DESERTO DI SABBIA

Il dubbio infantile.


Post n°384 pubblicato il 25 Maggio 2011 da cesarexxxxxx Quanto potrò resistere ancora? Quanto riuscirò a sapere di me stesso che ancora non conosco e quale profondità riuscirò a toccare di questo me stesso che sprofonda dentro un amore mai vissuto fino in fondo, come il precipitare dentro un abisso nelle viscere del cuore? Quanto tempo mi rimane prima che lo sguardo smetta di vedere le ultime luci del cielo e il corpo si sfaldi lungo le pareti della vecchiaia e vivere di ricordi? A volte mi chiedo di quale pensiero sono fatto, se c'è un pensiero guida che non si ribalti in continuazione, che si ritrovi dietro le contraddizioni di sempre, se ho delle certezze più forti dei dubbi, se conto veramente per qualcuno, come questo qualcuno conta per me. Se sono mai stato veramente amato almeno una volta, se il passato esiste veramente dentro di me o è morto, se le sconfitte o almeno quelle che ritengo tali siano le mie o di quelli che mi hanno conosciuto, se, in fondo, la disponibilità che do agli altri non sarebbe meglio che la dessi a me stesso, ma se queste domande sono le stesse che ognuno si fa, da che parte sta la verità? Forse nel fatto che ognuno di noi rappresenta la delusione di un altro e questo genera altra delusione verso se stessi e verso il mondo intero. Tutto questo sproloquiare senza senso solo perché questa mattina mi sono svegliato con tante idee per la testa, quasi bastanti per la stesura di un romanzo e mentre venivo al lavoro, mi ripetevo l'inizio, i personaggi, la storia, il significato, e poi, paffete, tutto perso per strada, non è rimasto nulla, solo una domanda... ma perché cacchio scrivo?