Vorrei prendere spunto dalla recente risoluzione deliberata dalla commissione Europea in proposito alla libera circolazione dei cittadini comunitari, la quale contestualmente ha fortemente criticato le dichiarazioni di Franco FRATTINI - commissario responsabile di giustizia, libertà e sicurezza - per esternare alcune mie riflessioni in merito. Sostanzialmente FRATTINI suggerisce l’espulsione dei rumeni dall’Italia nel caso fossero sprovvisti di mezzi di sostentamento, posizione politica espressa da gran parte degli stati europei, i quali, a differenza dell’Italia, all'inizio dell'anno con una moratoria hanno posto il veto all’ingresso di rumeni e bulgari. Non è la massima espressione di democrazia, ma almeno fanno capire che sono coscienti della situazione critica esistente in Europa, a differenza di un’Italia a mio avviso alquanto qualunquista. Lo stesso Prodi ad una recente intervista ha saputo dire quante fabbriche italiane sono presenti sul territorio rumeno, ma non ha saputo dire quanti rumeni sono presenti sul territorio italiano, a dimostrazione di quanto è monitorato il fenomeno dell’immigrazione. Per non parlare della destra politica che ora preme per una sorta di pulizia etnica, ma non si ricorda che le fasi dell’ingresso di Bulgaria e Romania sono state gestite dal governo BERLUSCONI, nella persona del suo ministro Fini. L’equilibrio come sempre sta nel mezzo. L’affermazione di FRATTINI è certamente una presa di posizione estremista che alimenta convinzioni politiche prettamente di destra, rumeno uguale delinquente, (l’esempio si presta anche per un bulgaro, un moldavo, un albanese ecc.) ragione per cui deve essere allontanato dal paese - non è certo un’operazione di pulizia etnica che risolve il problema - oltre al fatto che, statistiche alla mano, l’incidenza percentuale della delinquenza rumena in Italia è circa del 2% (ogni 100 operazioni criminali, due sono commesse da rumeni). La giusta soluzione, a mio avviso, si potrà avere quando tra Italia e Romania o paese che sia, ci sarà una seria ed attiva collaborazione, che ponga la propria attenzione sulla identificazione e neutralizzazione di quei personaggi che hanno interesse ad importare delinquenza nel nostro paese. Il cittadino straniero - comunitario o extracomunitario - serio, onesto, lavoratore, desideroso di costruire un avvenire più o meno duraturo nel paese che lo ospita, deve essere aiutato, non deve essere abbandonato sotto un cavalcavia o nei pressi di una baraccopoli, non deve essere lasciato in balia di quegli esseri spregevoli che approfittano delle disgrazie altrui per trarne vantaggio - vedi affitti a 500 euro al mese di stanze anguste, sprovviste di riscaldamento e magari igienicamente inadatte ad essere abitate, vedi utilizzo di disabili sulle strade per le elemosine - . Le istituzioni devono provvedere a creare delle strutture che aiutino il cittadino straniero ad inserirsi gradualmente nella nostra realtà lavorativa e che soprattutto lo alloggino in attesa di una sua futura autonomia economica. Ciò non vuol dire accogliere indistintamente tutti e tutto, vuol dire saper cernere le mele marce da quelle buone. Sfollare repentinamente tutti gli accampamenti di zingari o rom che essi siano, non è una soluzione intelligente, assomiglia più ad un tentativo di pulizia etnica. Diversamente, sfruttare le visite agli accampamenti - da parte delle forze dell’ordine - per censire la popolazione e verificare ad esempio, a che titolo la presenza degli innumerevoli bambini (statistiche pubblicate dicono che una percentuale dei bambini non sono figli, ma allora chi sono?), potrebbe essere un inizio di una serie di indagini per appurare e separare le mele marce da quelle buone. La storia ci insegna - noi italiani emigrammo in America portandoci appresso mafia e delinquenza comune - che l’apertura delle frontiere spesso e volentieri è l’occasione per la fuga in massa di delinquenza comune, fenomeno che tutto sommato non dispiace al paese di origine di quest’ultimi, che senza colpo ferire si libera di personaggi scomodi. Lungi da me ogni e qualsiasi pensiero di natura razzista e xenofoba, ma ritengo che l’ingresso indiscriminato di stranieri in Italia non sia d’aiuto né all’italiano né allo straniero che si presenta da noi con intenzioni serie e deciso a rispettare e far rispettare la legalità, ingrediente indispensabile per il funzionamento di una società giusta democratica e socialmente progredita.