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Incontro Circolo Istria-Giappone

Il circolo Istria incontra il Giappone 

Perché, un incontro col Giappone di un circolo culturale istro-veneto denominato “Hstria”  con un paese così lontano da noi e dalla nostra cultura?

Perché non si vive solo di memorie e anche gli esuli più nostalgici si sono a un certo punto integrati nella città prescelta a loro residenza dopo l’esodo, vi hanno lavorato, stabilito una rete di rapporti di parentela e amicizie, si sono informati e si informano su ciò che accade nel mondo, che è – grazie alle attuali possibilità di comunicazione, nel bene e nel male – sempre più globale. E i rapporti con l’oriente, se non altro per la presenza sempre più pervasiva della Cina, fa parte del presente.

Giovedì, 10 settembre 2015, alla libreria Minerva di Trieste, alle ore 17.30, si è svolto il programmato incontro del Circolo Istria col Giappone, rappresentato da Suzuki Tetsutada, che ha soggiornato per quattro anni nel nostro territorio per raccogliere materiale per il suo dottorato in sociologia sui confini,  e dal suo collega dell’università di Tokio, dove insegnano entrambi, Hiroshi Takebata, anche lui sociologo.

A rappresentare il Circolo Istria ci sono Livio Dorigo, suo presidente, e Biagio Mannino, che funge da coordinatore.

Al tavolo dei relatori pure Elena Argenti, che ha abitato per qualche tempo nella Corea del Nord per ragioni di lavoro.

Era presente un scelto e attento pubblico, che ha costantemente dialogato coi conferenzieri.

Dopo il saluto del Presidente, interviene Biagio Mannino: “Il Circolo Istria è sempre stato orientato verso sinistra – dice, ironizzando sulla fama del sodalizio come organismo ‘di sinistra’ e da sempre in rapporto coi ‘rimasti’ – ma questa volta si è rivolto addirittura all’estrema sinistra, cioè al Giappone e alla Corea del Nord”. In realtà si tratta di vivere nel presente, proiettati verso l’avvenire e il presente è costituito anche dall’oriente, col colosso Cina e l’importanza che ha assunto nell’economia mondiale. E i suoi secolari rapporti col Giappone sono importantissimi per la conoscenza del mondo orientale, che conosciamo così poco. La prima domanda di Mannino - che pensa ad alta voce all’Europa Unita che in realtà non è tale per debolezza complessiva della struttura più che per quella dei singoli stati membri - riguarda la forma di governo del Giappone, a capo del quale sta addirittura un imperatore ma - precisano gli interlocutori giapponesi - si tratta di una figura puramente rappresentativa, dal 1989 impersonata dall’imperatore Akihito. Le tradizioni sono però tuttora ben radicate in Giappone tant’è vero che l’antica divisione in caste – imperatore, samurai, contadini artigiani mercanti, paria o intoccabili – è ancora in qualche modo presente nella vita, specie nelle campagne.

Poi Mannino chiede a Elena Argenti di parlare della sua esperienza nella Corea del Nord. “Questa - dice la Argenti – è, ufficialmente, una Repubblica popolare democratica (RPDC), comunemente indicata come Corea del Nord, in realtà è una sorta di monarchia assoluta di stampo comunista che ebbe a capo - dalla sua fondazione, nella 1948, alla fine della dominazione giapponese, alla sua morte nel 1994 - Kim Il-sung, che si fece nominare Presidente eterno. Ora è al potere un suo nipote: Kim Il-sung. Ella ha soggiornato nella capitale, che è una metropoli, dove tutto è enorme, anche la camera in cui alloggiava era di dimensioni tali che avrebbe potuto contenere tutto il suo appartamento di Trieste. Ha visto poco oltre alla capitale perché non si può visitare liberamente il paese e nelle visite guidate fanno vedere quello che vogliono. La prima cosa che colpisce è la totale mancanza di comunicazioni col resto del mondo e la scarsità anche di quelle interne. All’arrivo a Pechino, ad esempio, il suo cellulare si è spento. La televisione ha solo due canali: uno trasmette notiziari e l’altro film, generalmente russi. Non ci sono teatri, bar, né alcun locale di divertimento oltre ai suddetti. Per le strade circolano solamente le automobili blu dei funzionari statali d’alto livello perché nessun altro si può consentire un mezzo di circolazione diverso dalle biciclette, che sono numerose ma non possono andarvi le donne. Esse, inoltre, non possono fumare in pubblico. Gli uomini sono vestiti tutti alla stessa maniera; alle donne è consentito l’abbigliamento tradizionale e di variarne il colore ma è proibito qualsiasi ornamento. Per tutti vige un rigoroso coprifuoco a partire dalle ore 21. La città è pulitissima per cura di tutti i cittadini, anche dei bambini delle scuole materne: a ciascuno viene affidata una parte da tenere pulita e in ordine e il compito viene accuratamente eseguito. Le persone sembrano contente, certamente anche perché non hanno possibilità di confronti, e sono gentilissime. Ottima è la carne. Sembra che funzionino molto bene le scuole e il sistema sanitario.

Dopo questo quadro di una società così diversa dalla nostra, che si fa fatica a credere che si tratti di una società contemporanea, si ritorna al Giappone con una domanda sull’emigrazione. I nostri ospiti dichiarano di essere rimasti molto colpiti da questo fenomeno in Europa, che in Giappone riguarda la Cina, la Corea, il Brasile ma non è di massa ed è selettiva. Anche in Giappone ci sono, come da noi, delle minoranze autoctone, di cui fanno parte circa 20.000 persone, nei confronti delle quali vien fatta una politica di assimilazione. Dal punto di vista sociale, si può dire che in Giappone si va in pensione a 65 anni e che il Paese – come il resto del mondo cosiddetto civile – sta invecchiando infatti, secondo le statistiche, una persona su 4 ha più di 75 anni.

Per quanto riguarda la politica internazionale, Livio Dorigo chiede l’opinione degli ospiti sul Trans-Pacific Partnership (TPP), progetto di accordo commerciale tra più isole del Pacifico ed altri Paesi come gli USA, il cui obiettivo dichiarato è quello di "promuovere gli scambi e gli investimenti tra i paesi partner per stimolarne l'innovazione, la crescita economica e lo sviluppo e per sostenere la creazione e il mantenimento di posti di lavoro." Il TPP – sul quale le trattative sono ancora in corso - è considerata prioritario dal governo Obama ma i nostri ospiti esprimono delle perplessità  nei suoi confronti in quanto – secondo loro – giova più agli USA che al Giappone.

Infine Mannino invita il pubblico ad intervenire. Fra gli altri, prende la parola Ezio Giuricin, giornalista di telecapodistria, con una domanda sul crollo della borsa cinese. Effettivamente – dicono Tetsutada e Takebata – la Cina comunista, che oggi è in realtà uno stato capitalista, anche se è una contraddizione nei termini, sta perdendo forza economica e potrebbe anche subire una crisi.

Dorigo vuole sapere qual è l’opinione pubblica giapponese nei confronti dell’inquinamento, dal momento che il Giappone è uno dei Paesi che inquinano di più e che ufficialmente non vuole affrontare il problema. I due giapponesi presenti dicono che ci sono delle proteste.

 

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