DESERTO DI SABBIA

Diario di bordo... navigazione


 
Sopravvivono memorie che affondano nel passato e non guardano più al futuro, in un simbolico rincorrersi lungo la strada del presente. Un viaggio attraverso le ombre che mandano i loro riflessi trasmutando l'oscurità in giochi di luce esaltando o deprimendo le sfumature della vita. Viviamo in un mondo non autentico seppellendo dentro la forma, tutta l'ansia, il desiderio, le paure, il bisogno di felicità, l'espressione palese dell'incomunicabilità, il peso della consistenza di un cuore, la capacità di rischiare e di crescere, in fondo siamo la somma di tante piccole realtà scomode che ci danno fastidio negli altri ma che giustifichiamo in noi stessi. A questo punto faccio le valige, scrivo come se stessi partendo, metto dentro un contenitore qualsiasi, tutte le cose che non mi servono più per spedirle lontano da me in un luogo anonimo e senza ritorno, cambierò persino l'arredamento della mia mente togliendo tutto quello che posso, in modo da lasciare quattro pareti nude e senza finestre per immaginarmi vivo. Per chi viaggia in solitario, metaforicamente, il mezzo più idoneo è la mente, sperduto nella vastità dei pensieri si diventa vascello di se stesso, scialuppa alla deriva e, in qualche caso, vasca da bagno a seconda della dimensione del proprio vedere. Un mondo ben delimitato dalla corposità delle proprie idee con l'impressione che al di fuori ci sia realmente un mondo senza confini.