Creato da gio_campo il 01/01/2011

Seguendo il destino

Pensieri, riflessioni, poesie

 

 

Digitale purpurea

Post n°153 pubblicato il 10 Giugno 2011 da gio_campo
 

 

Digitale purpurea

Non muoverti.
Se ti muovi lo infrangi.
È come una gran bolla di cristallo
sottile
stasera il mondo:
è sempre più gonfia e si leva.
O chi credeva
di noi spiarne il ritmo e il respiro?
Meglio non muoversi.
È un azzurro subacqueo
che ci ravvolge
e in esso
pullulan forme immagini arabeschi.
Qui non c'è luna per noi:
più oltre deve sostare:
ne schiumano i confini del visibile.
Fiori d'ombra
non visti, immaginati,
frutteti imprigionati
fra due mura,
profumi tra le dita dei verzieri!
Oscura notte, crei fantasmi o adagi
tra le tue braccia un mondo?
Non muoverti.
Come un'immensa bolla
tutto si gonfia, si leva.
E tutta questa finta realtà
scoppierà
forse.
Noi forse resteremo.
Noi forse.
Non muoverti.
Se ti muovi lo infrangi.
Piangi?

 

 

 
 
 

Adolescentula

Post n°152 pubblicato il 09 Giugno 2011 da gio_campo
 

 

Adolescentula

Quando t'ho conosciuto era d'aprile,
quel mese traditore
che nell'ebbrezza del nascente amore
pinge ogni cosa d'un color gentile.
Quando t'ho conosciuto era d'aprile!

E al di là della siepe io t'ho veduto.
Tornavi polveroso
dalla caccia; eri solo, eri pensoso.
Mi rivolgesti un timido saluto.
Al di là della siepe io t'ho veduto.

Tornavi dalla caccia; sul cappello,
largo e bruno, un irsuto
pennacchio; la giacchetta di velluto,
lo schioppo a spalla e... mi sembrasti bello
sotto la larga tesa del cappello.

Io tornavo dal bosco ov'ero andata
a coglier dei ciclami;
del mio sentier fra gl'intrecciati rami
ti sarò parsa una silvestre fata
di quei freschi ciclami incoronata!

Ed era, ben ricordo, era il tramonto;
veniva su dai prati
l'alito sano dei timi falciati,
la fragranza che vince ogni confronto;
ed era, ben ricordo, era il tramonto!

Ma finì quella dolce primavera.
Ti rividi soltanto
l'inverno, in un salotto, ed eri tanto
diverso, Dio! nell'abito da sera,
coi solini alti e la cravatta nera!

Io ripensai quei giorni spensierati
e le campestri danze,
quei sogni, quel desìo, quelle speranze
di due giovani cori innamorati,
e ripensai quei giorni spensierati!

O fresco aprile, o sano odor di timo!
Ridir t'udii, tra i crocchi, una volgare
celia; ti vidi, ignobile giullare,
di qu è tuoi lazzi rider tu pel primo.
O fresco aprile, o sano odor di timo!

Tu nuove arguzie rimestando in mente
di me non t'eri accorto.
Io tremai come se vedessi un morto,
un caro morto amato inutilmente,
tra quella folla gaia e indifferente.

Sul cor mi cadde, come un velo fosco,
un subito sgomento.
E a chi di te mi chiese in quel momento
io rispondere osai: - Non lo conosco! -
Sul cor mi cadde come un velo fosco.

 

 

 
 
 

Secondo ricordo

Post n°151 pubblicato il 08 Giugno 2011 da gio_campo
 

 

Secondo ricordo

Anche prima, 
molto prima della rivolta delle ombre, 
e che nel mondo cadessero piume incendiate 
e un uccello potesse essere ucciso da un giglio. 

Prima, 
prima che tu mi domandassi 
il numero e il sito del mio corpo. 

Assai prima del corpo. 

Nell'epoca dell'anima. 

Quando tu apristi nella fronte non coronata, del cielo, 
la prima dinastia del sogno. 

Allorché, 
contemplandomi nel nulla, 
inventasti la prima parola. 

Allora, 
il nostro incontro

 

 

 
 
 

Coraggio

Post n°150 pubblicato il 05 Giugno 2011 da gio_campo
 

 

Coraggio

Dovetti percorrere migliaia di miglia di oceano per scoprire che la chiave della vita sta nel coraggio. Il coraggio è la volontà di affrontare la vita di ogni giorno con tutte le noie e le banalità che ne conseguono; è capire che non si è molto importanti, accettare la cosa e non lasciarsi distogliere dai propri sforzi.

Quando un uomo dice che ama il mare, ama l'illusione di dominarlo, l'orgoglio della sua capacità, la vita speciale che si fa sul mare, ma non il mare stesso. Uno può essere toccato dalla sua bellezza e grandiosità, oppure spaventato dalla sua immensità e capacità di distruzione, ma non può amarlo più di quanto uno possa amare le stelle nello spazio infinito.

 

 

 

 
 
 

Notturno Nuziale

Post n°149 pubblicato il 04 Giugno 2011 da gio_campo
 

 

Notturno nuziale

Quando tu venisti, una notte, verso il suo letto, al buio, 
e le dicesti, piano, già sopra di lei: Non ti vedo, non ti sento. 
E la ghermisti con artiglio d'aquila, e tutta la costringesti nella tua forza 
riplasmandola in te con tal furore ch'ella perdette il senso d'esistere. 
E uno solo in due bocche fu il rantolo e misto fu il sangue e fu il ritmo perfetto, 
e dal balcone aperto la notte guardava con l'occhio d'una sola stella 
rossastra, 
e il sonno che seguì parve la morte, e immoti come cadaveri 
la tristezza dell'ombra vi vegliò sino all'alba.

 

 

 
 
 

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