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SOCIAL NETWORK: LA TUTELA DEI MINORI


Scarsa attenzione alla tutela dei minori, divieto di iscrizione ai più piccoli facilmente aggirabile, poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni chieste agli utenti, impostazioni non rispettose delle norme sulla privacy. Quanto basta, se confermato, per arrivare almeno a una super multa. E invece, a conferma della sua totale impotenza, il Garante per la protezione dei dati personali non ha ricevuto neanche una risposta da parte di TikTok. E le sue contestazioni sono state sommerse dal silenzio tombale.Dopo la morte di Antonella Sicomero il Garante è tornato alla carica. E questa volta lo ha fatto con un provvedimento d’urgenza con il quale si chiede di interrompere il trattamento dei dati degli utenti italiani (9,3 milioni) dei quali il social network non è in grado di verificare l’età. Cosa paradossale e poco credibile, in quanto con le tecnologie a disposizione TikTok avrebbe tutti gli elementi per fare i necessari controlli e tenere fuori dal suo perimetro d’azione i ragazzi sotto i 14, e non i 13, anni. Come prevede la legge italiana.La mossa del Garante non è più, come nel mese di dicembre scorso, l’apertura di un’istruttoria, con i suoi tempi, ma un intervento di urgenza, che dovrebbe avere effetti immediati. E invece ancora una volta TikTok ignora il provvedimento, valuta se rivolgersi a un tribunale ordinario. E lascia trapelare la seguente indiscrezione: l’Autorità competente, in termini di tutela dei minori, non è quella italiana, ma quella irlandese, il paese dove, per non pagare tasse, TikTok ha la sua sede legale.Così il soffocante cerchio dell’impotenza legale si chiude. Resterebbe, a questo punto, una sola soluzione, di forza. Sospendere l’attività di TikTok in Italia, almeno fino a quando non ci sia la certezza sul rispetto della legge che vieta l’iscrizione ai minori di 14 anni e sulle contromisure messe in atto dal social network per applicarla. Già, ma chi si assume una responsabilità del genere? Chi ha il coraggio, nel nome di una giusta causa, di sfidare il potere dominante di un colosso della tecnologia? E di farlo anche rischiando un’onda di impopolarità considerando la diffusione di questo strumento?
Un fenomeno devastante, con milioni di genitori che sprecano tempo e parole attraverso la Rete e  ne approfittano per proteggere i figli e insultare gli insegnati. Sorriso, bye sal