Seldon

Parole di getto


Vorrei avere voglia di partire, una voglia naturale, emotiva, allegra e spensierata come quella del fanciullo che è dentro di noi. Vorrei non avere paura di niente. Vorrei che il niente non mi facesse paura, vorrei non discutere mai con nessuno.A volte mi chiedo cosa mi deve fare qualcuno, finanche un nemico, perchè io sia capace di provare davvero rancore, odio, o almeno uno straccio di sentimento negativo. Non ci riesco.. Nei rapporti umani sono vergognosamente ottimista.. forse sono solo stupido.Mi faccio prendere dalle note, dalla musica, dalle parole di qualcuno. Non passa un ora che non sia capace di sognare ad occhi aperti, che non riesca a farmi una mezza idea di qualcosa di bello da fare. E odio deludermi.. odio me stesso inconcludende.. odio lasciare le cose a metà e non avere la forza, il coraggio, la capacità di portarle a compimento.Non ci credo mai. Non credo mai che le cose in cui ho investito, le persone a cui ho dato fiducia non mi ripaghino. Non so dove vado.. non riesco ad avere un quadro chiaro. E mi sento sempre come se fossi nella nebbia cercando continuamente di schiarirmi la strada. Se fossi nella nebbia e procedessi a tentoni senza cercare di capire allora non sarei io. Io devo capire. Sempre. Quando non capisco, qualcosa si inceppa e mi manda fuori binario.So essere pesce fuor d'acqua all'occorrenza, so cavarmela da situazioni che non mi appartengono. Ma non mi ci butterei intenzionalmente. Credo nelle cose che faccio. Mi fido.. troppo..  Nella mia vita mi sono fidato troppe volte, di troppa gente. E non riesco mai a dire NO con convinzione a nessuno. A volte vorrei.. ma non ci riesco.A volte sento lo scorrere del tempo, sento l'inutilità dei secondi che passano. E vorrei rendere quel secondo, quello spirar di vento breve, utile a qualcuno. Ho i miei momenti grigi, e in questi momenti sarei capace di scrivere per ore, come faccio adesso, come ho fatto tante volte. E quelle volte non m'importava essere ascoltato.. anche se intimamente l'avrei voluto, sì, avrei voluto che le mie parole al vento fossero giunte a qualcuno. Un grido di dolore qualche volta, un grido di poche parole lanciato in una bottiglia da un naufrago.. che in quella maledetta isola si sente anzitutto solo.:::::::::::::::::::::::::::::::Ho 50 anni, torno a casa, qualcosa è andato storto. Mi vedo tornare e sulla soglia di casa dire che va tutto bene, mi vedo dare sorriso a qualcuno raccontando una barzelletta.. e dopo poco avere voglia di dire alla mia compagna.. beh.. no.. oggi è stata una giornataccia.. ma io ti amo.. e giornataccia o meno non ha in fondo così importanza. Conta solo l'amore.:::::::::::::::::::::::::::::::Di anni ora ne ho 20.. sono tornato indietro come benjamin che stasera dovevo andare a vedere. c'era qualcosa nell'aria, non so spiegarlo, ma qualcosa.. qualcosa rendeva tutto diverso. Io ero sempre lo stesso, cercavo di capire, dovevo capire per limitare l'entropia, perchè il caos non lo capisco.E' una chitarra che non so suonare.:::::::::::::::::::::::::::::::[scritto a febbraio 2009forse incompleto, forse no, lo pubblico solo orala foto del gabbiano è mia]