgere dal buio, tutto ciò che vedo è la sagola bianca che corre nel nero e le deboli luci dei miei amici in lontananza. Gironzolo intorno ai 35m alla ricerca dell'"ananas" che però non riesco a trovare. Illumino con la torcia la roccia e ascolto il gorgoglio delle mie bolle che sbattono contro la volta e corrono fuori. La visibilità è perfetta. Non resisto alla tentazione di spegnere le luci sul casco e di oscurare la torcia principale, ora sono davvero inghiottita dal buio. Mi giro verso dietro e l'ingresso sta proprio li, un'enorme spaccatura verde smeraldo che segna l'entrata di un mondo magico e misterioso. Sorrido e riaccendo le torce sul casco. Controllo gli strumenti e mi rendo conto che manca poco all'uscita dalla curva e non mi va di fare decompressione da sola perciò risalgo di qualche metro. Con l'ingresso a due colpi di pinna mi allontano dalla sagola e nuoto lungo il lato opposto. Fa sempre uno strano effetto l'ingresso visto da questa angolazione: ora una roccia divide l'apertura a metà dandole la forma di due occhi minacciosi... scatto qualche foto e vedo gli altri ragazzi uscire e avviarsi verso la superficie. Io ancora non voglio andarmene perciò gironzolo li intorno alla ricerca di angoli nuovi da scoprire, nuoto a "delfino", inseguo le trote, gioco tra i massi, ma quando ne supero uno per poi mettermi a testa in giù ecco che mi entra un po' d'acqua nella maschera che mi va a finire dritta nel naso. Sbuffo e la svuoto pensando che devo assolutamente sistemare la chiusura del caschetto... a circa 20mt inizio a respirare dalla bombola decompressiva, mi metto pancia all'aria e mi godo lo spettacolo degli alberi che riesco perfettamente a vedere anche da laggiù... mamma mia che acqua!!! Ne approfitto per fare qualche altra foto e infine mi decido a risalire con calma. Recupero i piombi che avevo lasciato a 12mt, di cui comunque non avrò bisogno. Per far trascorrere i minuti di sosta a sei metri mi allontano dalla parete e inizio a nuotare in libera lasciandomi inghiottire dall'azzurro dell'acqua. Da quassù riesco a vedere perfettamente il fondo. È raro trovare un'acqua così bella, è stato proprio un gran colpo di fortuna!! Quando alla fine esco, gli altri hanno già portato la loro attrezzatura alle auto... ma fortunatamente mi danno una mano con la mia, soltanto due giri e finalmente mi tolgo la muta e mi infilo abiti asciutti. Mi siedo esausta sulla panchina del parcheggio... sono proprio stanchissima... ma al settimo cielo! Era da un sacco di tempo che non me la godevo così sott'acqua... il posto più magico del mondo...

 
 
 

Cogol dei Veci, 12/01/2008

Post n°4 pubblicato il 12 Novembre 2010 da blue_scubaworld
Foto di blue_scubaworld

Sabato mattina, apro gli occhi di buon'ora al suono della sveglia, mi rigiro ancora un po' sotto al piumone cercando il coraggio di abbandonare il letto. Finalmente mi impongo di alzarmi e come uno zombie mi avvio verso la finestra.... Cielo grigio.... E te pareva!! Sbuffo, ma non posso farci molto perciò mi avvio verso la cucina a preparare il caffè.

Finisco di sistemare le ultime cose e salgo in macchina.... Mentre guido verso Valstagna cerco di immaginare i luoghi meravigliosi che avrò la fortuna di visitare durante questa avventura. Finalmente arrivo e nel frattempo ha smesso di piovere! Saluto il mio buddy che era già li ad aspettarmi, apriamo il cancello, parcheggiamo le macchine ed iniziamo la lunga trafila per il trasporto dell'attrezzatura. Assembliamo tutto sulla riva, mettiamo il resto dell'equipaggiamento dentro a delle sacche stagne e poi carichiamo il tutto dentro ad un piccolo gommone che ci traghetterà da una sponda all'altra grazie ad una fune. Il mio compito consiste nello stare seduta senza far danni tenendo una cima in mano in modo che scorra sulla fune guida. Eseguo gli ordini guardando divertita il mio compagno che si lava con l'acqua piovana mentre, aiutandosi con la fune, porta il gommone sulla riva opposta. Scarichiamo l'attrezzatura sulle panchine, riponiamo le mute e i sottomuta al riparo dalla pioggia e iniziamo a portare le bombole decompressive fino alla grotta. Il tragitto non è lungo, ma è reso scivoloso dai sassi bagnati e coperti di muschio, perciò bisogna procedere con cautela. Lui porta la sua bombola il più avanti possibile, io invece mi fermo ben prima pensando che il tragitto con il bibo lo avrei fatto in acqua pinneggiando comodamente all'indietro fino ad arrivare fresca come una rosa all'ingresso dei Veci. Già... idea geniale!

Ci cambiamo all'asciutto e mettiamo il bibo in spalla, il mio compagno dopo pochi passi nell'acqua decide di andare per il sentiero, mentre io persisto con la mia idea della comoda pinneggiata. Perciò entro in acqua fino alla vita, e subito si solleva un pantano immenso, ma effettivamente... chi se ne importa? Mi metto una pinna... ok, fatto... cerco di mettere l'altra... ma... dov'è?? Persa la pinna!! Non ci voglio credere!!! Metto la faccia in acqua e non vedo a 5cm per via del fango che ho sollevato... eppure deve essere qui da qualche parte!!!! La trovo a tastoni e me la infilo. Collego la frusta della stagna, ma questa inizia a trafilare. Porca miseria!! La scollego, dopo deciderò il da farsi. Mi avvio pinneggiando comodamente sul dorso fino ad arrivare alla bombola decompressiva. Poso tutto quello che ancora tengo in mano, ovvero maschera, guanti e caschetto, e assicuro la bombola al fianco. Faccio un altro breve tratto a nuoto, ma poi all'improvviso... stonk! Il bibo sbatte contro una roccia. Qui ci sono 20cm d'acqua e a nuoto non si passa. Sbuffo. Mi tolgo le pinne e mi avvio bardata come un albero di Natale verso il mio compagno che si trattiene a stento dalle risate e che è già li che mi aspetta. Mi cade un guanto. Mi giro ma non lo vedo. Mi viene un moto di nervoso... c'è corrente in superficie e se non lo trovo tocca ripescarlo chissà dove... sempre che lo ritrovi! Arranco con tutta l'attrezzatura addosso e scivolo su un sasso. Trattengo un'imprecazione. Mi libero del bibo e della decompressiva. Il mio compagno, prima divertito ora mi guarda perplesso. Metto l'attrezzatura al riparo dalla corrente e inizio a cercare il guanto che fortunatamente trovo quasi subito. Trascino l'attrezzatura fino a dove si trova il mio buddy... mi sento proprio un'impedita... Lui mi rassicura facendo qualche battuta per tirarmi su il morale e mi aiuta a vestirmi risolvendo anche il piccolo inconveniente della frusta della stagna. Prendo un po' di fiato e poi iniziamo la discesa. All'inizio c'è un po' di corrente, ma passati i primissimi metri tutto si calma. All'improvviso siamo avvolti dall'oscurità. Mi guardo attorno in quell'ambiente per me nuovo. Mi stupisce la visibilità, è davvero eccezionale, guardiamo dentro ad ogni anfratto e buco alla ricerca del piccolo abitante di quelle grotte: il proteo. Speravamo di vederlo, ma siamo riusciti a scorgere solo le impronte della coda e delle zampette sulla sabbia. Il mio buddy è un po' deluso, ma per me è già molto! Richiamo la sua attenzione sulla particolarità della roccia e gli chiedo cosa sono tutti quei buchetti sulla roccia bianca. Si tratta della sabbia che viene sbattuta contro le rocce dalla corrente creando quell'effetto particolare. Certo che Madre Natura ne ha di sorprese! Curiosiamo ancora li intorno, il mio compagno alla ricerca del proteo, io invece rapita dalla bellezza del paesaggio che ho la fortuna di ammirare. Decidiamo poi di tornare indietro e mi fermo a scattare qualche fotografia ad una trota che se ne sta immobile nascosta tra le rocce e nemmeno si cura della presenza di questi due strani individui che ha come ospiti in casa. Quando siamo a quote ben tranquille e con la volta sopra alla testa lasciamo la sagola e ci avventuriamo nel nero... mi vengono i brividi a vedere il vascone dall'alto che prende quasi le sembianze di un pozzo. Questo posto è fantastico!

Riemergiamo sotto alla volta, al riparo dalla pioggia. Il tempo peggiora... meglio sbrigarsi!

Ricominciamo il calvario del trasporto dell'attrezzatura, ma questa volta do retta al mio compagno e solo con il bibo in spalla ci lasciamo trasportare dalla corrente fino al gommone. Torniamo indietro ed è la volta di portare le decompressive e il resto del materiale. Scivolo ancora e sbuffo per la fatica, il mio buddy con la sua pinna in mano mi sprona a sbrigarmi dandomela scherzosamente in testa. Risultato: pala rotta a metà!! Sapevo di avere la testa dura, ma non così tanto!! Questa volta rido io! Finiamo finalmente di trasportare il nostro equipaggiamento fino al gommone, ci cambiamo alla svelta e poi via verso l'altra sponda con lo stesso sistema dell'andata. Ormeggiamo il gommone e iniziamo a caricare il più velocemente possibile le auto sotto alla pioggia battente finchè al mio compagno scappa l'esclamazione sarcastica "Piovere di più no, eh?". Non fa in tempo a finire la frase che si mette a diluviare a secchiate. Siamo fradici, lui un po' scocciato ed io estremamente divertita!!

Finalmente entriamo in macchina al calduccio... Ragazzi, che fatica!!!

 

 

 
 
 

21-04-2007; La mia prima freddissima immersione in quota

Post n°2 pubblicato il 12 Novembre 2010 da blue_scubaworld
Foto di blue_scubaworld

Giornata bellissima, il sole mi scalda il viso, nel cielo non c'è nemmeno una nuvola, me ne sto a dondolare sull'amaca guardando i colori del mare con in mano un margarita... Mare? Margarita? L'unico dondolio è quello dell'auto mentre sale su per la montagna, altro che amaca! Mi guardo intorno assonnata, mi ero addormentata sulla Valsugana, ora il paesaggio è decisamente cambiato, ci sono distese e distese di frutteti in fiore, mele credo. Lo scenario cambia velocemente e adesso iniziamo ad inoltrarci nel bosco. Eh si... sono proprio ben lontana dai miei sogni sul tanto sospirato Messico!

Roberto e Claudio discutono di moto. Pinuccio, il cane, che prima se ne stava accucciato tranquillo ai piedi del suo padrone sul sedile anteriore ora è irrequieto e mette la testa fuori dal finestrino per annusare l'aria. Mi stiracchio e ascolto a tratti la conversazione, poi mi perdo nei miei pensieri mentre il bosco si fa via via più fitto.

Finalmente arriviamo alla sbarra, scendo e la alzo per far passare l'auto di Claudio, il ragazzo della forestale che avevo sentito ieri al telefono mi aveva dato l'autorizzazione a portare la macchina fino all'albergo per scaricare l'attrezzatura, una volta fatto questo però dovevamo tornare indietro e parcheggiare in fondo. Problemi zero.

Mettiamo la roba nel piazzale e Claudio torna giù con l'auto. Corro lungo il sentiero insieme a Pinuccio, e non può che scapparmi uno "WOW!" alla vista del lago e delle montagne. Il cane si tuffa immediatamente mentre io gironzolo li intorno godendomi il panorama.

Inizia la fase di trasporto fino alla riva del lago, l'acqua è davvero invitante, in più è uno spasso vedere Pinuccio che fa il bagno e recupera i bastoni che gli lanciamo!

Claudio ed io iniziamo a cambiarci con calma, pianificando l'immersione e facendo quei pochi calcoli necessari per la corretta gestione dell'immersione in quota. La mia prima immersione in quota!

Roberto si farà un giro li intorno insieme al cane, scende anche lui con le bombole ma predilige l'apnea, e proprio non se la sentiva di fare sommozzate coperto solo da una muta umida. Io e Claudio invece abbiamo la stagna, io sotto avrò il solito sottotuta speleo, una maglia in cotone, e una di lana, calzettoni pesanti e... calze di lana... a rete!!! Avevo preso dal cassetto di mia madre le prime che mi erano venute in mano... che figura!!! Poi il solito bibo, Claudio il 9+9 in alluminio e io il 12+12. In effetti per un'immersione dl genere basta e avanza un mono, ma io non avevo la minima voglia di attaccare la contropiastra, e Claudio aveva il suo già bello carico... beata pigrizia!!!

Finalmente siamo pronti, ci buttiamo in acqua e iniziamo a pinneggiare sul dorso verso la riva opposta del lago, ogni tanto mettiamo la faccia sotto, ma non si vede né il fondo, né i famosi tronchi. Continuiamo a cercare, e il freddo inizia a farsi sentire anche attraverso le mute stagne, guardo il profondimetro digitale e mi segna 11 gradi in superficie, non tanto, ok, ma sono già 40 minuti che nuotiamo li in mezzo senza trovare nulla. Finalmente dal blu verdognolo noto qualcosa: è un tronco bianco che si alza fino a circa 4m! Chiamo Claudio che mi raggiunge subito nuotando contro la leggera corrente di superficie. Un attimo di riposo, un segnale di ok e subito giù!

La visibilità non è proprio come me l'aspettavo, non è assolutamente male, ma mi avevano parlato di acqua gelida e cristallina. Per ora la trovo solo gelida. Guardo il profondimetro, 10m, 8 gradi... credevo peggio...

Pinneggiamo in tranquillità nella foresta fossile, giriamo intorno ai tronchi piantati in verticale come bricoe sprofondate troppo in basso, e passiamo sotto a quelli posti in orizzontale stando attenti a non dare un colpo di pinna troppo vicino al fondo. Basta un attimo ad intorbidire l'acqua con il pantano e con la strana poltiglia che ricopre gli alberi che si stacca non appena li si sfiora.

Il paesaggio che ci si presenta davanti è surreale. Sembra di stare in un mondo immobile, questo scenario di lago non ha nulla a che fare con i soliti a cui sono abituata. Non una forma di vita viene a salutarci durante la nostra passeggiata subacquea, vediamo solo i tronchi, testimoni silenziosi dello scorrere del tempo e del quieto lavorio dell'acqua.

Un brivido mi percorre la schiena, faccio il cambio erogatore e sento le mani e la bocca gelide, guardo il profondimetro: 15m, 16min, 4 gradi. Direi che può bastare. Segnalo che ho freddo e che voglio risalire, uno scambio di ok e ci portiamo a 4.5m, quota prefissata per la sosta di sicurezza. La temperatura si alza un pochino, ma inizio a tremare, gonfio un po' la stagna, non vedo l'ora di essere fuori! Finalmente passano i 20' e con calma guadagnamo la superficie. Mi levo maschera ed erogatore, e mi scuso se ho chiamato fine immersione così presto. Claudio non si fa problemi e iniziamo a tornare verso la riva dove ci aspettano un asciugamano caldo di sole, alcuni sguardi curiosi e le solite domande degli escursionisti presenti.

Ci cambiamo chiacchierando del più e del meno,Roberto ci raggiunge con Pinuccio che nel frattempo ha fatto altri bagni, carichiamo la roba in macchina, dico un arrivederci al Lago Incantato e filiamo all'Elefante per vedere com'è la situazione. Il torrente è più secco, il livello si sta abbassando lentamente, l'acqua nel laghetto sembra migliorare. Sarà li la prossima avventura?

 

 
 
 

Elefante Bianco 12/02/2007; L'immersione più bella del mondo!

Post n°1 pubblicato il 12 Novembre 2010 da blue_scubaworld
 
Foto di blue_scubaworld

Notte strana, passata tra sonno profondo e dormiveglia agitata. Nella confusione dei miei pensieri vedo scene di ciò che è appena stato e di ciò che forse sarà. Poi mi sveglio del tutto e nella penombra vedo la muta penzolare sulla sedia, guardo il telefonino, nessun messaggio... sono le tre e venti, la mia mente si sposta a pochi chilometri da qui, ma la riacchiappo fissando l'attenzione sulla muta. Nel buio mi concentro sull'immersione che mi attende la mattina dopo. Penso a come fissare le tabelle sulla tasca della stagna, visto che non mi va di lasciarle libere o peggio ancora, in superficie. Penso poi a come e dove eventualmente sistemare il coltello e le lampade quando non le porterò sul caschetto. Mi riaddormento, e mi risveglio con la nebbia, guardo ancora che ore sono: le sette e mezza, ancora nessun messaggio. Sbuffo un po', aprendo la finestra e respirando la nebbia, una scocciatura, certo, ma non sarà questo a fermarmi.

Mi alzo pigramente e preparo la colazione, poi ritorno in camera, mi gratto la testa con aria assorta pensando a tutto quello che devo assolutamente portare e sistemare. Fisso le tabelle alla tasca della stagna e mi faccio i complimenti da sola per la geniale idea che ho avuto per il sistema di fissaggio, passo una quintalata di paraffina sulla cerniera e il talco su collo e polsini. Ecco fatto. Ficco tutto dentro al sacco stagno insieme al sottotuta speleo, calzettoni e maglietta. Poi è il turno della borsa, controllo le lampade e le fisso sul casco, provo quella principale, e riguardo le ultime cose. Ok, tutto a posto.

Carico la roba in macchina, la nebbia si sta alzando, mi metto al posto di guida e faccio per partire. Alt. Manca qualcosa, torno in camera e prendo i miei CD, li sfoglio con aria poco convinta, ognuno di quelli ha un ricordo, e ora proprio non mi va di ricordare. Alla fine opto per i Nirvana, li metto a tutto volume, accendo una sigaretta e parto!!

C'è traffico, ma la nebbia almeno non rompe le scatole, la voce di Cobain mi riempie le orecchie e ripenso a uno dei miei idoli della mia adolescenza, e mentre sono assorta in questi ricordi sbaglio strada. Porco Giuda, iniziamo proprio bene!! Impreco e torno indietro, massì, chissene... ho tutto il giorno per me, non ho nessuno che mi aspetta e posso fare tutto con calma e come mi pare.

Mi accendo un'altra sigaretta e cerco di concentrarmi su quello che dovrò fare una volta in acqua. Probabilmente tutto dipenderà dalla visibilità, un paio di settimane fa era tutto in piena, quindi non mi stupirei di trovare il laghetto ridotto maluccio.

Finalmente arrivo, non sto più nella pelle, il parcheggio è deserto, questo vuol dire che avrò il Paradiso tutto per me. Scendo dalla macchina alla svelta, e faccio un primo giro di corsa con lo zainetto e la sacca della muta. Salgo su per i gradini, arrivo tra le case e corro letteralmente attraverso le vigne fino a scorgere il lago. Esulto! L'acqua è perfetta. Scendo lungo il sentiero con il sorriso sulle labbra, e nella fretta quasi inciampo e per poco non finisco a terra, finalmente eccomi alla riva. L'acqua è un sogno, si vede a metri e metri sotto, mi pento in cuor mio di non aver portato via la fotocamera. Tiro un sasso al centro del lago, la quiete si spezza e la superficie s'increspa. Come mi assomiglia questo posto. Risalgo il sentiero correndo per prendere il resto dell'attrezzatura. Tre giri in tutto. E il peggiore è l'ultimo con il bibo in spalla. Devo fermarmi spesso a causa dei dolori alle costole e alla spalla destra. Maledizione, non vedo l'ora di essere in acqua!

Finalmente finisco di preparare tutto quanto, le bombole e il resto dell'attrezzatura sono li sulla riva. Decido di fumare ancora una sigaretta prima di cambiarmi, quindi mi spoglio al freddo e infilo sottotuta e muta, attacco un cordino moschettonato alla cerniera e ci impiego un bel po' prima di chiuderla, pregando di non rompere tutto. Ok, anche questa è fatta. Mi siedo con le gambe dentro l'acqua e infilo le braccia negli spallacci del mio gav nuovo di pacca, sistemo gli strumenti, la lampada, le pinne, maschera, casco e guanti, poi ultimi controlli e... via!

Galleggio li per un po', metto solo la faccia a contatto con l'acqua, e mi faccio scappare un SI nell'erogatore che solo le trote hanno sentito. Poi prendo il corrugato con la sinistra, scarico, svuoto bene i polmoni e via!!

Pinneggio godendomi quella visibilità spettacolare fino ai 14mt, dove vedo la campana decompressiva lasciata li da qualcuno, ecco a che servivano quelle corde che spuntavano fuori dall'acqua. Sorrido e continuo con calma fino all'ingresso della grotta. Accendo tutte le torce, controllo i manometri e decido di fare il cambio erogatore, metto in bocca il Jetstream. Mi stacco dal dente e riparto, scendo tranquilla godendomi il panorama del mio Paradiso personale fatto di rocce e acqua. Il respiro è regolare, non sono agitata, qui mi sento a casa, bene, arrivo sui 33mt e punto la torcia in avanti, la luce attenua il buio e scorgo il punto in cui la grotta gira verso sinistra per poi precipitare nell'oscurità più totale fino alle viscere della terra. Faccio per avventurarmi fin li, ma una vocina mi riporta alla realtà. Mi ero ripromessa di stare lontana dalle quote a rischio narcosi, questa volta non avrei avuto nessuno al mio fianco a tenermi per mano o sottobraccio, ci devo fare l'abitudine a questo, è vero, ma non tutto in una volta, per oggi mi sono spinta giù abbastanza. Decido quindi di prendere la via del ritorno, magari perdendo tempo. Mi giro e l'ingresso è proprio davanti ai miei occhi, di un colore che va dal verde smeraldo al blu intenso, vedo la luce filtrare da li, oscuro la mia lampada e mi godo quello spettacolo che spezza il cuore. E mi viene spontaneo pensare agli esploratori quando dopo centinaia di metri percorsi nel nero come l'inchiostro girano l'angolo e vedono la sagola bianca che corre verso la luce. Scuoto la testa e ritorno a concentrarmi su quello che devo fare. Ricontrollo i manometri, altro cambio, mi rimetto in bocca il Cyclon e inizio la fase di risalita. Quando arrivo sui 28-29mt scorgo una piccola rientranza verso destra, quasi una saletta. Faccio per prendere lo spool, ma poi mi fermo: la visibilità è più che ottima e ho l'ingresso a vista, così mi allontano di qualche metro dalla sagola guida e inizio ad esplorare quella parte di grotta mai vista prima. Mi accorgo che senza rendermene conto sono riscesa, quindi do un'ultima occhiata alla "stanza" e torno sulla sagola. All'ingresso mi stacco un'altra volta, ma decido di andare a sinistra, vedo pezzi di altri fili e una trota immobile su un masso. Mi fermo li anch'io puntandole contro la torcia, ma non si muove, allora allungo una mano e faccio per sfiorarla, ma questa scappa via alla velocità della luce e va a nascondersi da qualche parte nel buio. Perdo tempo ancora un po' in quel punto della grotta che non avevo mai avuto la possibilità di godermi fino in fondo. Poi sbuco da dietro un sasso enorme e ho un tuffo al cuore alla vista del cielo e degli alberi che riesco perfettamente a vedere anche se ho una 20ina di metri d'acqua sopra alla testa. Quanto amo questo posto!!

Perdo un altro po' di tempo nel laghetto, gironzolo intorno alla campana decompressiva e mi chiedo come funzioni, poi il freddo inizia a farsi sentire alle mani, anche questa volta ho messo su i guanti leggeri, inizio la risalita rispettando i tempi. Mi fermo il primo minuto alla quota di 9mt, poi 5' a 6mt dove mi accorgo che la sagola è lasca a causa di un elastico che si è tolto, la sistemo come posso sperando che possa reggere, continuo la risalita a 5mt al minuto, ultimo stop a 3mt, e finalmente una volta fuori dall'acqua non può che scapparmi un'esultazione!

Ancora non ci credo! Sono appena uscita e già ho voglia di ritornare li sotto... ma tutto con calma, questa sera si porta a caricare il bibo, poi rum celebrativo, e venerdì tornerò nel mio angolino di Paradiso!

 

 
 
 
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