Senza fallo

Pippe orientali


Se non mi vedete più sul blog non è perché mi sono fidanzata. Ovviamente lo dico per rassicurare i miei molti ammiratori. Oltre che faccio due lavori, ho avuto un’infinità di altre incombenze grandi e piccole. Niente di sgradevole, eh, non sono di quelli che tirano a rendersi affascinanti con il resoconto delle proprie disgrazie. “Bello di fama e di sventura…”, come diceva il poeta.No, anzi, sto benone, non sono mai a casa, continuo a ballare e andare a dormire due-tre volte alla settimana in orari da notte di Capodanno. Oltretutto l’ambiente del ballo mi ha propiziato nuove amicizie, specialmente femminili, che hanno decisamente rimpolpato la mia vita sociale.Insomma, non ho più tempo per il blog e, sinceramente, me ne rammarico, perché, come ho detto più volte,considero la scrittura un nobile passatempo e anche qualcosa di più: uno strumento di conoscenza di se stessi. Che voi direte che alla mia età uno dovrebbe conoscersi già abbastanza, eppure non si ha mai finito di imparare.Per esempio, nella mia qualità di insegnante, ho partecipato a un corso di aggiornamento tenuto da  due giovani psicologhe. Il tema era la psicologia degli adolescenti, ma per farci comprendere alcuni meccanismi, le nostre docenti ci facevano giocare, impersonare scenette, immedesimare in ruoli vari: tutto molto divertente. Inoltre, per aumentare la nostra disponibilità all’apertura emotiva, ogni seduta iniziava con 10 minuti di mindfulness. La mindfulness è una tecnica di meditazione ispirata alle filosofie orientali, in cui te ne stai lì seduto e segui la voce che ti guida nel concentrarti prima sulle sensazioni fisiche, poi sulle emozioni, poi sui pensieri, che però devi visualizzare e lasciar scorrere via, come se ogni pensiero fosse trasportato da una nuvoletta, che, sospinta dal vento, se lo porta via. E infine devi concentrarti sul tuo respiro, che tutto unisce, e che si espande dentro al tuo corpo, dalla punta dei capelli fino ai piedi.Ecco, lo so che detto così sembra una cazzata, ma vi assicuro che è fighissimo. Cioè, come tutte le cose,perché funzionino bisogna crederci. In realtà non c’è niente a cui credere, si tratta soltanto di evitare di prendere il tutto con sarcasmo, farlo con convinzione. A cosa serve? A niente. Non è una tecnica di rilassamento. Come dice il nome, è soltanto un modo di essere presenti a se stessi, e di esserlo con tutte le proprie componenti, fisiche, emotive e razionali; quelle componenti che tendiamo troppo spesso a separare.Io per natura sono sempre secchiona, quindi faccio quello che mi dicono e ottengo sempre i risultati che mi si chiedono. E’ una forma di adesione alla realtà, potremmo dire banalmente prendere il buono di quello che arriva. E così questa mindfulness, che per alcuni era un incrocio fra un incommensurabile trituramento di coglioni e una mission impossible, per me è stata una piacevole esperienza che ha funzionato sorprendentemente bene. Ma anche in alcune riflessioni che abbiamo fatto durante il corso mi è capitato di trovarmi un passettino avanti agli altri. Oddìo, a me sembra di stare avanti, magari gli altri pensano “ma che pippe si fa questa?”. Però, insomma, ho sempre da dire la mia, anche grazie alle molte elucubrazioni che ho già fatto, spesso sul blog.Per questo non voglio smettere con le mie pippe blogghesche e, ora che sono quasi in vacanza, conto di dedicarmici di nuovo un po’.Meninas is back.