ACCOMPAGNAMENTO ALLA LETTURA
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Post n°161 pubblicato il 26 Febbraio 2011 da annina79dgl
Pochi attimi. E poi è tutto fatto. Come rompere un bicchiere gettandolo a terra. Ecco. Ora è rotto. Come capire improvvisamente di essere di troppo. Di troppo nella vita di qualcuno. Ce ne sarebbero di cose da dire. Ma le diro tutte al momento opportuno. Le storie che iniziano e finiscono. Senza che tu possa farci nulla, se non guardarle da lontano prima ancora che finiscano. Io non volevo vedere quello che stava accadendo ma in cuor mio mi disperavo. "lui non mi ama...non ama ME. ama un'immagine. mi domando quando se ne accorgerà." E di un'immagine, infatti, si è innamorato. L'immagine di una donna forte che nel giro di 9 mesi si è trasformata in un agnellino impaurito "ti prego...ti prego...non arrabbiarti" pensavo sempre. Ma all'inizio non era così. Solo che le cose si sono capovolte troppo in fretta. C'è chi dice che ormai...mi hai conquistato, quindi puoi fare quello che vuoi conscio che io pendo dalle tue labbra. Ma io non volevo un rapporto così, un rapporto in cui tu e solo tu potessi lamentarti, sfogarti. Ma ogni lamentela e ogni sfogo dei miei venivano seguiti da rabbia, incazzature, rispostaccie. "SMETTILA DI FARE LA VITTIMA! DA ME NON AVRAI POVERINA POVERINA...MA TI DIRO' SEMPRE LE COSE COME STANNO." Peccato che quando toccava a me dire le cose come stavano o ci provavo...mi era praticamente impossibile. "ORA SOTTO ACCUSA SEI TU, NON IO!" "MI HAI ROTTO I COGLIONI CON IL TUO EGOCENTRISMO! LE TUE LAMENTELE!LA TUA CRISI!" ........ ................ ......................... Ho scoperto che ami un'altra. Voglio dirti che quella li...quella che tu ami...non esiste. Ora io potrei piangere...davvero. potrei. Ma sento dentro una grandissima rabbia che mi impedisce di piangere come ho già fatto. Piuttosto non mangerò per giorni, arrovellandomi nel mio sentirmi stupida, inetta, credulona. Ho creduto che potessi amarmi per quello che sono IO. DAVVERO. E ho sbagliato. Ma non sono un agnellino spaventato. Sono una donna forte. Che ad un tratto è uscita. Con tutta la prepotenza che solo le donne forti hanno. E ho ricordato. 26 anni. "papà...." lacrime che mi rigano il viso, capelli corti. viso di bambina in un corpo di donna. e neanche più tanto giovane. Ma io sembro una bambina con la mia t-shirt azzurra, i jeans taglia 46 e la mia mano in quella di mio padre. Lui sta per morire. La sonda per i battiti attaccata all'indice mi fa impressione. Mio padre respira a fatica. Mia mamma , all'altro lato del letto, tiene l'altra mano. E piange. Chiama "Dario...Dario", ma ci hanno già detto che ormai lui non sente...non ci sente. E noi siamo li per salutarlo. "PAPA'!" urlo Ed eccolo. Un unico sussulto. Il petto che si alza. Un lamento di dolore. Una volontà di risposta. Poi...BIIIIIIIIIIIIIIIP. Questa è la morte. Ho pensato allora. Però prima mi hai salutato , papà. Da allora sono cambiate tante cose, ma io ho cercato di rimanere quella che ero. la tua bambina. Quella che da quando tu non ci sei più , ha vissuto e camminato da sola. E si è sempre sentita sola. Allora...oggi ho ricordato papà. Di quando è morto. Ho ricordato della mia dignità nell'affrontare tutto. Che a ripensarci mi chiedo "ERO IO CHE SONO RIUSCITA AD ANDARE AVANTI UGUALMENTE?" A quanto pare si. Sono andata avanti male. Ma sono andata avanti. A tratti ho fatto le cose fatte bene , a tratti no. Ma sono andata avanti. Ho incontrato persone meravigliose che mi hanno amata moltissimo seppur io sia una persona normale. niente di speciale. E ho incontrato persone che non mi hanno amato, ma credevano di amarmi. E mi sono sentita piccola. Perchè l'amore mancato ferisce. A mio padre, Dario, che mi ha insegnato che l'amore non si da a parole, ma coi fatti. A mio padre Dario che mi ha insegnato che fare certe cose a volte fa malissimo, ma può essere d'aiuto nella vita, a mio padre Dario che mi ha insegnato a perdonare sempre, a non dimenticare mai, a non tornare mai indietro , ad impegnarmi nelle cose che faccio e per le persone che amo. A mio padre Dario, che passeggiava con me al tramonto nei viali del mio quartiere parlandomi della vita. A mio padre Dario che mi ha sempre appoggiato o ripreso senza mai alzare la voce. A mio padre Dario che mi abbracciava poco perchè pesava ogni gesto come se in ogni suo gesto ci fosse un pezzo di lui. A mio padre Dario che sa che io porto con me la parte migliore di lui...dedico il mio coraggio. Guarda papà, io oggi sono un po' più donna.
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