Alberologia.........

L'uomo nel contesto della Biodiversità (Rocco CHIRIACO)


 L’Organizzazione delle Nazioni Unite, ha dichiarato il 2010 anno internazionale per la biodiversità.Tale meritoria indicazione rischia di passare inosservata, alla maggior parte delle persone, rispetto alle precedenti indizioni di pubblico interesse internazionale verso un bene ambientale, ad esempio l’acqua o le foreste, elementi questi conosciuti, la cui fruibilità è tangibile nella vita quotidiana di ognuno di noi.Ma la biodiversità in ambiente è altrettanto indispensabile per garantire la continuità della vita di migliaia e migliaia di specie animali e vegetali, di milioni di organismi viventi di ogni origine e genere, tra cui la specie umana.Una società attenta alla questione ambientale, condizione questa sempre più diffusa nei paesi della Terra maggiormente avanzati, non può prescindere da una attenzione alle azioni di tutela della biodiversità, ad ogni livello.Intanto bisogna conoscere il significato del termine biodiversità: con esso si usa descrivere la varietà di esseri viventi (animali, piante e microrganismi), così come oggi li conosciamo, insieme ai cicli naturali che regolano la vita sul nostro Pianeta. La diversità biologica o biodiversità, è frutto dell'evoluzione naturale di 3 miliardi e mezzo di anni e, in modo più determinante,  dell'azione dell'uomo. Nel 1992, a Rio de Janeiro, la Convenzione per la Diversità Biologica ha dato una definizione del concetto di biodiversità: "L'espressione diversità biologica significa la variabilità degli organismi viventi di ogni origine, compresi gli ecosistemi terrestri, marini ed altri sistemi acquatici, nonchè i complessi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità nell'ambito della specie, e tra le specie degli ecosistemi".Esistono dunque vari livelli di diversità biologica, tutti compresi nel termine generico biodiversità: diversità ecosistemica, di specie e genetica. In ambienti diversi come i deserti, le foreste, le zone umide, le montagne, i laghi o i fiumi, la vita  è possibile grazie all'adattamento di determinate specie, incluso l'uomo, ad un particolare habitat.Il rapporto tra specie ed ecosistemi determina la diversità ecosistemica. Allo stesso modo, ci accorgiamo facilmente che la vita si presenta in forme estremamente varie: dai batteri, all'erba, agli alberi, agli animali, agli altri uomini. La diversità di specie e genetica è nel corredo genetico di ogni essere vivente, che ci permette di distinguere specie tra loro diverse e, all'interno di queste, i singoli individui. Cromosomi, geni e il DNA sono, infatti, fattori irripetibili che, in quanto tali, determinano l'unicità di una specie dall'altra e, nell'ambito di essa, tra un individuo e l'altro.Nella realtà, questi tre livelli di diversità biologica sono tra loro strettamente correlati secondo un rapporto gerarchico: un'alterazione degli ambienti naturali, per effetto dell'inquinamento, di pratiche agricole intensive e per l'eccessiva pressione antropica, porterà ad una diminuzione di specie animali e vegetali,  in pochi individui maggiormente resistenti, con conseguenze a lungo termine sulla diversità genetica.Quello che può sembrare un normale processo naturale evolutivo di fatto non lo è. Per i tempi brevi imposti dal cambiamento repentino degli ambienti naturali, la natura non ha il tempo sufficiente per adattarsi e garantire il normale "ricambio" di specie. In termini più tecnici,  il tasso di speciazione è molto più basso rispetto a quello di estinzione delle specie.Ciò che caratterizza, inoltre, la nostra epoca è che una specie da sola, l'uomo, è la maggiore causa di estinzione di molte altre specie. Insomma condizioni esterne, cioè non dovute a processi naturali, che alterano l’ambiente, possono determinare squilibri tra le specie di ogni genere presenti in quello stesso habitat, causando spesso la perdita di alcune di queste, la qualcosa ha come contropartita la smisurata proliferazione di altre specie, che saranno poi esse stesse destinate ad uno squilibrio che ne potrà determinare l’estinzione.Per le conseguenze irreversibili che il fenomeno provoca su tutti gli esseri viventi e per il benessere stesso dell'umanità, sono state avviate a livello internazionale diverse iniziative. In ambito comunitario, l'Europa si è posta l'obiettivo ambizioso di fermare la perdita di biodiversità entro il 2010 lanciando la campagna "Countdown 2010". A livello globale, con l'obiettivo di conseguire una riduzione significativa del tasso attuale di perdita di biodiversità, è stato proclamato il 2010 come "Anno Internazionale della Biodiversità". Quest’ultima iniziativa si presenta come una campagna mondiale di sensibilizzazione e di informazione  per promuovere la difesa della biodiversità e richiamare le autorità internazionali, la società civile e i singoli ad adottare comportamenti maggiormente consapevoli dell'ambiente che ci circonda, per uno sviluppo più sostenibile.L’evoluzione della questione ecologica richiama sempre alla responsabilità dell’uomo.Il Movimento Azzurro, come associazione di protezione ambientale di ispirazione cristiana ha spesso richiamato questo concetto, in ordine alla responsabilità positiva dell’uomo, determinatore, cui è affidata la responsabilità del governo della Terra con tutti gli esseri che in essa e di essa vivono.La questione dello “sviluppo sostenibile” assurta da qualche decennio a paradigma base della questione ambientale, implica necessariamente una riflessione sull’etica della vita, sull’etica sociale e di conseguenza sull’etica ambientale.Una persistente mentalità materialista, egoista e consumistica, concausa della crisi economica e valoriale, conduce ad una crisi ecologica quando l’uomo scorda di essere apice della creazione, custode e non padrone del creato.Per ironia della sorte stiamo celebrando l’anno per la tutela della biodiversità, mentre nel golfo del Messico, da ormai più di un mese si riversano 800.000 litri al giorno di petrolio greggio  in mare, causando il più grande disastro di questo tipo che si sia mai verificato al mondo e la più grave crisi di biodiversità mai registrata a memoria d’uomo.La questione ecologica diventa cosi, per diversi motivi, la nuova emergenza della questione antropologica, come ci ha ricordato con forza Papa Benedetto XVI nella ultima enciclica sociale “Caritas in veritate”. D’altronde il padre del Movimento Azzurro, Gianfranco Merli, con il suo manifesto fondativo “Etica ed Ambiente” richiamava, già oltre venti anni or sono,  la necessità non più procrastinabile di un totale presa di coscienza dell’umanità rispetto alla questione ambientale, ma soprattutto una totale responsabilizzazione di capi di stato e di governo e dei politici preposti alla cosa pubblica, rispetto ad una nuova etica del bene comune.In occasione di questa globale riflessione su un tema così importante, registriamo che le cause principali della perdita di biodiversità si possono riassumere in: perdita, frammentazione o trasformazione di habitat (dovute ad agricoltura, urbanizzazione, deforestazione); sovrasfruttamento delle specie (a causa di pesca, caccia, deforestazione); inquinamento; diffusione di specie alloctone (aliene) e cambiamenti climatici. Quasi tutte queste condizioni sono determinate da scelte umane.La biodiversità è essenziale per il mantenimento di quella rete di connessioni e sistemi vitali che provvedono a fornirci cibo, salute, fonti energetiche ma anche svago e divertimento.La biodiversità fornisce quindi all'economia e alla nostra società dei veri e propri servizi, cosiddetti ecosistemici, indispensabili: senza di essa verrebbero compromessi la nostra qualità della vita, la competitività economica, l'occupazione e la sicurezza. Pensare di sostituire i naturali meccanismi con la tecnologia si dimostrerebbe un'operazione estremamente costosa se non impossibile da attuare. Sarebbe impossibile, per esempio, replicare su vasta scala il processo di impollinazione, svolto in natura da uccelli e insetti, o i complessi sistemi di regolazione naturale del clima. La biodiversità deve essere dunque protetta per il suo valore intrinseco e per i servizi ecosistemici che ci offre, da cui dipende la nostra stessa esistenza, attraverso comportamenti umani ed uso delle risorse naturali, sobri ed attraverso una politica ad ogni livello, ispirata alla responsabilità verso un bene cosi grande e verso la tutela e la dignità di ogni forma di vita, prima di tutte quella dell’uomo.