sentiero degli elfi

Post N° 11


C.I.A. David guardava l’uomo legato a terra i suoi occhi azzurri, la sua barba sporca di fango e grasso e sentiva il suo fetore.Gli occhi dell’uomo erano dilatati forse come i suoi, forse.Avevo riconosciuto quegli occhi, li avevi avuti addosso tanti anni fa quando le cose stavano diversamente.David si accese una sigaretta, ma non ne offrì al prigioniero.I piedi dell’uomo erano sporchi e puzzavano, come puzzava tutto di lui, anche l’anima, perché David era il giusto e lui l’uomo sbagliato.Le unghie del prigioniero erano lunghe e incrostate, l’indice destro dell’uomo era monco.Era stato quell’indice monco a ricordagli chi fosse quell’uomo.Aveva preso contatto con quel talebano durante l’invasione sovietica, avevano preso accordi per le armi e per l’appoggio dell’amministrazione al loro futuro governo.Lui gli aveva regalato un coltello con l’impugnatura d’osso.Portava sempre con lui quel coltello, gli era stato utile in molte occasioni.Essere un agente comportava i suoi rischi, ma dava molte soddisfazioni e non solo sul piano economico, David era un sadico di natura, anche se non aveva mia confessato questa cosa nemmeno a se stesso.Pensava al suo paese, alla gente che ora era seduta a tavola nel giorno del ringraziamento, a tutti i bravi americani che non volevano sapere.Gli occhi di quel prigioniero erano fissi nei suoi, quando levò il coltello dal fodero.