SergioCasoni

Franco e il futuro che ci aspetta


Alcuni di voi hanno mandato delle e-mail, chiedendomi notizie di Franco. In effetti, è da un po’ di tempo che non parlo più di lui. Durante la settimana di Ferragosto sono rimasto a casa per fare dei piccoli lavori che avevo lasciato in sospeso da un po’ di tempo. Una mattina sono andato a trovarlo e come di solito in questo periodo, non era a casa. A casa non c’è mai, fa troppo caldo e lui non ama molto l’afa, così si avventura nelle campagne circostanti o nelle colline vicine a Foligno. Come avrete certamente capito, Franco è uno spirito libero, una persona in continuo movimento, con la necessità di sentirsi attivo altrimenti morirebbe, come un’aquila in gabbia.Non trovandolo a casa, sono andato a cercarlo nei luoghi dove si reca di solito. Devo ammettere che non è stato per niente facile scovarlo. Ho dovuto camminare per tutta la mattina, addentrandomi nel fitto di un bosco vicino Foligno. Si era accampato da alcuni giorni nel fitto di una boscaglia, munito di un sacco a pelo, uno zaino con alcune provviste, una canna da pesca, ed un paio di libri.Chi mi segue, sa bene che Franco è un amante della pesca e il luogo che aveva trovato era il sogno di ogni pescatore. Si era accampato lungo le rive di un piccolo fiume, in un punto in cui il fiume forma un’ansa e alcune rocce offrono riparo ai numerosi pesci presenti in quel posto. Nei periodi in cui tutti si ritrovano per trascorrere delle giornate in compagnia, lui si isola dal mondo. Quel giorno, non era allegro come al solito, anzi, fu stato piuttosto taciturno. Disse poche cose, e quella che mi colpì di più fu quando disse: “ Sono molto preoccupato per il futuro che ci aspetta, ma non per me, per tua figlia e la sua generazione.”