SergioCasoni

Franco e le sue teorie


“La cosa migliore che sappiamo fare noi Italiani, è lamentarci.”Non so quanto sia vero, ma questo è quello che continua a dire ultimamente il mio amico Franco. So cosa state pensando: Franco non ha tutte le rotelle a posto, forse è vero, ma avete mai provato a pensare, anche solo per un momento, che potrebbe aver ragione?Detta così la cosa non ha molto senso, quindi renderò partecipi anche voi della conversazione, piuttosto accesa, che abbiamo avuto ieri sera.Quello che è iniziato, sarà uno degli anni più difficili per l'economia mondiale e in particolare per quella Italiana, ma sarà effettivamente così? E cosa stiamo facendo per porvi rimedio?Questi sono stati i “grandi quesiti” che mi ha posto Franco, dopo avermi offerto il consueto bicchiere di rum accompagnato da un buon sigaro, una combinazione che non manca mai durante i nostri incontri. Anche se conosco Franco da molti anni, non ho mai capito esattamente quale fosse la sua idea politica, ammesso e non concesso che ne abbia una. Alcune volte ho creduto che fosse anarchico, poi però parla di regole necessarie che tutti dovrebbero seguire per costituire una società migliore, quindi penso che sia di destra. Poi però ti stupisce dicendo che ci devono essere più uguaglianze, chi guadagna di più deve pagare più tasse, al che mi dico: è sicuramente di sinistra. Ancora una volta però mi devo ricredere, visto che ricomincia da capo con i suoi ragionamenti apparentemente senza senso, dilagando in un logorroica aspirale senza fine. Oggi sono giunto alla conclusione che Franco ha un'idea politica tutta sua, questo probabilmente perché vive nel suo fantastico mondo immaginario, bello e piacevolmente perfetto, ma sicuramente “utopistico”. Come già detto più volte, Franco sostiene che il contesto in cui viviamo oggi, sia frutto del nostro modo di vivere. Per anni ci siamo circondati di cose superflue, che ci hanno dato l'illusione di aver raggiunto il gradino più importante della nostra esistenza. Senza rendercene conto, ogni giorno gareggiamo l'uno con l'altro a circondarci di cose materiali, belle, costose, ma non per questo indispensabili.  In maniera provocatoria, mi a chiesto se fossi disposto a mollare tutto e andare a fare il contadino e vivere di quello che sono in grado di produrre.Nell'immediato ho risposto di “no”, poi però mi sono fermato a riflettere e mi sono chiesto perché “no”. La prima risposta che mi sono dato è: Come faccio poi senza tutte quelle comodità che oggi ho nella mia casa? Sono rimasto in silenzio per alcuni minuti a riflettere, poi ho visto Franco che mi guardava e con un filo di voce mi ha detto: Ci sei arrivato?In quel momento avevo tutto chiaro. Cosa mi fermava dal fare quel passo? Certo non è facile vivere in quel modo, molte sono le rinunce da fare, ma quello che mi voleva far capire Franco, è che a volte, è necessario rinunciare al superfluo per valorizzare l'indispensabile.