SAL&ALLEGRABAND

L’invidia si può fermare


Prima o poi, un sorso dalla brocca che contiene il veleno dell’invidia, lo ingoiamo tutti. C’è sempre qualcosa che, ben mascherata dietro un senso di frustrazione o una pretesa ingiustizia, alimenta il nostro disprezzo nei confronti dell’altro. Colpevole soltanto di avere realizzato qualcosa in cui noi abbiamo fallito.Da Aristotele ai social network. Un lunghissimo filo rosso collega il modo con il quale l’antico filosofo greco metteva a fuoco l’invidia e la sua enorme espansione nell’era contemporanea della civiltà di Internet. Per Aristotele l’invidia non era soltanto un sentimento legato al desiderio di ciò che altri, o un altro, possiedono. Scavando più in profondità nell’animo degli invidiosi, Aristotele aveva scoperto il dolore: l’invidioso soffre per la buona fortuna degli altri, e da qui nasce la sua rabbia, la sua depressione, il rancore che accompagna i suoi rapporti con gli altri.C’è un antidoto contro l’invidia? Possiamo difenderci da un sentimento tanto diffuso, che Cervantes, nel Don Chisciotte, scolpiva così: “La radice di mali infiniti, verme roditore di tutte le virtù“. Un rimedio esiste, ed è il più semplice e naturale possibile: fregarsene. Di fronte all’invidioso, in particolare lo stupido invidioso, non esiste strumento migliore dell’indifferenza, di un dantesco “non ti curar di lor ma guarda e passa“, accompagnato da una risata ironica che può davvero seppellire questa diabolica energia negativa.
L’appello di Epicuro può sembrare cinico, ma coglie nel segno due volte. Invidiare le persone buone, e tutti possiamo facilmente riconoscerle, è semplicemente una cattiveria. Invidiare i cattivi è inutile, in quanto la loro cattiveria li porterà, prima o poi, nel precipizio dell’hybris ( Presso gli antichi Greci, l'orgogliosa tracotanza che porta le persone a presumere della propria potenza e fortuna e a ribellarsi contro l'ordine costituito, sia divino che umano, immancabilmente seguita dalla vendetta o punizione divina ( tísis ): concetto di fondamentale importanza in alcuni scrittori greci, specialmente in Eschilo) dove l’uomo potente, accecato dal suo delirio di onnipotenza, sprofonda e scompare. Allegro inizio settimana, bye sal