Raccontando...

italianie non che ti aspettano sempre,siamo noiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii


Saviano: «A New York per sfuggire dalla cattiveria»Due anni fa, su «Vanity Fair», il grido: «Rivoglio la mia vita». Dopo il «troppo» successo in Tv, la fuga (non solo dalla camorra). E l'approdo a New York, dove quella vita se l'è ripresa
motivi della mia fuga, perché nonostante tutto di fuga si è trattato, risalgono ai tempi di Vieni via con me. Dopo il successo della trasmissione, l’attenzione su di me di media e politica e dei media proni alla politica è diventata altissima. La mia famiglia è diventata oggetto di ricerche, di domande, di curiosità. Ogni giorno sentivo una pressione enorme. Mezze parole, commenti idioti, sorrisi aperti e dietro le spalle schiumanti insulti. Gli “addetti ai livori” sono così. Non si interviene su ciò che dici o su come lo dici: si cerca di delegittimarti, o di creare un clima avverso. Un modo per poter dire a se stessi che chi riesce a parlare a molti è corrotto dai media, è una schifezza, un bluff». Così Roberto Saviano – nella storia di copertina da lui firmata nel numero di Vanity Fair in edicola da mercoledì 18 gennaio – racconta perché ha accettato con entusiasmo l'invito a insegnare alla New YorkRoberto Saviano. Foto Antonio Bolfo/GettyImagesUniversity, e come è stata l'esperienza - terminata poche settimane fa - di vivere per sei mesi a New York. A partire dal giorno del suo arrivo.«Sorrido come un bambino. Sono un animale che per tanto tempo dalla sua gabbia, attraverso le sbarre, ha visto il cielo, gli alberi e se n’è stato lì pensando che fosse inutile voler volare. Che volare non serviva a nulla...