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« FemminicidioAnti-femminismo, maschil... »

Io sono femminista

Post n°239 pubblicato il 26 Settembre 2013 da meninasallospecchio

Negli anni '80 devo essermi distratta un attimo. No, perché mi è sfuggito il momento in cui "femminista" è diventata una parolaccia. Non sarai mica femminista? Chi io? Ma scherzi? Femminista ci sarà tua sorella.

Alle stucchevoli banalità delle candidate Miss eravamo abituati. Cosa pensi del femminismo? Femminismo? Noooo. La cosa più importante per una donna è conservare la sua femminilità. Ma finché lo dicevano le Miss, pace, non si può pretendere. Il guaio è che a un certo punto queste stronzate hanno cominciato a dirle tutti. E non mi capacito di come sia successo. Oddio, anche di Berlusconi non mi capacito, se è solo per quello.

Ma torniamo a noi e facciamo un passo indietro. Che cos'è una femminista? Una femminista è un'attivista o simpatizzante di un movimento per i diritti civili. I movimenti per i diritti civili (dei neri, degli omosessuali, dei disabili, ecc.) si battono per i diritti e le pari opportunità di una parte della popolazione, oggetto di discriminazione. La popolazione discriminata può essere minoranza, come nel caso degli omosessuali o degli ebrei, o maggioranza come i neri nel Sudafrica dell'apartheid e le donne nella maggior parte dei paesi del mondo.

Quindi una femminista (o un femminista, perché non c'è nessuna ragione per cui questa istanza non debba essere condivisa dagli uomini, così come molti bianchi si sono adoperati per i diritti dei neri) è semplicemente una persona che conduce una battaglia politica e culturale perché alle donne siano riconosciuti interamente gli stessi diritti che spettano agli uomini. E interamente vuol dire interamente.

Sono femminista? Certo che sì. Ci mancherebbe. Il contrario di femminista è maschilista. E il maschilismo è una forma di razzismo, come l'antisemitismo o l'omofobia. Si può compatire come qualsiasi altra manifestazione di ignoranza e ristrettezza mentale, ma non accettare o tollerare. Discorso diverso per la misoginìa, di cui mi riservo di parlare ancora, che ha matrici culturali e psicologiche più complesse. Ma la misoginia e il maschilismo sono due cose diverse.

Qualcuno obietta: sì, ma le femministe hanno commesso parecchi eccessi. Ma va? Ma tu guarda! Non come quei buontemponi della rivoluzione francese, per dire. E comunque i cosiddetti eccessi delle femministe non sono sfociati in significativi episodi di violenza, certamente meno dei cortei sindacali degli stessi anni. Assomigliavano di più agli eccessi di cui oggi sono accusati i gay pride: nessuna violenza, ma fastidio per i benpensanti, che vorrebbero tutto "normalizzato". Gli uomini sono stati estromessi dalle manifestazioni femministe? Be', certamente un errore, ma non so come sarebbe stato accolto un bianco in certi cortei di neri degli anni '60. La rivoluzione non è un pranzo di gala, diceva Mao, e quella del femminismo è forse la più importante rivoluzione di tutti i tempi, visto che si propone di liberare metà del genere umano (e tutto sommato anche l'altra metà). 

Dicevo che chi non è femminista è maschilista, non ci sono vie di mezzo. O pensi che le donne debbano avere pari diritti oppure pensi che debbano essere discriminate. Celarsi dietro affermazioni di "diversità" è ipocrita. Se venissi qui a dire che ai neri spettano ruoli e opportunità complementari a quelli dei bianchi perché sono "diversi", cosa direste? Che sono razzista, evidentemente. Ecco, lo stesso vale per le donne. Ed è razzista anche qualunque ipocrisia ideologica sulla superiorità delle donne, allo stesso modo in cui l'antisemitismo ha propagandato l'idea degli ebrei padroni del mondo.

Per fortuna da un paio d'anni a questa parte il femminismo è tornato a prendere corpo, a partire dai famosi cortei Se non ora quando del febbraio 2011, fino a questo momento la più significativa spallata al berlusconismo; più dei giudici e dei vari PD, Grillo, SEL e antagonisti assortiti. A riprova del fatto che tenere metà delle intelligenze fuori dalla stanza dei bottoni, oltre che ingiusto è anche una pessima idea. 

Si parla meno di femminismo, piuttosto di pari opportunità, mettendo, non so se a torto o a ragione, varie rivendicazioni nello stesso calderone. C'è da dire che i gay si sono fatti valere più delle donne, perché, al di là delle differenze politiche, culturali e persino religiose, sono uniti nel perseguire i loro diritti, ciò che purtroppo non avviene per le donne. Però prendo atto che si è tornati a parlare di questione femminile e a dare rilevanza alle tematiche della violenza e del femminicidio. Nel mio piccolo, vorrei continuare a parlarne anch'io.

 
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