Lu sensu te campa...

I NUOVI STUDI ANCHE SULLA SVFL


Ebbene si, sono davvero tanti gli studi e le ricerche effettuate da luminari di diverse parti del mondo per porre rimedio ai nascenti disturbi del comportamento. Ultimamente l’attenzione si è spostata anche su un’altra malattia, la cosiddetta SVFL (Sindrome da Vita Facile e Leggera) che, sebbene colpisca ancora una minoranza di persone, desta comunque delle forti preoccupazioni.Se oggi è largamente e normalmente diffusa la condizione esistenziale che genera in molti insoddisfazione, solitudine e “male di vivere”, cui è stata dedicata tanta letteratura del 900 e non solo (che sicuro non fa scendere il latte ma offre situazioni in cui tanti si riconoscono per sentirsi più compresi), gli affetti da SVFL risultano estraniati da tale condizione perché, non avendo probabilmente mai sperimentato i veri e duraturi stress che la vita inevitabilmente comporta (FORTUNA O LIMITE?) e possedendo tutto ciò che desiderano, vivono in uno stato di perenne benessere che li pone in un atteggiamento di diniego delle reali difficoltà e ad un livello diverso dal piano di realtà, credendo (come se avessero il prosciutto agli occhi e vivessero nel mondo delle favole) che anche per gli altri debba essere necessariamente e sempre tutto “rose e fiori”. Ignorano totalmente il relativismo delle esperienze. Non ammettono la possibile esistenza di situazioni diverse dalle proprie. Ne risulta una struttura di personalità non rinforzata da eventi negativi e poco integrata, che alterna momenti di  maturità quasi paterna a momenti di regressione a stati di onnipotenza infantile con comportamenti ilari e giocosi, accompagnati spesso da espressioni sciocche prive di significato (es. “cotolì”). Elementi distintivi, introdotti di recente nel DSM-IV, della Sindrome sono:-         Attacchi paranoici, cioè la credenza che gli altri vogliano fregare con conseguente ipercontrollo, a tratti maniaco-ossessivo, su attività commissionate (giusto per citare un es, nel caso di costruzioni);-         Voracità accentuata: consumo di più pietanze contemporaneamente per pasto con “costanza dell’oggetto” (tipicamente salsiccia e limone: sorbetto, granita o appena colto dall’albero non ha importanza);-         Estrema curiosità per i fatti altrui con continui tentativi, peraltro falliti, di origliare passando inosservato i discorsi tra donne (ipotesi di confusione nei ruoli sociali di genere);-         Inconsapevolezza dei limiti e tendenza a strabordare (per iperattività e incontinenza dell’apparato fonico-vocale, assenza di filtri cognitivi);-         ASPETTO Più GRAVE: atteggiamenti persecutori verso altri, di solito una sola persona che, presa di mira, è costantemente attaccata (quali le caratteristiche della persona che spingono il soggetto alla fissazione per lei è ancora oggetto di studio).Circa i rimedi e la possibile terapia il dibattito è ancora aperto e le possibilità di recupero scarse, data la loro ostilità scettica verso gli psicologi in particolare. Orientamento comune è non provocare peggioramenti evitando sconvolgimenti del loro assetto di vita che non potrebbero essere tollerati.Si è però riconosciuta l’importanza di frequenti corsi di formazione e aggiornamento per coloro che, in seguito a forti spinte per il volontariato e la beneficenza, decidono di condividere la propria vita con le persone affette da tale Sindrome.Inoltre, sono da promuovere iniziative di sostegno attivo ed empatico, con l’istituzione di associazioni e centri di ascolto, per le persone vittime delle persecuzioni. Queste potrebbero, col tempo e in modo repentino ed inaspettato, attivare le difese di “Acting out” e/o “Identificazione con l’aggressore”, tradotte nel linguaggio comune: TE LASSU PERDERE...MA SE SCOPPIU…CI CAPPA CAPPA…!!!