Seldon

Tra passato e futuro


Potrei diversamente titolare: "nel mezzo del cammin", dato che gli anni miei sono ormai quelli "di trame dantesche" come diceva il buon Decaro a Troisi in uno sketch nella Smorfia. Sì, sono a metà della mia vita "lucida", ma spero di rimanere lucido pure dopo i 70 (arrivarci prima.. sgrat sgrat..) visto che ho avuto ben 3 nonni che sono stati tutti sulla soglia dei 90 ancora capacissimi di ragionare, di provare sentimenti, di pensare, di vivere e amare.I ricordi fanno parte del mio essere. Non potrei rinunciarvi perchè sarebbe rinnegare me stesso. Noto spesso che mia nonna ha congelato i suoi proprio all'età che ho io adesso. Lei parla quasi esclusivamente di quei fatti e fatica a ricordare eventi accaduti invece 20/30 anni fa. E' evidente che nonostante abbia vissuto la guerra e patito la fame quelli sono stati gli anni migliori per lei. Solitamente non si ha consapevolezza di tutto ciò.. ora come ora posso dire di avere avuto una bellissima infanzia e lo dimostra il fatto che gli amici più cari che ho sono, nonostante tutto, ancora gli stessi; della mia adolescenza serbo le mitiche memorie di scuola, i professori e i compagni perduti nel tempo in strade vicine ma mai abbastanza come in "Cara prof" di Ramazzotti.. appunti di una vita. Il decennio dei venti è stato quello pazzo, quello della musica, dei concerti, delle birre sempre diverse, della mia storia d'amore più lunga, degli anni all'università che uscivo dalle aule prendendo a calci i libri degli esami appena superati. Gli ultimi due anni invece .. come definirli: sono stati quelli che per forza di cose mi hanno fatto maturare definitivamente, dove forse per la prima volta il ragazzo è diventato uomo.. almeno un po'.. perchè non c'è niente da fare: io mi sento ancora ragazzo. Ed è stato grazie a chi mi è stato accanto se ho potuto conservare questa sensazione di freschezza, se ho potuto amare, ricambiato, come mai avrei potuto di nuovo possibile.E ora? Combattuto tra passato e futuro.. si para davanti un futuro del tutto nuvoloso, imperscrutabile. Quegli anni, le sensazioni di quegli anni, sono volute andar via contro la mia volontà e mi ritrovo ancora a cercarmi un posto stabile nel mondo.. Un mio amico ha detto che mi manca il concetto di precarietà, che in quella si può sopravvivere a questo precario mondo: oggi sei qui, domani un uragano o una guerra ci portano via. E mi gratto di nuovo da buon scaramantico. Che mi devo aspettare da me? Non so guardare troppo oltre, non so immaginare futuri di "lungo periodo" per gli stessi motivi addotti da Keynes..Mi sovvengono le parole di De Crescenzo: il passato è ciò che non è più, il futuro è ciò che non è ancora. Come può esistere il presente visto che è la separazione di due cose che a loro volta non esistono? Non esistono ORA perchè la prima è esistita, la seconda esisterà. E il presente cosa separa? Che cavolo di presente mi trovo a vivere adesso? Quante domande.. a volte inutili, a volte no. Le scrivo per fare finta chiarezza. Tanto tra mezzora tornerà di nuovo in testa il rigoroso disordine sparso.