N.B: la mia personalità alquanto egocentrica, arrogante e superba, mi impone di sfogarmi almeno una volta al mese criticando tutto e tutti in maniera decisamente aggressiva. Praticamente è una terapia psichica (o psicologica) sicchè, una volta scarico d'astio, io possa tornare a produrre scritti più leggeri e divertenti.Part 1Io non mi ci trovo bene in questi tempi moderni. Non essendo proprio un bel giovine affascinante, elegante e distinto, ho dei lievi problemi ad adattarmi alla modalità di approccio odierna con l'altro sesso. Mi manca il tempo giusto. Non posso sfoderare il mio finissimo acume intellettuale, la mia filosofia che si adatta alla vita con tronfia e quasi irritante nonchalance, non posso far sfoggio del mio prezioso vocabolario di parole che contiene termini che vanno ben oltre a "cazzo, merda, mamma, papà, a me mi", perchè queste supposte qualità si possono esibire quando il problema dell'approccio è ormai superato. Il cruccio è che questo ostacolo, se superabile in termini di timidezza con l'ausilio di un giusto apporto di "momo" (alcol), non è valicabile o aggirabile in termini di "attaccar bottone con argomenti di cui non ti fotte una sega tant'è che non ti rendi neanche conto di parlare e non riconosci nemmeno la tua voce". Per questo semplice motivo, ho astutamente pensato di redigere un mini-manuale, dal titolo "Modalità del banal approccio". A questo punto, il malcapitato lettore, si aspetterebbe di trovare un prezioso elenco di consigli da me elargiti per attaccar bottone con le signorine del giorno d'oggi che fanno sfoggio della loro profonda conoscenza dei tronisti di "Amici", ma ignorano in che maniera si legga un libro visto che, non essendoci un bottone "on" sulle copertine, non sanno come accenderlo. Purtroppo non sono esperto in materia, ordunque, pur accettando come sempre dei preziosi consigli, parlerò d'altro.Part 2Io, che non voglio stare nè a Destra, nè a Sinistra, mentre non disdegno di stare sotto, sono talvolta perplesso dai cosiddetti "cult" che, dal mio autorevole punto di vista, di cult hanno poco. Per dire:Arancia Meccanica. Passi la regia, passino i personaggi, passino le classiche frasi fatte destinate a diventare aforismi per i diari e per i blog, ma rimane sempre un lungo ed estenuante "par di balle". E se lo dico io, amante dei film lenti e poco dialogati come "corvo rosso non avrai il mio scalpo" oppure "il cacciatore" o "c'era una volta il west", non è proprio una critica infondata lanciata a caso.Quentin Tarantino. Giustamente idolatrato per "pulp fiction" che, personalmente, ritengo un film geniale, ha prodotto anche schifezze come "Dal tramonto all'alba", definibile come una "coglionata gigantesca", tranne per ciò che concerne la sublime colonna sonora, e "Le Iene", un film caratterizzato da delle inquadrature fisse della durata di 15 minuti ciascuna (va bene che era il primo lungometraggio, ma insomma...). Estenuanti le scene iniziali nel capannone, mentre è simpatico il taglio dell'orecchio allo sbirro ed il duello in stile "il buono, il brutto e il cattivo" che conclude il film. Non parliamo poi di "Kill Bill", diventato il film idolo di un miliardo di persone, nonostante sia il classico film della vendetta del cavaliere solitario in versione ninja. Mah... non mi ha detto nulla di che.Il giovane Holden. Libro cult delle generazioni giovani, eletto a modello rappresentativo del malessere adolescenziale. Oltre ad averci impiegato 12 mesi a leggerlo (e a me piace Pavese, che non è proprio uno scrittore di thriller) è praticamente la storia di uno sfigato malato di divismo. Sarà pure scritto bene, ma, per il mio modestissimo parere, non stiamo parlando di Dostoevskij.Ben Stiller. Promosso a stella comica della galassia, non mi ha mai fatto ridere nemmeno per un millisecondo. A parte che i suoi film sono dementi, ma poprio stupidi forte, non riesco a trovare nessuna sfumatura comica nei suoi mal riusciti tentativi di imitazione di "faccia di gomma" (Jim Carrey). E non penso di essere sprovvisto di senso dello humour.La nutella. Questo provocherà una rivoluzione ed una sommossa popolare, ma, oltre ad essere il rifugio dei cuori femminili infranti (che, a forza di ingozzarsene, diminuiscono esponenzialmente il proprio sex-appeal), non mi ha mai prodotto queste sublimi reazioni che vengono decantate dal nobil-sesso. Per contro mi ha incentivato qualche simpatico mal di denti e susseguenti sedute odontoiatriche.I manga. Non li capisco. Non sono un cultore della ricerca della perfezione nel tratto del fumettista. Sono un fan dello stile Magnus e Galeppini (praticamente antitetici, ma entrambi affascinanti). Poi non riesco a capire queste storie di ragazzine teenagers tutte fighissime e tettone, di mostri che non si capisce che cacchio vogliono e di avventure insulse e visionarie. Mah...Il laureato. Ok, ha toccato temi abbastanza inusuali per il perbenismo americano del tempo, ha consacrato "the sound of silence", ma è un buon paio di balle non indifferente. Per non parlare dell'esageratissima scena in cui Dustin Hoffman batte i pugni sui vetri della chiesa per impedire il matrimonio.Il piccolo principe. Dipinto come un capolavoro della latteratura, adottato come lampante metafora di qualsiasi riflessione sulla realtà, è essenzialmente un libro furbo e farcito di banali e puerili metafore sin troppo spoglie ed estremamente intuibili con una semplice e superficiale lettura. C'è chi lo ama e chi lo odia. Per me è un libro qualunque molto sopravvalutato.Dalla prossima settimana tornerò in forma smagliante.
Part 1 - Autoidiosincrasia Part 2 - Cult?
N.B: la mia personalità alquanto egocentrica, arrogante e superba, mi impone di sfogarmi almeno una volta al mese criticando tutto e tutti in maniera decisamente aggressiva. Praticamente è una terapia psichica (o psicologica) sicchè, una volta scarico d'astio, io possa tornare a produrre scritti più leggeri e divertenti.Part 1Io non mi ci trovo bene in questi tempi moderni. Non essendo proprio un bel giovine affascinante, elegante e distinto, ho dei lievi problemi ad adattarmi alla modalità di approccio odierna con l'altro sesso. Mi manca il tempo giusto. Non posso sfoderare il mio finissimo acume intellettuale, la mia filosofia che si adatta alla vita con tronfia e quasi irritante nonchalance, non posso far sfoggio del mio prezioso vocabolario di parole che contiene termini che vanno ben oltre a "cazzo, merda, mamma, papà, a me mi", perchè queste supposte qualità si possono esibire quando il problema dell'approccio è ormai superato. Il cruccio è che questo ostacolo, se superabile in termini di timidezza con l'ausilio di un giusto apporto di "momo" (alcol), non è valicabile o aggirabile in termini di "attaccar bottone con argomenti di cui non ti fotte una sega tant'è che non ti rendi neanche conto di parlare e non riconosci nemmeno la tua voce". Per questo semplice motivo, ho astutamente pensato di redigere un mini-manuale, dal titolo "Modalità del banal approccio". A questo punto, il malcapitato lettore, si aspetterebbe di trovare un prezioso elenco di consigli da me elargiti per attaccar bottone con le signorine del giorno d'oggi che fanno sfoggio della loro profonda conoscenza dei tronisti di "Amici", ma ignorano in che maniera si legga un libro visto che, non essendoci un bottone "on" sulle copertine, non sanno come accenderlo. Purtroppo non sono esperto in materia, ordunque, pur accettando come sempre dei preziosi consigli, parlerò d'altro.Part 2Io, che non voglio stare nè a Destra, nè a Sinistra, mentre non disdegno di stare sotto, sono talvolta perplesso dai cosiddetti "cult" che, dal mio autorevole punto di vista, di cult hanno poco. Per dire:Arancia Meccanica. Passi la regia, passino i personaggi, passino le classiche frasi fatte destinate a diventare aforismi per i diari e per i blog, ma rimane sempre un lungo ed estenuante "par di balle". E se lo dico io, amante dei film lenti e poco dialogati come "corvo rosso non avrai il mio scalpo" oppure "il cacciatore" o "c'era una volta il west", non è proprio una critica infondata lanciata a caso.Quentin Tarantino. Giustamente idolatrato per "pulp fiction" che, personalmente, ritengo un film geniale, ha prodotto anche schifezze come "Dal tramonto all'alba", definibile come una "coglionata gigantesca", tranne per ciò che concerne la sublime colonna sonora, e "Le Iene", un film caratterizzato da delle inquadrature fisse della durata di 15 minuti ciascuna (va bene che era il primo lungometraggio, ma insomma...). Estenuanti le scene iniziali nel capannone, mentre è simpatico il taglio dell'orecchio allo sbirro ed il duello in stile "il buono, il brutto e il cattivo" che conclude il film. Non parliamo poi di "Kill Bill", diventato il film idolo di un miliardo di persone, nonostante sia il classico film della vendetta del cavaliere solitario in versione ninja. Mah... non mi ha detto nulla di che.Il giovane Holden. Libro cult delle generazioni giovani, eletto a modello rappresentativo del malessere adolescenziale. Oltre ad averci impiegato 12 mesi a leggerlo (e a me piace Pavese, che non è proprio uno scrittore di thriller) è praticamente la storia di uno sfigato malato di divismo. Sarà pure scritto bene, ma, per il mio modestissimo parere, non stiamo parlando di Dostoevskij.Ben Stiller. Promosso a stella comica della galassia, non mi ha mai fatto ridere nemmeno per un millisecondo. A parte che i suoi film sono dementi, ma poprio stupidi forte, non riesco a trovare nessuna sfumatura comica nei suoi mal riusciti tentativi di imitazione di "faccia di gomma" (Jim Carrey). E non penso di essere sprovvisto di senso dello humour.La nutella. Questo provocherà una rivoluzione ed una sommossa popolare, ma, oltre ad essere il rifugio dei cuori femminili infranti (che, a forza di ingozzarsene, diminuiscono esponenzialmente il proprio sex-appeal), non mi ha mai prodotto queste sublimi reazioni che vengono decantate dal nobil-sesso. Per contro mi ha incentivato qualche simpatico mal di denti e susseguenti sedute odontoiatriche.I manga. Non li capisco. Non sono un cultore della ricerca della perfezione nel tratto del fumettista. Sono un fan dello stile Magnus e Galeppini (praticamente antitetici, ma entrambi affascinanti). Poi non riesco a capire queste storie di ragazzine teenagers tutte fighissime e tettone, di mostri che non si capisce che cacchio vogliono e di avventure insulse e visionarie. Mah...Il laureato. Ok, ha toccato temi abbastanza inusuali per il perbenismo americano del tempo, ha consacrato "the sound of silence", ma è un buon paio di balle non indifferente. Per non parlare dell'esageratissima scena in cui Dustin Hoffman batte i pugni sui vetri della chiesa per impedire il matrimonio.Il piccolo principe. Dipinto come un capolavoro della latteratura, adottato come lampante metafora di qualsiasi riflessione sulla realtà, è essenzialmente un libro furbo e farcito di banali e puerili metafore sin troppo spoglie ed estremamente intuibili con una semplice e superficiale lettura. C'è chi lo ama e chi lo odia. Per me è un libro qualunque molto sopravvalutato.Dalla prossima settimana tornerò in forma smagliante.