Sel.Corciano

Intervento al Congresso regionale


                                                      2,7%Se un intervento può dotarsi di diritto di un titolo, questo di oggi è “2,7%” e non perché i numeri debbano dominare la scena sempre, a tutti i costi, e nemmeno perché siamo degli ipocondriaci che viaggiano sempre col termometro in bocca, ma perché ogni tanto bisogna anche prendere le misure per vedere quantitativamente le cose.Un congresso può ben essere quel momento.Un numero non descrive certo quello che siamo e cosa ci proponiamo, ma segnala un problema rispetto all'obbiettivo che ci eravamo proposti alla fondazione del partito: riunire le diverse voci della sinistra e rappresentare le esigenze di una larga parte di persone che pratica il disagio in tutte le sue declinazioni.2,7% ci dice che non siamo andati a meta.Perché?Riprendo qui l'invito che Mario Taborchi ha posto al congresso provinciale di Perugia: interroghiamoci sulle dinamiche di formazione del consenso, perché non si costruisce  aggregazione solo intorno a un corpo di idee e di valori, ma anche, e oggi, purtroppo, soprattutto, intorno a complesse  procedure comunicative.Sappiamo che il nostro modello non è quello sguaiato di Grillo, né quello fanfarone di mister B. e nemmeno assomiglia a quello fortemente sloganiere di Renzi!Noi puntiamo a educar-formando: lo stile è quello della diffusione della conoscenza, della pratica dei legami logici, di qualche bell'esercizio deduttivo e ci aspettiamo un pubblico attento, capace di elaborazione, che ponga in essere anche riflessioni, da gestire nel tempo.Un modello non solo obsoleto, ma assolutamente fuori produzione!Questo essere sopra le righe crea una spettacolarità che fa gola ai media, tanto che ci si avvinghiano e ne succhiano i più inutili sospiri per fare audience, e la fanno!Questo, però, non dice di tutto il non-consenso di cui godiamo, anche se ci farebbe molto piacere crederlo, perché sarebbe come dire “non ce la facciamo a fare meglio, ma è solo perché siamo i meglio”!In questi tre anni noi abbiamo perso essenzialmente identità, quindi riconoscibilità.Forse l'abbiamo persa quando ancora la stavamo faticosamente costruendo e, per rendere più agevole l'opera, abbiamo pensato di costruirla intorno ad una persona, proprio noi che il leaderismo non l'avevamo messo nella nostra lista dei preferiti!Eppure, eccolo lì il simbolo “con Vendola”, noi Sinistra ecologia libertà siamo “con Vendola”!Se un nome andava inserito, almeno mi aspettavo che Vendola fosse “con Sel”.Vendola ha dato molto al partito, troppo, ha lasciato confluire su di sé tutte le attenzioni, richiamate da quella sua straordinaria capacità di narrazione, dalla sua proprietà di linguaggio, ma soprattutto dalla conoscenza e dalla passionalità con cui ha affrontato sempre i temi che ci stanno a cuore.Abbiamo toccato quasi il 10% ed era tutto Vendola!Era la nostra bolla speculativa!Poi la critica è passata di mano, dai melodici agli urlatori e la stella di Vendola non ha più trovato il suo palcoscenicoPer animare la monotona ripetitività di un talk, non bastava più la voce dissonante e il pensiero acuto di Vendola, occorreva piuttosto la piazzata, lo scoppio dei decibel, parole come frustate, pensieri manicomiali.La bassezza non era certo alla sua portata e noi certo non la volevamo.Ma, non mi illudo, questo ancora non è tutto il non-consenso di cui disponiamo, la meteora di Vendola non spiega da sola questa caduta in verticale.La slavina, venuta giù con questa forza, sta rischiando di azzerarci perché in questi tre anni abbiamo praticato un fuori pista dissennato, con contorcimenti involutivi imprevedibili, letteralmente “non prevedibili”, perché abbiamo cambiato quasi quotidianamente idea, sulle alleanze, ad esempio, e, quindi, per accostarci agli uni discostandoci dagli altri, abbiamo ammorbidito affermazioni su cui eravamo fino a poco prima come degli stoccafissi e ci siamo  irrigiditi su altre che avevamo posto con moderazione gelatinosa, tutto questo a giorni alterni.E ancora oggi continua il balletto con il nostro partner di riferimento preferito, al limite della schizofrenia:"Nel congresso di fine mese il presidente della Regione Puglia rilancerà la fusione da costruire con il dialogo con Renzi"."Quando sarà il momento Sel si scioglierà in qualcosa d'altro". Nichi Vendola lo dirà tra quindici giorni nel congressoLa Repubblica 10 gennaio 2014«Sel e Pd insieme? No Grazie».L'Unità 11 gennaio 2014Ho memoria, poi, di un classico nella strategia esperta e razionale delle nostre alleanze elettorali:“Andremo con chi ci sta!”, che, detto così, senza precise contestualizzazioni, potrebbe persino lasciare intendere una volontà piuttosto libertina del soggetto ...seppure di natura politica!L'ultima scivolata rovinosa, solo in ordine cronologico prima di fermarsi definitivamente a valle, non la fa il partito, ma Vendola (il che, per il processo associativo cui si è incorsi in precedenza, equivale) e la fa ridendo.Lo so, lo so, conosco tutte le argomentazioni a discolpa, posso anche condividerle, ma quella risata ha seppellito definitivamente la credibilità della persona e sta inglobando anche quella del partito.Non ci credete?Leggete i tweet che Vendola posta ogni giorno e i commenti che si trascina dietro!Commenti senza replica, sembra una penitenza subita in un silenzio di contrizione.Ora, in questa situazione compromessa, leggere su un giornale, Europa, “l’esito del Congresso è già stabilito: ci sarà la rielezione di Vendola”, pare veramente una provocazione più che una notizia.Non mi stupisce però che sin qui non se ne sia parlato. perché questa è la procedura: le decisioni si prendono sempre da un'altra parte, la comunicazione avviene a cose già fatte, il flusso informativo, quando c'è, è unidirezionale dall'alto al basso, con diritto solo al malumore (per la rabbia non siamo ancora attrezzati), da sfogare tutto possibilmente all'interno del circolo, in una sorta di camera di compensazione catartica che giustifica così finalmente la sua esistenza, altrimenti che ci stanno a fare i circoli?La strada giusta?Gabriella Zambonigz