SergioCasoni

Non sei sola


“Salve, sono Pina ho 41 anni, da 5 lavoro c/o un azienda di trasporti e da un anno e mezzo subisco mobbing; ho provato in tutti i modi a vincere questa battaglia con la calma, il dialogo, la proposta - ok vado via, ma dammi ciò che mi spetta - niente non sono riuscita a ricevere altro che silenzi, insulti, ed affermazioni ridicole ma forti- soffri di manie di persecuzioni!- in seguito alla lettera da parte di un legale dal quale mi ero rivolta per essere aiutata. Invece oltre ad aver subito atti vessatori e demasionata, dopo la lettera dell’avvocata sono stata trasferita ad altra sede, per lavorare dovrò fare 100 km al gg non Vi sembra ingiusto forse era meglio zittire, e non chiedere l’aiuto ad un avvocato, perchè adesso chi dovrà fare 100 km al gg sono io e la mia purtroppo vecchia macchina, lei ce la potrà fare, ma, io no! Danneggiata e Beffata! Perchè?” Quello che avete appena letto, è un commento che è stato lasciato al post “Mobbing”.Il commento di Pina, ha colpito molto sia me che Franco. Ieri lo abbiamo letto e riletto numerose volte e ne abbiamo discusso a lungo. Non conosciamo nel dettaglio ciò che è capitato a Pina e come si sono svolti i fatti, tuttavia non crediamo che tu abbia sbagliato. Certo ora dici di trovarti a dover fare cento chilometri  per andare al lavoro, ma se non avessi fatto quello che hai fatto, coma staresti ora? Di sicuro avresti dovuto fare meno chilometri per andare al lavoro, ma come ti avrebbero continuata a trattare? Chi subisce “mobbing”, di fatto è un bersaglio continuo da parte dei colleghi, dei superiori. Di sicuro andare al lavoro, sarebbe stato un peso ben maggiore di fare ogni giorno cento chilometri. Franco è del parere che dovresti trovarti comunque un nuovo posto di lavoro. Certo i tempi non sono dei migliori ma tentare di certo non nuoce e fino a quel momento rimani serena e tranquilla, le cose che contano davvero nella vita, sono altre. Quando anche lui si è trovato in una condizione simile alla tua, ne è uscito focalizzando i suoi obiettivi al di fuori del lavoro. Quando usciva dal lavoro, i problemi lo seguivano fino a casa e come un piccolo demone, gli rendevano la vita difficile. Un giorno però, Franco è uscito dal lavoro, lasciando dietro di se, tutti i problemi. Non è stato facile, è come quando un bambino inizia a camminare, spesso cade a terra, ma poi riesce a rimanere in piedi e finalmente raggiunge il divano, quella meta che fino a ieri sembrava così irraggiungibile. Sono il primo a dire che Franco è un tipo a dir poco stravagante, ma spesso i suo consigli mi sono stati d'aiuto. Inizia a cercare un altro posto, senza però illuderti di trovare il posto di lavoro ideale, perché non c'è, almeno questo è quello che sostiene Franco. Nel frattempo, quando la mattina arrivi in ufficio, fatti vedere sempre allegra e sorridente, e lascia che tutto quello che ti dicono ti scivoli addosso, tanto dopo otto ore esci e fuori ti aspetta un altro mondo, quello che conta.Ricorda un'ultima cosa, se credi di aver sbagliato, non fai altro che fare il loro gioco.