Sempre Con Te

IL MALE INCURABILE


Ci risiamo. Ancora una volta il Milan casca nei soliti errori e getta al vento l'ennesimo risultato acquisito. Fosse un problema momentaneo ci si potrebbe appellare all'ormai consueta tiritera che i tifosi si sentono propinare dopo ogni figuraccia: i rossoneri hanno vinto tutto negli ultimi anni, sono la squadra più titolata del mondo, il gruppo è vincente e variazioni sul tema. Inutile nascondersi dietro a un dito: questa squadra ha problemi grossi, che si ripetono nel tempo e per i quali non è stata trovata ancora una soluzione. Davanti la squadra di Ancelotti è potenzialmente una delle squadre migliori al mondo. C'è Pato, con la sua freschezza e la sua velocità impressionante, condita da una potenza non da poco per uno della sua età. C'è Kakà, uno dei centrocampisti offensivi più forti al mondo in assoluto, se non il più forte. C'è Ronaldinho, che a dispetto di una condizione non ancora ottimale ha dei numeri che pochi altri, nella storia del calcio, possono dire di avere avuto. C'è Clarence Seedorf, che nonostante l'ultimo periodo opaco rimane uno dei centrocampisti più forti e vincenti tutt'ora in attività. Per non parlare di Pirlo, considerato il top nel suo ruolo, e di Beckham, che ha meravigliato anche i più scettici. E Ambrosini, anche se Lippi non lo vede neppure col binocolo, è uno che sa tirare la carretta anche per quelli che hanno più piede che polmoni. Ma Pato, Kakà, Seedorf, Pirlo e Ambrosini c'erano anche l'anno scorso, e Ronaldinho e Beckham, per quanto utili alla causa, non sono innesti che possono risolvere i problemi che affliggono da tempo il Milan. Problemi difensivi. Evidenti, anche a chi guarda il calcio con occhio poco critico. Perché se basta un lungagnone peruviano di 31 anni, Pizarro, a mettere in apprensione l'intera retroguardia, significa che qualcosa è andato storto. Significa che Maldini, Favalli, Senderos e Zambrotta (tutti ultratrentenni a parte lo svizzero), non sono, o non lo sono più, all'altezza della situazione. Vero, l'assenza di Nesta si fa sentire. Ma perché si sostituisce un titolare inamovibile della Nazionale (lasciata per sua volontà) con uno che veniva considerato la sesta scelta tra i difensori centrali dell'Arsenal, ovvero Senderos? Perché si va ad investire una cifra di venti milioni di euro per un giocatore ormai in fase calante, fermo da un anno, ovvero Ronaldinho? Perché si va a riprendere un giocatore usurato, che se n'era voluto andare via per i soldi, e che va solo ad ingolfare un reparto, quello avanzato, che tutto necessitava fuorché di un'altra figurina, ovvero Shevchenko? L'Inter dopo aver comprato Maicon, attualmente il più forte terzino destro al mondo, ha "coltivato" Santon, una promessa del calcio nostrano. La Juventus ha investito su Chiellini, ha scoperto De Ceglie, dato fiducia a Molinaro. La Roma, in emergenza, si è affidata a Motta, giovane terzino tutto cuore e grinta prelevato dall'Udinese nel mercato di riparazione. E il Milan? I tifosi si chiedono che fine abbia fatto Antonini, relegato costantemente in panchina dopo alcune prestazioni molto positive ad inizio stagione; si chiedono dove siano i ragazzi della Primavera, soltanto una decina d'anni fa fiore all'occhiello della società; si chiedono cos'abbia Mattioni, unico acquisto invernale presentato come terzino di belle speranze. Ah già, c'è Thiago Silva per l'anno prossimo. Vaglielo a spiegare ai tifosi.  Christian Recalcati