Servo e padrone...

ASSEMINI, 3 NOVEMBRE 2013


POVERO ME!Povero me, che restoda tempo senza più paceper le miserie che vestoe la fierezza che taceperché non serve restaresempre col dito alzatoe alla platea ricordarequanto son bravo ed amato,come pretendo attenzionisolo da quelle personeche prenderanno per buonisegni lasciati al balconeper ritornare ogni giornoin casa mia dove abitanocerti frammenti di eternoche alla coscienza non scappano.Povero me, se rispondoad ogni voce al citofonoche puntualmente confondocon suonerie del telefono,ma se ricevo messaggidi nuovo mutuo soccorsopoi ne ricavo vantagginel completare un discorsoche non finisce per tempocon troppe cose da diree ne rimane un esempiotra il mio pensare e l'agire,finchè non sento di pancial'impulso per impegnarmiprima a spezzare una lanciae poi a gettare le armi.Povero me che risentodi queste tante influenzeche mi contagiano attentoda inevitabili assenze,per abitudine semplicedi mettermi a disposizionein dipendenza dell'indiceche mostri la direzionedelle vie più irraggiungibiliper ogni essere umanoa cui parranno invisibilinon riparando la manoluce abbagliante di soleche riscalda ogni mattinoanche se nuvola vuolerendere grigio il cammino.Povero me, perché aprirò il sentierodi quanti additano l'ombrama restan lì per davveroin quella strada mai sgombraperché il sudore riempiela nuca di torcicollo,di gocce stanche le tempiee di acqua sporca tracollo:laverò via anche quei restidella difficile ascesa,degli indovini funestie della mia parte lesa;anche se questa luce opacanon vi colpisce la retina,quest'avventura è già epicaed offre amore a chi lesina...