Semiconduco

L'Angelo di Goedel (3/N)


L'argomento della stanza cinese di Searle va più o meno come segue. Immaginiamo che in un futuro più o meno remoto, la tecnologia sia abbastanza potente da riuscire a costruire un supercomputer (diciamo grosso come una stanza) che opportunamente programmato può essere addestrato a conversare in cinese. Le conversazioni avverrebbero via tastiera e terminale (come una chat, per farvi capire), e un qualsiasi interlocutore esterno (che sappia sufficientemente bene il cinese) sarebbe ingannato sul contenuto della stanza: penserebbe che dentro c'è un essere umano che parla (o scrive, in questo caso) molto bene in cinese. In poche parole questo supercomputer con relativo programma di conversazione in cinese passerebbe senza difficoltà il test di Turing. I fautori dell'IA in senso forte (tesi A) sosterrebbero con ogni probabilità che computer + programma costituisce un insieme intelligente, ossia che il computer, col corredo di superprogramma che si ritrova, comprende la conversazione. Ora, Searle propone questa variante: dentro la stanza non ci mettiamo un supercomputer, ma un essere umano, il Semiconduttore, poniamo, che notoriamente non sa un cazzo di cinese (lo passerei il test di Turing? immagino di si, ma Marco Materazzi, per esempio, no). Poi al Semiconduttore gli forniamo una serie molto molto grande di libroni, contenenti le regole, scritte in frascatano stretto: in altre parole gli stiamo fornendo, in linguaggio naturale, l'equivalente del programma che avrebbe permesso al supercomputer di conversare in cinese. Ora, naturalmente l'interazione col Semiconduttore-cinese sarebbe molto lenta: al Semiconduttore gli arrivano, sul suo terminale, questi strani disegnetti - che non capisce: ma bovinamente paziente com'è, spulcia i libroni delle regole, applica le regole sintattiche adeguate, et voilà, ecco che sputa fuori una sentenza in puro cantonese. Quel che va notato è che il Semiconduttore non capirebbe un accidente di quel che scrive: dal suo punto di vista sta solo applicando delle regole per trasformare una serie di simboli in un'altra serie di simboli - esattamente come farebbe il supercomputer. Ma non per questo gli si accende una lampadina in testa e capisce cosa diavolo sta scrivendo. In altre parole il livello semantico gli sarebbe irrimediabilmente precluso. A fortiori, conclude Searle, sarebbe precluso al supercomputer.