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Post n°9 pubblicato il 21 Marzo 2007 da SCUGNIZZO666
Un uomo sta bevendo in un bar. Dopo un po' gli viene da andare in bagno e qui giunto nota che ci sono tre negri vicino a lui che stanno pisciando. Per caso si volge verso di loro e cosi' nota con grande sorpresa che uno dei tre negri ha l'organo bianco. Rapidamente finisce di urinare e ritorna al bar per raccontare al barista la stranissima cosa che ha visto in bagno. E il barista: "Oh, no, quelli non sono negri, ma minatori. E probabilmente uno di loro e' stato a casa per il pranzo". |
Post n°8 pubblicato il 03 Febbraio 2007 da SCUGNIZZO666
"....voglio a te pecche te voglio bene voglio a tte pecche tu pure ossaie faie pe me pecche cumanne 'o core rind'e me pecche sei tu 'e binarie addò cammine 'a vita mia nun cerco niente a te sulo a te l'ottava meraviglia si pe' me passasse nu mumento 'nzieme a te 'nzerrasse a casa mia pe nun fa asci profumo e te na na nainana na na nainana ....." |
Post n°7 pubblicato il 17 Gennaio 2007 da SCUGNIZZO666
La favola è un componimento fantastico avente un contenuto moralistico. Questo genere di racconto ebbe maggiore sviluppo nella letteratura indiana, come è documentato da raccolte come Panciatantra e lo Hitopadesha. In Occidente nell'età greco-romana esistevano la fiaba, che aveva un carattere essenzialmente fantastico, e la favola od apologo, che è a sfondo spiccatamente morale. Mentre la favola greco-romana costituì un genere autonomo tenuto in grande considerazione, la fiaba fu, invece poco apprezzata. Uno dei più antichi autori di favole fu Esopo, il quale si servì dei caratteri degli animali per arrivare alle sue conclusioni morali. Elementi favolistici si trovano in Omero, Erodoto e altri autori greci; scrissero favole anche Babrio, Massimo di Tiro e Luciano. Tra i maggiori favolisti romani sono da ricordare Fedro (che superò la fama dello stesso Esopo, dal quale attinse) e Aviano. E' stata riscontrata una certa analogia tra la favola greco-romana e quella dell'Egitto e dell'India. Le ragioni di questa analogia sarebbero dovute, più che all'unità primordiale della cultura indoeuropea, a relazioni, influenze e scambi storici più recenti, nonché all'ellenizzazione dell'Oriente. Il Medioevo riprese il genere introdotto da Esopo e rielaborato liberamente da Fedro e attinse a piene mani alle parafrasi e ai rifacimenti di quel Romulus a cui la tradizione aveva affidato i componimenti, adespoti e non, con i caratteri dell'apologo caro a Fedro, rielaborando molto liberamente il materiale favolistico e inserendovi con disinvoltura elementi orientali e favolose vicende contemporanee, specialmente nella Francia settentrionale, fin verso il 1300. Il Medioevo presenta anche un tipo originale di favola animalesca basata su due classici animali: la volpe ed il lupo. Centri di diffusione di questo tipo di favola furono la Lorena, il territorio basso-francone e quello basso-sassone. Produzione molto nota dì questa epopea è il Roman de Renard attribuito a vari autori francesi. Nel cinquecento i favolisti francesi ed alcuni spagnoli continuarono la tradizione di Esopo e di Fedro mentre in Germania, durante la Riforma, Hans Sachs ed Erasmus Alberus scrissero favole a carattere didattico e satirico-polemica, raccomandate nelle scuola dal Melantone. L'epoca barocca curò poco la favola. In Francia, nella seconda metà del secolo XVIII, il La Fontaine cominciò la pubblicazione delle sue Fables, riprendendo la vecchia materia favolistica con una grazia altamente poetica. Egli fece scuola e per un secolo la favole rifiorirono in Francia, in Germania, in Inghilterra, in Italia e in Russia. Accanto alla corrente del La Fontaine, nelle cui favole l'ammaestramento morale passava in seconda linea, sorse quella del Lessing, il quale si uniformò strettamente ai fini educativi della favola, che doveva, secondo lui, essere breve, semplice e senza ornamenti. Il secolo XVIII è stato l'epoca d'oro per la favola. Tra i favolisti italiani sono da ricordare il Firenzuola, con La prima veste dei discorsi degli animali (1541) e il Doni con la Morale filosofia (1552). Nel '700, la favola presenta carattere didascalico, specialmente dopo la diffusione delle teorie del Lessing, con A. Bertola (che scrisse tra l'altro un Saggio sopra le favole, 1788), L. Pignotti, T.Crudeli, e L. Fiacchi (più noto con lo pseudonimo di Clasio) I Romantici, esaltano la fiaba considerata come libero gioco della fantasia, anche se lo giudicano un genere troppo letterario e qualche volta pedantescamente didascalico. Nell'età contemporanea, la favola di Trilussa (Carlo Alberto Salustri) si può riallacciare alla migliore tradizione del genere favolistico, come, sia pure con diverso e più studiato intento, l'Esopo moderno del Pancrazi. |
Post n°6 pubblicato il 23 Dicembre 2006 da SCUGNIZZO666
il discorso sull’”esoterismo” a Napoli si fa molto interessante nel Medioevo normanno e angioino, quando si sviluppò, e vi trovò enorme credito la teoria di Virgilio Mago. Liquefazione dei sacri grumi “O Munaciello” |
Post n°5 pubblicato il 16 Dicembre 2006 da SCUGNIZZO666
Una giovane coppia, John e Jane, stanno facendo una passeggiata romantica lungo una stradina di campagna. Mentre camminano mano nella mano il desiderio di John cresce inesorabilmente. Proprio quando la cosa comincia a farsi seria, Jane dice: "Spero che non ti dispiaccia, ma devo proprio farmi una pisciata". |
Inviato da: stellina_doro
il 08/04/2007 alle 05:47
Inviato da: lollobar
il 21/03/2007 alle 21:48
Inviato da: stellina_doro
il 22/12/2006 alle 18:01
Inviato da: E_l_E_n_A
il 08/11/2006 alle 16:43
Inviato da: florence_pg
il 22/10/2006 alle 17:15