senzabigliettoesi trovò dentro il suo sguardo malvagio. Sorrideva mettendo in mostra i denti striati di sangue, ma i suoi occhi erano seri. No, erano... famelici. Lo vide alzarsi con calma e dirigersi verso la porta a passi misurati. Quando allungò la mano Francesca si sentì mancare il respiro e le gambe cedere. Involontariamente serrò gli occhi. (Tratto da Senza biglietto e ritorno, Robin Edizioni) |
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LA MIA NATURA
Quando mi sono installata qui, otto mesi fa, non ero dell’umore giusto per appendere graziose tendine di pizzo alle due aperture che chiamo finestre. Anzi, ero proprio depressa. Diciamo pure disperata. I primi giorni non sapevo nemmeno in che paese, o in che città, mi trovassi. Non che mi importasse, ma il tempo faceva schifo e l’ultima panchina su cui avevo dormito era così scomoda che al mattino avevo dovuto ricompormi le vertebre come mattoncini del Lego. Bighellonando a casaccio in cerca di un albero a cui impiccarmi mi ero trovata davanti un invitante cartello arancio fosforescente: monolocale arredato affittasi. soluzione particolare. economico.
Si capiva benissimo che non era appetibile. Se aggiungiamo i mobili Aiazzone reparto occasioni e le pareti scrostate ne risulta un ambiente un po’ squallido. Non possiedo neppure una natura ordinata e ho la capacità di colonizzare ogni superficie orizzontale in tempi estremamente brevi. Il risultato è, volendo essere magnanimi, stravagante. Io lo trovo accogliente e protettivo come una cuccia, riesco a trovare ciò che mi serve in tempi di ricerca ragionevoli e quanto alle pulizie, be’, anche gli acari hanno diritto di vivere!
(Tratto da Senza biglietto e ritorno, Robin editore)
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Post n°16 pubblicato il 06 Maggio 2009 da albarossa62
Finalmente una legge che dovrebbe mettere un freno alla strage di foche per confezionare pellicce e inutili oggetti a prezzo di massacrare animali inermi vittime della cattiveria umana. Dico dovrebbe perché, nonostante sia vietato il commercio in tutta l'Unione Europea dei prodotti derivati dalle foche, saranno ammesse eccezioni per gli animali uccisi nel contesto della caccia tradizionale degli esquimesi (inuit) e da altre comunità indigene e contribuiscono alla loro sussistenza o svolta ai fini della gestione sostenibile delle risorse marine, oppure se i prodotti derivati costituiscono «souvenir» di viaggio. QUanti saranno i compratori che si accerteranno della reale provenienza di ciò che stanno acquistando? E quanti saranno invece gli assassini che si infileranno tra le maglie di questa rete per continuare a guadagnare sulla pelle (e non è un modo di dire) delle foche? Sarebbe stato forse il caso di risarcire gli inuit per il mancato guadagno (che sarà sicuramente una cifra ridicola) e vietare totalmente la caccia. Peccato che le buone iniziative non abbiano mai il coraggio di andare fino in fondo, senza contare che il regolamento si applicherà nove mesi e venti giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Questo significa che la strage continuerà almeno fino al febbraio del 2010. Poi si vedrà... |
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