Senza fallo

Accarezzare il diavoletto


Non volevo scrivere ancora del diavoletto, quello metaforico intendo, ma mi è capitata una vicenda curiosa che mi spinge a riportarlo in auge.Come già sapete da altri miei post sull'argomento, tendo a far sapere del blog a chi mi conosce con moderazione e in modo controllato. E questo vale a maggior ragione per le persone con le quali interagisco in chat. Tuttavia ogni tanto mi prende il delirio narcisistico e sbraco rispetto alle mie buone intenzioni.Fra i molti buoni motivi per cui separo il blog dalla chat c'è l'evitare di spaventare la gente. Cerco di spiegarmi.Chi mi segue abitualmente sa che, anche se sul blog parlo talvolta di fatti personali, lo faccio quasi sempre senza riferimenti diretti. Sfido chiunque a trovare il minimo cenno esplicito a qualche mia avventura, qualcosa che non sia espresso in termini generali o che sia direttamente riconducibile a Tizio o Caio, sia pure descritti con pseudonimi. E anche rispetto alle persone che frequento in qualsiasi ambito faccio molta attenzione a parlarne soltanto in forma velata e ironica e tale da non suscitare risentimento. Non racconto i cazzi degli altri anche se a volte sarebbero piuttosto interessanti e fonte di riflessioni filosofiche più dei miei, che tutto sommato non sono nemmeno così variegati. E persino certi cazzi miei più scabrosi non li considero raccontabili. Del resto per me scrivere è un fine e non un mezzo. Non sono tenuta a rappresentarmi né tantomeno a farlo in modo veritiero. Rivendico la mia libertà di fare letteratura. Io per voi sono quella che scrive questo blog, e basta.Chi conosce il mio blog tutto questo lo sa. Ma se uno che non mi conosce dà una sbirciatina superficiale, potrebbe anche pensare che se viene con me a prendere un aperitivo, il giorno dopo si ritrova bloggato. E, laddove io fossi ragionevolmente convinta di non urtare sensibilità e l'incontro mi desse lo spunto per qualche considerazione generale, in effetti potrebbe anche succedere. Certamente non verrei qui a raccontare che ieri sono uscita con Tizio e se era bello o brutto o cosa mi ha detto e cosa abbiamo fatto: non lo troverei di nessun interesse. Però il lettore superficiale potrebbe anche temere di vedersi sputtanato sul blogIn effetti tutta questa storia origina proprio da una vicenda di questo tipo. Il chattatore atterra sul blog e chi trova ad aspettarlo? Il diavoletto, proprio quello che non ci voleva. Tra l'altro, se vogliamo dirla tutta, il mio blog è esattamente il regno del diavoletto. Qui lui scorrazza liberamente fra le mie vicissitudini, mettendo la sua coda ironica e razionale per ogni dove.Ora, qual è il punto? Ok, non scrivo il blog per cuccare. Però in chat ci vado eccome, per cuccare. Lo so che non fa fine dirlo, ma a seconda dei periodi, per me, come credo per chiunque, l'asticella delle pretese può stare più in alto o più in basso. Se sta in basso (senza esagerare, s'intende), forse è meglio che gli interlocutori rimangano all'oscuro di blog e diavoletti. Anche se, per dirla tutta, mi è più facile fingere un orgasmo che occultare il mio amichetto volante.Se invece volessi fare seriamente (sempre senza esagerare), è opportuno che chi ha in animo di frequentarmi faccia conoscenza con il diavoletto, come fosse un animale domestico al quale è indispensabile non essere allergici. Fuori di metafora, chi ha a che fare con me, e questo vale anche per amici e amiche, è meglio che sia debitamente robusto, perché il mio senso critico non viene mai meno. Riconosco una minchiata come tale anche quando viene pronunciata da un uomo di cui sono innamorata. Ovviamente in molti casi la perdono, come gli altri perdonano le mie, di minchiate, ma non c'è da sperare che non la rilevi. Peraltro non sono necessariamente bisbetica, non all'inizio almeno. E non sono nemmeno anaffettiva, e mi piace anche farmi coinvolgere nelle cose, mi piace fare cazzate: ma non perdo mai la lucidità.Agli uomini normali, quelli a cui non piacciono i diavoletti da compagnia, tutto questo desta un notevole turbamento. Le donne lo imparano molto presto. Se vuoi sedurre un uomo devi sorridere quando dice una minchiata. Non solo. Dopo che ci hai scopato una volta, l'uomo presume di averti messo il sale sulla coda, per così dire. E che tu gli abbia consegnato, insieme a quella cosa che nella vulgata si dà, anche il tuo raziocinio. Per cui, la prima volta che fa un'uscita infelice e tu, anziché guardarlo con occhi sognanti, rilevi "ma che cazzo stai dicendo", ti fisserà incredulo con gli occhi sbarrati. Come se non potesse capacitarsi che tu sia la stessa donna che poco prima gli ha concesso le sue grazie, evidentemente considerate patrimonio assai più prezioso della capacità e libertà di giudizio.Per fortuna esiste una cospicua minoranza di uomini non allergici al pelo di diavoletto. Alcuni lo tollerano, altri lo accarezzano divertiti, manifestando una sincera simpatia per il piccolo e vivace amico. E lui qualche volta ricambia.