lacosachiamatapoesia

ELSE LASKER-SCHULER. Le ballate del cigno nero


 
Io costeggio  l'amore                                                                         Io costeggio l’amore nella luce del mattino,                                                                 Da molto vivo dimenticata – nella poesia.                                                                    Tu una volta me l’hai detto.                                             Io so l’inizio –Di me di più non so.Però mi sono sentita singhiozzare nel canto.Sorridevano propizi gli Immortali nel tuo volto,Quando tu nell’amoroso salmo della nostra melodiaI popoli immergesti e poi portasti in alto.   Ascolta Io mi prendo nelle nottiLe rose della tua bocca,Che nessun’altra ci beva. Quella che ti abbracciaMi deruba dei miei brividiChe intorno al tuo corpo io dipinsi. Io sono il tuo ciglio di strada.Quella che ti sfioraPrecipita.Senti il mio vivereDovunqueCome orlo lontano?   Quanto tempo è passato… Io sogno così remota da questa terraCome se fossi mortaE più non avessi forma.Nel marmo del tuo gestoLa mia vita meglio si ricorda.Il cammino però mi è ignoto.Ora mi opprime la sfera scintillanteSotto il manto di diamante.Ma io mi appiglio al vuoto. Reliquia Brucia una stella a festa…Un angelo l’ha accesa per me.Non ho mai visto la nostra santa città nel Signore,Mi chiamava spesso nel sogno del vento.Io sono morta, i miei occhi brillano lontano,Il mio corpo crolla e la mia anima sboccaNelle lacrime del mio orfanello,   Traduzione di Nicola Gardini.   “L’ultima stella".  Ed. Crocetti  ELSE LASKER-SCHULER viene considerata una delle più grandi poetesse di lingua tedesca del Novecento. La Schuler nacque a Eberfeld nel 1869. Dopo il primo matrimonio nel 1894 con il medico Berthold Lasker, da cui divorzia nel 1899, sposa nel 1901 Georg Levin, da cui divorzierà nel 1911, noto come Herwarth Walden, il fondatore nel 1910 "Sturm", massimo organo dell'espressionismo e dell'avanguardia letteraria berlinese. La poetessa affiancava ai versi l'attività di pittrice e fotografa. Nel 1899 ebbe un figlio che morì in tenera età e di cui non rivelò mai la paternità. Visse quasi sempre a Berlino fuori da qualsiasi schema sociale borghese e perbenista, fino al 1933, anno dell'avvento al potere del Nazifascismo. Le sue opere furono allora proibite e lei, in quanto ebrea, costretta all'esilio per la persecuzione antisemita. Dapprima si rifugiò in Svizzera, poi in Palestina. Amò e cantò i grandi poeti ed i famosi pittori del suo tempo, fra cui Benn, Werfel, Grosz, trasfigurandoli in personaggi onirici del suo specialissimo mondo interiore. Mescolando in modo originale lo stile biblico e l'espressionismo, diede vita a una versificazione straordinaria e potente. In quanto ebrea e poetessa, ebbe consapevolezza della sua estraneità alla società contemporanea e il suo mandato poetico divenne una sorta di imperativo categorico: conciliare le differenze nel rispetto dell'alterità. Un ecumenismo che prevedeva l'integrazione fra ebrei, arabi e cristiani. Morì a Gerusalemme nel 1945, povera ma amatissima dai suoi amici tedeschi ed ebrei. In lei la Germania e l'ebraismo hanno un punto d'incontro che ha dato vita ad un umanesimo lirico superiore a qualsiasi corrente e a qualunque moda del tempo.